Eren pov
Il sole si scontra con il mio viso, facendomi mugolare infastidito. Mi rigiro nel letto cercando a tentoni il cellulare sul comodino. Leggo l'ora sul display: le 06:30. Mi alzo a fatica, pestando, non di proposito, la coda del mio Border Collie: Alter. Lui guaisce, e sembra fulminarmi con lo sguardo- Non è colpa mia! Così impari a metterti a dormire attaccato al mio letto.- lo rimprovero. Fin da quando era cucciolo ha avuto questo vizio. Non so perché, ma credo che abbia paura che io possa abbandonarlo. Lui mi risponde con un mugolio, come se si stesse lamentando, e io lo richiamo. Scendo le scale per dirigermi in cucina. Appena entro mi dirigo verso il frigo, tirando fuori un brick(?) di succo alla pesca, poi mangio una brioches alla marmellata di pesche. Risalgo le scale, entrando nella mia stanza. Prendo dall'armadio un paio di boxer neri come le calze, un jeans strappato, una camicia a quadri neri e bianchi, stivali, e cinturone. Entro in bagno levandomi i boxer e la maglia che ho usato per dormire, gettandoli in mezzo ai panni sporchi, per poi entrare nel box doccia. Regolo l'acqua sulla giusta temperatura, ovvero calda,e aspetto che si riscaldi lasciandomela scorrere lungo la pelle. Mi insapono i capelli e il corpo e, dopo essermi sciacquato, esco dalla doccia avvolgendomi un asciugamano in vita. Mi prendo un minuto per guardarmi allo specchio. I capelli ormai mi arrivano quasi alla spalla, per questo che li tengo legati con un codino dietro la testa, il mio fisico durante gli anni si è fatto più muscoloso, i miei occhi hanno perso la rotondità e la grandezza di quando ero bambino, ora sono più affilati e il verde è misto all'oro. La mia pelle è sempre ambrata e, a detta di molti somiglio a mia madre. Per certi aspetti si, per altri no. Mentre continuo a scrutarmi con lo sguardo, noto una cicatrice. È posta sul pettorale destro. Me la sono fatta cadendo da cavallo quando scopri che mia madre era malata di cancro.
Continuando a pensare a mia madre, finisco di asciugarmi e di vestirmi. Poi mi lavo i denti, prendo le chiavi di casa e chiamo Alter, per uscire. Mi dirigo verso il recinto dei cavalli, fischiando e richiamando l'attenzione di un Gipsy King, il mio cavallo: Angus. Lui, con il suo trotto cadenzato ed elegante, si dirige verso di me posando il muso sul mio petto. Mio padre me lo regalò quando avevo 14 anni e, ora che ne ho 21, lui è ancora al mio fianco. Io gli accarezzo il collo, regalandogli qualche pacca, per poi spostarmi con lui e Alter verso i box. Prendo la corda che uso per cavalcarlo, mettendogliela addosso, e aspetto che arrivino gli altri. Oggi partiamo per Trost, dobbiamo vendere alcuni cavalli per guadagnare un po' di soldi. Sento lo scalpiccio ormai familiare degli zoccoli sull'asfalto, i nitriti e l'abbaiare dei cani sono ormai la mia musica. Monto in groppa a Angus, facendo cenno ad Alter di raggiungere gli altri cani. Apro il mio recinto, facendo uscire i cavalli seguendoli fino ad unirmi agli altri allevatori. Con me ci sono: Reiner, biondo, muscoloso e abbastanza alto, Berthold, Moro e molto alto, Jean, che sembra un cavallo con quel suo viso allungato e la faccia da ebete, e infine la sola ragazza che alleva i cavalli di tutti noi: Annie, bionda e con una forza paragonabile a quella di un ragazzo. Li conosco tutti da diversi anni, ma ho un rapporto molto stretto con Jean. Li saluto con un cenno del capo, fischiando poi per far aumentare il passo ai cavalli.
Dopo tre ore di viaggio arriviamo a Trost. La città mi piace molto, è piccola e accogliente e ormai la conosco come le mie tasche. Tutti ogni anno, ci guardano come se fossimo Delle creature strane, malgrado ogni anno ci sistemiamo qua per un mese o due. C'è chi fa foto, chi ci fissa per poi bisbigliare. Poi ci sono le solite ochette in calore, appena vedono me, Rainer, Berthold o Jean impazziscono, e noi siamo sicuri che avremo il triplo Delle visite allo stand. Per arrivare allo spiazzo dove si svolgerà la fiera passiamo di fronte all'istituto artistico intitolato alla Scouting Legion, in onore ai caduti della prima e seconda guerra mondiale. La Scouting Legion era un'armata speciale che comprendeva uomini e donne fuori dal comune, con un'intelligenza o una forza fuori dalla norma. Mentre passiamo sento un rumore, simile ad uno sparo, che mi fa sussultare. Mi volto e vedo dei ragazzini, non avranno più di 14/15 anni, utilizzare Delle pistole giocattolo. Stanno ridendo e continuando a "sparare", quando uno si avvicina ad un puledro e, essendo cavalli praticamente allo stato brado, far partire un colpo. Non faccio in tempo a partire per farli allontanare, che praticamente tutti i cavalli, tranne quelli su cui io e gli altri siamo seduti e quelli più anziani, sono partiti alle galoppo. Si sa che per tutti gli animali che allo stato brado sono prede, la partenza di uno vuol dire " pericolo imminente", ed è più che logico che siano scappati. Ma il problema è che potrebbero far del male alle persone, schiacciandole mentre corrono o peggio, potrebbero farsi del male. Sento un fischio e subito dopo i cani, con al seguito Annie e Jean, scattano verso il branco. Faccio partire Angus al galoppo è in poco sono accanto a Jean. - Jean, Annie! Voi mettetevi ai lati della mandria per non farla dividere! Al retro ci pensano già i cani!