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La sua macchina non è molto distante dalla segreteria, saranno stati sì e no settecento metri. Ha una jeep, il modello non lo conosco, dato che non ne capisco assolutamente niente di macchine.

«Che bella macchina!» dico decidendo di rompere il silenzio.

«Grazie, mi è stata regalata al mio matrimonio.» dice premendo un pulsante sulle chiavi della macchina. Capisco che ha tolto le sicure e salgo al lato dei passeggeri.

«Non pensavo fossi sposato, sembri abbastanza giovane.»

«Lo sono.»

Alza il volume della radio, in modo che io non possa rispondere.

Ci metto un po' a riconoscerla, ma è proprio lei: 7 Years.

Abbasso un po' il volume.

«E' una delle mie canzoni preferite, ma perché la voce è così diversa?» sembra una cover.

«E' una cover, la canta Conor Maynard, qualcosa del genere.» dice e subito dopo rialza il volume della musica.

Dopo qualche altro minuto di silenzio, arriviamo a destinazione. Questo mc donald's è diverso da quelli che abbiamo in Italia. Non saprei scegliere ancora quale preferisco.

«Cosa prendi?» mi chiede mentre entriamo.

«Un crispy mcbacon, e tu?»

«Anche. Mettiti a sedere arrivo subito.»

Mi siedo in un tavolino per quattro, anche se siamo solo in due. Ho scelto questo perché è l'unico con una finestra che da sulla strada. Colton parla con la cassiera, sembrano avere un grado di confidenza abbastanza alto. Forse sarà sua moglie. Se così fosse, lui è molto più bello e affascinante di lei.

I miei pensieri vengono interrotti dalla vibrazione del telefono.

E' Jack. Mi ero completamente dimenticata di lui, da quando sono qua non siamo stati un attimo insieme.

Ti sto cercando da più di un'ora, si può sapere dove cazzo sei?

«Ti ha scritta il tuo ragazzo?» mi chiede Colton mentre si siede di fronte a me e mi porge il vassoio.

«Sì, stavo pensando...» prendo una piccola pausa e poi continuo «A lui posso dirlo che sono qui con te? Sono sicura che non lo direbbe a nessuno.» so che mi dirà di no, per questo guardo il panino nell'attesa della sua risposta.

«No, Valerie. Tu sei una bimba, ed io un uomo. L'istituto non prevede queste cose, anche se queste cose sono solo un panino e un passaggio, non le prevede. Rischierei il posto, ed io ho bisogno del mio lavoro.» mi spiace ammetterlo, ma ha ragione. La situazione è facilmente fraintendibile.

«Va bene, ma non mi chiamare bimba.» dovrei offendermi, ma non ci riesco. Nessuno mi aveva chiamato bimba, tranne ché mio padre quando avevo circa cinque anni.

Finiamo di mangiare il panino entrambi ed il silenzio comincia ad essere imbarazzante. Non mi è mai capitato non avere niente da dire, anzi.

«Quella donna al bancone è tua moglie?» chiedo infine.

«Chi? Joe? Scherzi spero.» dice senza sforzarsi di mascherare la risata, poi continua. «Se è perché ci hai visti scherzare, sono un cliente abituale, abbiamo istaurato una certa confidenza.» Mi sfiora per un attimo il pensiero di lui qui che mangia un panino con un'altra studentessa, ma lo scaccio via subito.

«Quindi non sono la prima bimba che porti quadico accentuando la parola bimba.

«Assolutamente no.» prende una piccola pausa «Vengo sempre qui con mio figlio.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02, 2017 ⏰

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