Arrivare qui è stato come attraversare una sfocatura. Una grande, sfumatura imbrattata e non ci potevo vedere in mezzo. Non che comunque lo volessi.
Con molta probabilità, ci siamo trasferiti dalla Germania all'America per mia madre, solamente per lei. Io ho discusso con mio padre che saremo potuti andare da qualche parte più vicina, come il Giappone, o l'Inghilterra. Comunque, essendo l'uomo testardo che era, insistette che l'America avesse la tecnologia, e i trattamenti medici privati di prima qualità. Per essere un uomo così intelligente, qualche volta poteva essere molto stupido.
Non è che fossi contro l'andare in America, veramente, io volevo trasferirmi. Io odiavo la Germania. Non capite male, io amo il paese in sè con tutto il mio cuore, ma l'odio puro per le persone che ho incontrato e gli eventi che sono successi lì, mi facevano ribollire di rabbia ogni volta che ci pensavo. Mi ha fatto rattristire, mi ha reso triste oltre ogni aspettativa lasciare la mia piccola casa nel paese per un gran, ampio mondo come l'America, ma era tutto nuovo. Invece di studiare a una decadente scuola statale, avrei avuto la possibilità di studiare all'estero!
Ma chi lo voleva, comunque?
Nessun altro che mio padre.
E quindi, mi sono aggrappato a tutte le mie forze, i miei occhi - o dovrei dire, occhi, analizzò tutta la stanza, guardando come tutti posavano intensamente, i loro occhi su di me. Cosa stavano pensando loro, comunque? Stavano pensando che fossi uno con grandi problemi, uno stupido, un perdente, un solitario, uno straniero che sapesse a malapena parlare l'inglese?
Probabilmente. Non li incolpavo, veramente. Ero un perdente. Ero un solitario. Lo sono ancora. Non potevo cambiare veramente quelle cose di me, ma i miei genitori speravano che l'America avesse aiutato me e la nostra famiglia. Non l'avrebbe fatto, sul serio, era un futile tentativo di aiutare mamma a stare meglio, quando sapevamo che non sarebbe migliorata. Questa volta, le probabilità erano contro di lei."Quindi, Eren dicci qualcosa su di te." Il professore della mia nuova classe stava parlando con me, avvicinandomi di molto al davanti del classe, dove io già ero in piedi. Inalai un respiro tremando, notando come l'aria fosse umida, schiacciandosi su di me, soffocandomi. Io non conoscevo queste persone, e loro non conoscevano me. Sono stati insieme per un intero anno o due. Non lo sapevo, anche se ero appena venuto. Io ero lo stranerio, che aveva un accento tedesco, il quale inglese era vicino all'essere impeccabile. Ma comunque, io rimanevo qualcuno che veniva da fuori e lo sarei rimasto per probabilmente tutto il mio tempo qui.
"Io- io mi chiamo Eren." Mi stavo insultando dentro di me per il mio veloce esitare sulle parole iniziali, iniziai a guardare il muro al fondo della stanza per distrarmi mentre mi stavo presentando. "Io vengo dalla Germania, e... spero di essere vostro amico in futuro." Le parole vennero fuori dalla mia bocca, quasi materializzandosi. Quasi forzate. Esse erano calme, un mormorio, un sussuro, ma quel curioso silenzio mi indicò che tutti le avessero sentite. Le parole dette non erano esattamente le mie, a dire la verità. Sulla strada per la scuola in macchina mio padre mi diede il suo 'grande discorso'.
"Senti Eren" lui mi disse, " quando ero un giovane ragazzo, e iniziai ad andare alla mia nuova scuola, ho dovuto salutare tutti. Pensi di poterlo fare anche te, figlio mio?" Io annuì, non gli volevo parlare più, i miei nervi stavano prendendo la meglio su di me. "Devi pensare a farteli amici. Dimostra a tutti loro che sei forte, ragazzo mio! Mostra loro la tua forza, e non incroceranno mai la tua strada, mi hai capito?" Gli dissi di si.
"Benissimo, Eren, benvenuto in America." Il professore Shadis mi sorrise. Poteva essere interpretato come un sorriso, ma onestamente sembrava una smorfia tra un sorriso e rabbia, davanti alla quale mi sentì piccolo dalla paura.
"C'è solo un posto libero, Eren, vicino alla finestra nel retro della classe, quindi sentiti libero di sederti lì." Il posto non era così male, potevo curiosare fuori dalla finestra e forse disegnare un po di paesaggio se mi annoiavo.
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Unwanted~ Ereri by Kattalee (italian translation)
FanfictionQuesta è una fanfiction Ereri realizzata dall'utente Kattalee, la mia è solo la traduzione in italiano. NON È UNA MIA STORIA. KATTALEE MI HA DATO IL PERMESSO PER TRADURRE. This is a fanfiction about the Ereri ship by Kattalee, this is just my transl...