Irregolare

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Ero davanti alla casa, le mie mani erano nelle mie tasche per proteggerle dal caldo, non che stesse aiutando. Dopo che mia madre se ne andò, ero rimasto davanti al cancello, ancora esitante. Avrei potuto far marcia indietro e andare da un'altra parte, ma dove sarei potuto andare? Alla biblioteca, forse? Non avrei potuto farlo, comunque. Ho dovuto dire ai miei genitori che sarei rimasto fuori per la notte e dove sarei potuto andare se non qui? Non sarei potuto andare in biblioteca per la notte, non importa quanto fosse bella l'idea; era il giorno di Natale; molto probabilmente sarebbe stata chiusa. Non potevo andare a casa, perché mia madre mi avrebbe riportato qui; dovevo "socializzare".

Aprendo il cancello di ferro, mi feci strada verso il grande portone di legno. La casa era enorme, e vecchia: doveva essere costata una fortuna, e che fossi dannato se, anche con un salario alto come quello di mio padre, ci saremo mai potuti permettere una casa come questa. Non mi dispiaceva più di tanto, comunque, casa Ackerman mancava di quella bellezza e quella sensazione di accoglienza che casa mia aveva.  Battendo le mie nocche sulla porta in un battito d'occhio, aspettai qualcuno che mi aprisse la porta, pregando il Signore affinché fosse Mikasa. Quando la porta si aprì per far apparire Levi, tuttavia, il fresco dell'aria invernale fece la sua comparsa.

Ero vestito in modo casual: indossavo un paio di jeans neri attillati, delle converse, una t-shirt bianca coperta da un maglione con la zip e una benda per gli occhi. Potevi vedere gli occhi di Levi squadrarmi, prima di posarsi sui miei. La benda era diversa rispetto a quella che lui mi aveva strappato qualche giorno prima. Il livido dove il pugno di Levi fece contatto con il mio occhio era a malapena visibile dietro la benda bianca. Se avessi potuto vedere il sollievo su la faccia di Levi, l'avrei sicuramente fatto. Il livido se ne era quasi andato, ma la rabbia che lo aveva causato c'era ancora. Volevo sapere per quale motivo l'avesse fatto, ma non ci sarei riuscito con metodi avventati.

"Ehm" dondolavo da un piede all'altro imbarazzato, guardando ovunque tranne che a Levi, "Mikasa, ehm, mi ha invitato.."

Sbuffando, Levi indietreggiò e aprì la porta, invitandomi dentro.
"Rilassati, ragazzino, non ti taglierò le palle, solo entra dentro, fa freddo qui fuori." Entrai, guardando Levi dietro di me mentre chiudeva la grande porta. Nel momento in cui feci il primo passo dentro, l'aria calda mi venne incontro, facendomi sentire troppo vestito.

Fui una delle ultime persone ad arrivare, a giudicare da quella che sembrava una quasi infinita folla che saltava al tempo del ritmo, che rimbobava per tutta la casa. Tutti avevano in mano i classici bicchieri rossi riempiti di, liquore? Probabilmente no, probabilmente Ribena*, riflettei tra me e me.

"Kasa e i suoi amici sono di sopra nel secondo salone." Bisbigliò Levi nel mio orecchio, il suo respiro era ghiaccio alla mia pelle calda. Sembrava bizzarro, e mi fece insicuro mentre stavo salendo le scale, non guardando indietro a quegli occhi di ghiaccio argento, che sapevo che stavano seguendo ogni mia mossa. Quando mi ritrovai al piano di sopra, notai la luce che si trovava alla fine del corridoio stretto, e la seguì. Quando raggiunsi la fonte, entrai in una stanza grande e chiusi la porta, come l'avevo trovata. L'atmosfera era molto più calma e silenziosa, era ancora eccitante però, e la terribile musica martellante era appena ascoltabile al di sopra di alcune risate, provenienti dal circolo di persone sedute su un tappeto peloso al centro della stanza.

"Eren!" Sasha si legò a me, abbracciandomi così tanto che i miei polmoni stavano cercando dell'aria e io pregavo affinché la ragazza mi lasciasse andare.

"Hai quasi saltato la pizza, amico. Abbiamo dovuto fermare Sasha dal mangiarla tutta." Disse Connie dal circolo, prendendo in mano un piatto con delle fette sopra, che non sembrano affatto gustose perché erano ormai probabilmente fredde.

Ringraziai Connie e guardai tutto il circolo, e quando la inquadrai, sorrisi e mi diressi verso di lei per abbracciarla dal dietro e per augurarle buon compleanno.