- - E tu cosa pensi di fare dannato?- mi urla di risposta Jean. - Mi è venuta un'idea, ma è rischiosa. Se riesco a far deviare i cavalli verso il luogo della fiera e a farli entrare nel recinto, avremmo risolto tutto!- E quale sarebbe il problema?- chiede Annie con voce seria e pacata - Il problema sarebbe aprire il recinto. Quindi dobbiamo fermarli!- dico io serio È più rischioso questo sai?- - Si lo so. Ma non c'è altra soluzione!- - Si ché c'è!- Annie si fa sentire- E sarebbe?!- - Potresti saltare dentro il recinto! I cavalli ti seguirebbero! Non ci avevo pensato! - Ottima idea Annie!- detto questo mi distacco da loro per raggiungere la testa del branco. Passo per un parco e sono certo di avere un po' di tempo. Arrivo ad un incrocio e mi blocco. Li sento arrivare. Ma, come sempre, c'è l'inconveniente.Levi pov
Sento la porta sbattere e le lacrime pressare per uscire dai miei occhi. Stringo le palpebre per non lasciarle uscire, mordendomi il labbro per non farmi sfuggire nemmeno un singhiozzo. Mi alzo dal letto per dirigermi in bagno, mentre quello schifoso liquido bianco misto al mio sangue scivola lungo le mie cosce. Entro nel bagno. È un dannato buco. Una finestrella, un minuscolo box doccia, un water e un lavandino. Tutto sui toni del bianco, del nero e del grigio, come il resto della casa. Mi volto verso lo specchio. Il mio corpo è coperto di lividi e cicatrici. Segni vecchi e nuovi. Causati da mio zio...e da me... Osservo i miei capelli. Neri, come quelli di mia madre. I miei occhi,come i suoi, contornati dalle medesime occhiaie e la pelle nivea come la sua. Le lacrime premono e le lascio uscire. Mi rintano sotto la doccia. Lascio che l'acqua scorra, unendosi alle mie lacrime. Quel dannato desiderio si fa risentire... È un mese che non ne tocco... Ma ne ho bisogno... So di avertelo promesso Hanji... Ma non ci riesco... Sollevo una piastrella e ne tiro fuori una lametta del temperino. Sollevo il polso e incido in orizzontale. Da subito il sangue scorre come un fiume, macchiando di color cremisi il pavimento della doccia.
Dopo essermi fasciato per bene i polsi, mi vesto. Completamente di nero. Copro i polsi con dei bracciali borchiati. Metto il dilatatore all'orecchio destro e il piercing al labbro inferiore. Prendo le chiavi, le cuffie e il telefono, ed esco. Faccio partire " Carnaval" di Maluma. Mi piace e mi rilassa. Passo per il mio solito parco, accendendo una sigaretta. Spengo la musica per attraversare la strada. - SPOSTATI DEFICIENTE!- sento questo urlo prima di sentirmi afferrato dai fianchi e sollevato. Sento il calore di un corpo contro il mio. Alzo lo sguardo e lo incrocio con un paio di occhi smeraldini. Capelli castani scompigliati, pelle ambrata. Sento uno scalpiccio a me poco noto. Volto lo sguardo e trovo il mio viso sfiorato dolcemente da dei ciuffi bianchi e neri. La criniera di un cavallo. Solo in questo momento realizzo di essere in groppa a un cavallo bianco e nero. - Oi. Cosa ci facevi in mezzo alla strada? Non hai sentito i nitriti e l'abbaiare dei cani?- mi domanda il ragazzo. Io nego con la testa. Lui mi stringe - Tieniti forte piccoletto. Ora si salta!- - Cosa?!- dico io sbalordito. Lui si mette a ridere e mi porta verso il suo petto. Il cavallo aumenta l'andatura, per poi balzare. Mi sembra di volare. Appena atterriamo mi stringo alle sue spalle. Poco dopo altri cavalli ci raggiungono. Il ragazzo scende, per poi tendere le braccia verso di me. - Avanti, ti aiuto a scendere!- io mi faccio scivolare verso di lui. Il castano mi afferra dai fianchi con un braccio. Mi poggia a terra, per poi tendermi la mano - Io sono Eren, Eren Jäeger!- un nome nordico...forse viene dall'Europa del nord- I... Io sono Levi, Levi Akerman...- rispondo io titubante. Lui sorride- Piacere- - Piacere mio- sento una piccola spinta e mi ritrovo attaccato a Eren. Lui arrossisce, per poi alzare il viso e urlare un "Angus". Sento il cavallo nitrire e poi correre via, inseguito dal castano. È una scena esilarante. Eren sdraiato a terra e il cavallo che lo annusa. Sorrido - Bene bene bene. Ma che bel bocconcino!- questa voce. Non può essere...Pandacorni arcobalennooo!!!
PRIMO CAPITOLO PUBBLICATO!!! SONO FELICIA!!! Comunque spero vi piaccia. Lasciate una ⭐ e un commento 💬. Secondo voi chi è il tipo misterioso? Alla prossima e.... POBA A TUTTII!!
STAI LEGGENDO
Non sono uno zingaro
عشوائيLevi, diciannovenne solitario, apatico e misterioso. Dopo la morte della madre, ai suoi quindici anni, viene affidato allo zio. Depresso e autolesionista, riuscirà a uscire da questo baratro di emozioni negative grazie a un giovane Gipsy? O le sue t...