-9, fai del bene

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L'odore del caffè è sempre stata la prima cosa che sentivo ogni mattina.
Mi svegliavo, e mi lasciavo inebriare dall'amara fragranza che mi faceva sentire a casa. Rimanevo ancora un po' a letto, cullata dal silenzio mattutino e pregustando la mia agognata tazzina.
Lui era sempre stato un tipo mattiniero, al contrario di me, una dormigliona con la D maiuscola.
Ogni mattina, grazie a lui, mi svegliavo con l'odore del caffè.
Ho sempre amato iniziare così la giornata, era come se lui mi stesse sussurrando un piccolo "Ti amo".
Il caffè, il caffè era il suo "ti amo".

Quel giorno il tempo era nuvoloso, coperto, come la maggior parte delle giornate newyorkesi.
Era passata un po' più di una settimana dall'intervento di Christian ed ero andata spesso a trovarlo. Si era quasi ripreso del tutto.

Mi svegliai senza nessuna motivazione per alzarmi.
Nonostante avessi fatto diversi colloqui non avevo ancora ricevuto nessun risultato. Ero una disoccupata.

Avevo bisogno di conforto quella mattina, per questo cominciai a sforzarmi di sentire l'odore di caffè. Sperai con tutte le forze di sentirlo, anche sbiadito, anche proveniente da un altro posto.
Non sentii niente. Non sentii nessuno.
Oltre che disoccupata, per la prima volta della mia vita, ero sola.

Mi preparai un tè caldo.
Ad essere onesta, non sapevo neanche come farlo, il caffè. Non l'avevo mai fatto. L'avevo sempre trovato pronto.

In questi giorni ogni cosa mi faceva pensare a te. La nostra stanza, il caffè, il mio lavoro, i tuoi abbracci, i tuoi baci, i tuoi occhi marroni profondi, in cui dentro vedevo tutto quello che volevo. Ci vedevo l'infinito. Il nostro amore doveva essere per sempre.
Eppure oggi sono qui, in una casa senza ricordi, senza di te e senza nessuno. Com'è strana la vita a volte.

Controvoglia mi vestii, e decisi di andare a trovare Christian.
Quei giorni l'avevo visitato più di sua madre.
Uff, non avevo proprio nulla da fare.

In quel momento ricevetti una chiamata da Bella. Mi chiese se volevo prendere un caffè con loro. Da Starbucks.
Dissi che avevo da fare.
Un caffè preparato senza nessun amore da una stupida macchina non lo volevo.

Christian mi accolse con un caloroso:
"Sei di nuovo tu?" seguito da una breve risatina.
"Ci sei davvero sempre, wow!" aggiunse.

Non feci trasparire il fatto che le mie numerose visite fossero dovute ad una mancanza di impegni. Ero contenta di occupare il mio tempo facendo visita al mio amico malato. O almeno credo.

- Come stai oggi Chri!?

- Va sempre meglio grazie Juli.
Sai... ultimamente ho molto tempo per pensare. Ho realizzato che se non fosse stato per te probabilmente sarei morto. Posso solo ringraziarti per aver fatto tutto quello che hai fatto in questi giorni.

Ero allibita. A me non sembrava di aver fatto niente di ché. Se quel giorno avessi risposto alla sua chiamata... se non avessi lasciato passare tutto quel tempo probabilmente Christian non avrebbe dovuto affrontare tutto questo.

- Ti ho quasi ucciso Chri. Questo mi sembra proprio il minimo.

- Non dire sciocchezze tu non mi hai quasi ucciso. Lei mi ha quasi ucciso. Forse mi sono ucciso da solo. Tu mi hai salvato, mi hai difeso dalle fauci di giornalisti affamati di scoop, mi hai accudito come una sorella, e ti sono infinitamente grato per questo.

Mi fece sorridere.

- Ho saputo che non hai ancora trovato lavoro!
Disse poi Christian

- Già.

- In questo proposito mi piacerebbe che tu accettassi la mia proposta. Direttore delle comunicazioni e dell'ufficio stampa della mia azienda. È un bell'incarico, ma sono sicura che tu ne sia all'altezza.

Mi stava davvero offrendo un lavoro?
Non riuscivo a crederci. Ero al settimo cielo. Certo che avrei accettato!
Un incarico così importante e con un mio amico come capo! Cosa potevo volere di più?

Passammo il resto del pomeriggio a parlare del più e del meno, ridendo e scherzando come al tempo del liceo.

- È incredibile! Ti giuro ho visto quel piccione precipitare. Non ha ripreso a volare. Si è schiantato ti assicuro!

Ridemmo di gusto insieme.

Lo guardavo negli occhi. Era uno sguardo di amicizia sincera. Ancora un'altra volta mi ritrovai smarrita nell'azzurro del cielo. Del cielo che aveva nei suoi occhi. Del gelo che aveva nel suo sguardo che mi frizzava il cuore. Avevo i brividi, non mi ero mai persa così negli occhi di qualcuno.

Ci sorridemmo e ci avvicinammo un po'. Mi diede un bacio sulla guancia.

- A scuola eri come una sorella per me. Facevamo tutto insieme. Poi è arrivato quell'idiota del tuo ragazzo che ti ha portata via. Avevo perso la mia migliore amica. È stato terribile per me.
Ora però, ti ho di nuovo qui al mio fianco, ed è una sensazione stupenda, sapere di poter contare su qualcuno come te.

Cenammo insieme tra risate e scherzi.
Amavo la nostra amicizia così pura e sincera. Il nostro era un legame autentico, e il fallimento di entrambe le nostre vite amorose lo aveva stretto ancora di più.

Dopo aver rivisto insieme il quarto episodio della saga di Star Wars, decisi di andare a casa, con la consapevolezza però, di poter dormire tranquilla.

La serata era più serena rispetto a come fosse iniziata. Mi sentivo bene, decisi di tornare a piedi.
Passai davanti all'albergo e raccontai a Bella e George del mio nuovo lavoro. Ero così contenta e loro erano così contenti per me! Stavo coltivando la mia nuova amicizia.
Per la prima volta dopo la rottura con Luca, mi sentivo veramente felice.

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