"Eren!" Si girò e ricambiò l'abbraccio. Potevo sentire battere forte il suo cuore contro il mio petto, sono sicuro che lei potesse sentire il mio, non che avesse un battito irregolare. "Avevo paura che non ti saresti presentato! Non ti sei presentato presto, che è successo?" Domandò lei, spostandosi a lato, per creare spazio così che mi potessi sedere, cosa che feci, mettendomi vicino al ragazzo lentigginoso che avevo visto il giorno prima.

"Certo che sarei venuto," dissi, "solo che la strada è più lunga di quello che mi aspettavo, scusa," mi giustificai semplicemente, prima di prendere la borsa che mi ero portato, con all'interno una lunga, rossa, sciarpa di seta e la misi attorno al collo di Mikasa. "Buon Compleanno."

Gli occhi di Mikasa si aprirono tanto mentre sprofondava nel calore del materiale, nascondendo un sorriso lì dietro. Pronunciò appena un "grazie", prima di afferarmi e abbracciarmi di nuovo, ma questa volta, prima di rompere l'abbraccio, raggiunse la mia guancia, e dal circolo, ero sicuro che Jean si stesse lamentando. Il viso di Mikasa era arrossito, quasi come il colore della sciarpa, che fece sbocciare in me un senso di orgoglio. Avevo reso felice una mia amica.

"Quindi!" Mikasa applaudì, attirando l'attenzione del gruppo, che la stava guardando attentamente, "A chi va un po di Mario Kart?"

Tre ore e venticinque videogiochi dopo, ero steso sul tappeto, la mia gola era secca per aver riso e per aver urlato a Jean, che per ripicca, era disteso sul mio grembo, mentre abbracciava la mia gamba per un motivo sconosciuto. Lui ed io eravamo assolutamente esausti, e mai in vita mia ho sentito tanta euforia venire da un videogioco. Mikasa, Connie, Sasha, Jean, il ragazzo lentigginoso, di cui ho conosciuto il nome "Marco"; Armin, ed uno sconosciuto dai capelli neri eravamo tutti svenuti in vari posti della stanza, lasciandomi da solo con il mio cellulare.

Stanco e annoiato, cercai di staccare Jean dalla mia gamba, intanto il ragazzo dai capelli cenere sussurrava qualcosa per mantenere il calore, "No dai, Marco, ancora cinque minuti." Mi levai lentamente, per non svegliare il ragazzo.

Facendomi strada fuori dalla stanza, andai al piano di sotto, notando che non c'era più la musica, e c'erano molte persone incoscienti per tutto il pavimento. Se non avessi saputo dell'esistenza della festa, avrei pensato che ci fosse stata una grande strage, c'erano cosi tanti corpi. Quando trovai quella che pensavo fosse la cucina, che era quasi irriconoscibile dai troppi festoni e biccheri sparsi ovunque, presi un bicchiere da una pila intera e la riempi d'acqua, per iniziare a bere. Appoggiandomi al tavolo, poggiai le labbra al bicchiere, incosciente degli occhi che mi stavano fissando da un angolo della stanza.

"Eren?" Una voce mi chiamò, facendomi saltare e quasi strozzare, mandando acqua e saliva giù per il mio mento, che tolsi con la mano prima che iniziassero a cadere. Asciugando la mano sul tovagliolo, la mia si voltò verso la voce. "Oh grazie al cielo, te sei Eren. Vieni, vieni, siediti, siediti!" Una persona dai capelli castano chiaro e con occhiali mi richiamò, e prima di raggiungere la straniera analizzai le persone che la circondavano.

Vidi Levi, che sedeva al tavolo, vicino a molta altra gente. Uno di loro, lo riconobbi, era Erwin, il capitano della squadra di calcio.
L'altra era Petra, il capo cheerleader; Hanji, la ragazza dai capelli castano chiaro, era il capo del club di scienze;  Gunther e Erd, entrambi della squadra di calcio, e Oruo, il ragazzo che si mordeva sempre la lingua e doveva essere portato in infermiera ad ogni fine lezione. "Siediti, Eren." Hanji mi disse con un sorriso.

"Quindi, Eren." Levi iniziò a parlare mentre mi siedevo, la luce sopra la sua testa gli illuminava i suoi occhi annoiati. "Perché hai pensato fosse ok venire?"

* "Ribena" è una marca di succo al sapore di mirtillo molto famosa negli U.S.A


Sono ancora vivo tranquilli. Ecco qui un nuovo capitolo di questa storia.
Hai capito Levi e Mikasa che danno feste selvagge, si trattano bene.
Tra un po di capitoli c'è una sorpresa molto MLMLMLML eheh.

Alla prossima, BUONO SCLERO.

Unwanted~ Ereri by Kattalee (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora