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Tre mesi dopo...

Dopo un'animata discussione tra me e mio padre sul fatto di dover accompagnare il ragazzino viziato a fare un giro del plesso scolastico, indovinate chi ha vinto? Io ovviamente!

Mi volto verso il viziato -Che aula vuoi vedere ora?- no, vince sempre mio padre, sempre.
-Bho- il viziato guarda il telefono e io sbuffo

Se mio padre voleva che noi due diventassimo amici...Ha proprio sbagliato.

Io e viziato siamo persone completamente diverse, non potremmo mai essere amici, se io sono il fuoco, lui è la benzina e viceversa, non è umanamente possibile.

Io continuo a indicare aule e a dirne il nome ma lui continua a digitare furiosamente cose sul telefono.

Sbuffo e lo fisso.
-Quella é la stalla dei muli- mi metto le mani sui fianchi
-Ah, fico- dice poi sgrana gli occhi e porta il suo sguardo su di me
-Cosa?- esclama urlando come risvegliato da una specie di trans
-Buon giorno!-esclamo ironica
-Ma-ma c'é davvero...-gesticola energeticamente
-Certo, tutti gli studenti una volta a settimana a gruppi va nella stalla e si occupa di loro, secondo te da dove viene il latte di asino per fare i bagnoschiuma?...No, idiota- gli do un colpo sulla spalla

-Ti avviso, se mi dai di nuovo un colpo la pagherai- mi dice passando una mano tra i capelli scuri
-Che paura- mi passo una mano sul braccio mimando i brividi
-Io volevo farti passare una sera chiusa in una stanza con mia madre-continua a guardare il telefono
Io sgrano gli occhi e metto le mani sui fianchi.
-Ti denuncio...si chiama omicidio spicologico- gesticolo
-Oh, ma smettila-mi liquida con un gesto della mano.

-Comunque, se ti annoiavi potevi anche dirmelo viziato, io devo andare, sono in ritardo- dico guardando l'orario sul mio cellulare, devo andare alla lezione di Krav maga e sono leggermente in ritardo, per colpa di questo qui.

Finalmente potrò mettermi qualcosa di comodo come dei pantaloni, sono tre mesi che mio padre mi obbliga a mettere dei vestiti...E la nostra cameriera Melissa ieri mi ha rincorsa per un ora per la casa perché voleva farmi mettere un vestito rosso, e stavo per vomitare, basta rosso.
Devo ammettere che il rosso è un bel colore ma non per me, per me indica fuoco, rovina, la mia cara mammina che adesso si sarà fatta una nuova vita, famiglia, forse ho anche dei fratelli sparsi per il mondo, ma non mi interessa più, si, ogni tanto la mia mente vaga in cerca di informazioni ma poi mi ripeto che io sto bene e sono felice così e a me questo piace e quindi non devo pensare più a niente e concentrarmi sul presente.

-Già, anche io...A calcio...Ah potresti smetterla di chiamarmi viziato? Non é carino...-fa una smorfia
-Se ti chiamo con il tuo vero nome vuol dire che tengo a te...E non sarei sincera-

-Fai come ti pare...io sono estremamente in ritardo, di a tuo padre che hai pranzato con me, dato che il mio ha detto di invitarti a mangiare...Ci vediamo- mi saluta con la mano e si mette a correre.

-Certo che ci vediamo, la tua famiglia abita nella casa vicina alla mia!- urlo, ma lui è già sparito, eh già, quando l'ho saputo ho pianto, no, non fino a quel punto, però Cecilia é entrata in camera mia e mi ha vista mettere lo spazzolino da denti nella valigia pronta.

Non so perché ma quella famiglia ha un non so che di spaventoso e inquietante, possono essere anche dei serial killer che nessuno lo sa, uccideranno me per prima me lo sento, spero solo che vengo uccisa nel sonno, almeno non me ne accorgo e fine, so che mi faró i film mentali anche da morta tipo "Perché l'hanno fatto? Chi sono?" E perché soprattutto sto pensando a tutto questo,?

Mi metto in marcia verso la strada piú corta per andare nella palestra, l'ho scoperta per puro caso un anno fa, stavo correndo come una fossennata, perché ovviamente ero in ritardo, e mi sono trovata subito davanti alla palestra.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 03, 2018 ⏰

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