-1, saper dire basta

83 12 6
                                    

- Luca, abbiamo un conto in sospeso.
Non tirava una bella aria in quel cupo venerdì di dicembre, nel mio piccolo appartamento a Chicago. Luca, il mio fidanzato ormai da 4 anni, aveva la testa completamente da un'altra parte e fissava inesorabilmente quella stupida partita dei Bulls alla TV. La tensione si poteva tagliare con il coltello, e nessuno intendeva rivolgere la parola all'altro.
Qualcosa però, andava fatto e qualche decisione, drastica o meno, andava presa.
- Cosa c'è?
Mi rispose con aria scocciata. Ormai, non eravamo più la coppia perfetta che tutti invidiavano, ma soltanto due persone, gelide l'una con l'altra e legate unicamente dal loro passato.
- Dobbiamo parlare.
Dissi con tono il più distaccato possibile.
- Scusa, ti dispiacerebbe parlarne più tardi, stanno giusto per mettere a segno...
Non lo feci finire, perché non avrei aspettato nient'altro, non sarei stata ancora al suo sporco gioco.
- Luca, non possiamo assolutamente continuare così, le cose devono cambiare, e alla svelta.
- Qui, l'unica che deve cambiare qualcosa sei tu, mi sono già scusato per la faccenda di Jenna, eppure continui a portare rancore.
- Io spero che tu stia scherzando! Mi hai tradito e pensi di avere ragione! Sei un cafone!
- Se io ti ho tradito, forse è perché ho smesso di amarti!
- Il che comunque non è una buona ragione per farlo!
Non riesco più a trattenermi, e gli scaglio contro uno dei cuscini del divano.
- Non so se hai capito,
Dissi quasi in lacrime.
- Ma tra noi è finita, non sprecherò il mio tempo con uno come te!
Nonostante stessi cercando con tutte le forze di mantenere la calma e la fermezza che mi sono solite, iniziai a piangere come una bambina.
Le sue parole, i suoi gesti, mi avevano davvero ferito. Avevo ricevuto un colpo al cuore: non mi sarei mai aspettata niente di simile da una persona che avevo amato così tanto, e con la quale avevo condiviso tantissimo di me e della mia vita. Lui è stato il mio primo fidanzato serio, la mia prima cotta al liceo, la mia prima volta e allo stesso tempo, l'unica persona capace di capirmi e di sostenermi davvero. Da quando ci siamo trasferiti qui, per inseguire i nostri sogni insieme, la nostra relazione ha cominciato a decadere lentamente. Abbiamo smesso di comunicare, di uscire insieme e di condividere ogni cosa, come avevamo sempre fatto.
Tutto continuava ad andare sempre peggio fino a quando dovetti affrontare la dura realtà: lui mi stava tradendo.
La conferma fu una foto che lo ritraeva baciando un'altra, postata, forse per errore, su tutti i suoi social.
- Allora, se non vuoi "sprecare" il tuo tempo con me non lo fare: chiudi i bagagli e vai, non ti vuole più nessuno qui.
- Non so se hai capito, ma sono a circa 9000 km da casa mia in Italia, e qui a Chicago non ho un posto dove andare. Tu invece, hai la tua amata Jenna, che sarà certamente disposta ad ospitarti se ti ama!
Il mio cuore si stava riducendo in tanti piccoli pezzi e ormai le lacrime ed i segni del pianto avevano completamente invaso il mio viso.
Improvvisamente, Luca fece un passo indietro.
- Dai amore, basta litigare per oggi: andiamo a dormire e se ne parlerà domani.
- No! Non mi chiamare amore, non lo fare mai più. Dammi il tempo di chiudere i bagagli, e sono fuori di qui.
Così fu, perché circa un quarto d'ora dopo mi ritrovai a girovagare per le fredde strade innevate di Chicago senza sapere dove andare o chi chiamare.
Mi sentivo totalmente persa, e credevo che non sarei mai stata in grado di superare questa situazione.
Presa dal freddo e dalla malinconia, decisi di distrarmi, e per farlo, decisi di bere qualcosa. Ancora non riuscivo a realizzare tutto ciò che avevo appena perso, e decisi di provare in tutti i modi a distrarmi. Con il mio cocktail mi sedetti ad un tavolino nell'angolo di un locale, e decisi di leggere le mie mail in entrata.
La maggior parte riguardava affari lavorativi, ma una in particolare attirò la mia attenzione: la mail di un mio vecchio compagno di superiori.
Incredibile! Il mio vecchio amico Christian mi aveva invitata a trascorrere un paio di giorni a New York, dato che aveva scoperto della mia permanenza in America.
Quale migliore occasione per distaccarmi dalla mia vita qui.
In fretta e furia gli risposi, e decisi di prenotare il primo aereo del giorno dopo, in fondo, la mia valigia era già pronta!
Passai la notte nel locale, senza dormire, e alle sei del giorno seguente, presi un taxi per l'aeroporto senza più guardare indietro: la mia nuova vita a New York stava per iniziare.

Not a love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora