Insoddisfatto

144 14 36
                                    

Levi's Pov

In tutta la mia vita, non ho mai visto qualcosa come quegli occhi. Erano così, senza nessuna esagerazione, bellissimi. L'eterocromia è... esattamente rara, per lo più negli umani, e onestamente è un peccato che quel ragazzo, Eren, copra i suoi occhi. Sono fantastici, uno di loro è color ambra, come miele, eh Beh, lo potrei quasi mangiare. Non che lo farei, ovvio, sarebbe da pazzi e avrebbe un sapore di merda.

L'altro, quello che copre con quella stupida benda, è di un bellissimo verde. Aspetta; pensandoci adesso, non è nemmeno verde. Nella sua iride, si, è verde, ma se ci allontaniamo dal suo cerchio, è più un turchese che sfuma in un profondo blu con macchie d'oro e grigie nascoste in quel mare. Se fosse stato chiunque altro, gli avrei dato un pugno in piena faccia, o gli avrei fatto avere un occhio nero e ad Eren, lo avevo quasi fatto, ma i suoi occhi erano uno spettacolo. Erano così belli. Non potevo.

Sbuffai mentre pensavo a quel ragazzo tornando in mensa per sedermi con i miei amici. Pensavo al modo in cui Mikasa lo guardò, era il modo in cui quello stupido di Jean guardava Mikasa. Era... affetto. Ho sentito una morsa di qualcosa attraversarmi quando guardai Mikasa ed Eren. Mikasa non guardava nessuno cosi da anni, diamine; non ha nemmeno guardato me in quel modo quando ci incontrammo per la prima volta. Era quasi triste, pensare che qualcuno come Eren potesse rendere Mikasa felice. Che tortura.

Scivolai sulla panca per sedermi vicino a Petra, mi lamentai e spinsi un po' del purè di patate di Oruo nella mia bocca, lui iniziò a soffocare un soffio mentre si stava mordendo la lingua. Che idiota, lo fa sempre.

"Quindi, Levi, chi è quel ragazzo?" Hanji si fece avanti, i suoi occhi brillavano in un modo strano. Era come se tutti loro sapessero che qualcosa stesse succedendo, non che stesse succedendo qualcosa. Alcune volte mi domando se siano capaci di leggere la mente. Come se dovessi pensare a un bel culo visto quel giorno, o pensare ad alcune sporche fantasie, per poi girarmi trovandoli mentre mi stanno fissando. Mi fa dannatamente impazzire, non che comunque mi preoccupi di ammetterlo a qualcuno.

Sbuffando, ingoiai un altro cucchiaio del pure di patate di Oruo. Aveva un sapore schifoso, non c'è nessuno che sa cucinare qui? "Nessuno di veramente importante. Solo un amico di Mikasa." Adagiandosi sul loro posto, mi mandarono uno sguardo, alzando le loro sopracciglia. Fanno così quando cercano di farmi ammettere di essere gay, ma posso dire di essere al cento percento etero. Ho pure pensato più volte di portare fuori Petra solo per provarlo; ho saputo che per un po le sono piaciuto, ma mi sono sempre rifiutato di chiederglielo. Mi piaceva, a dire la verità, ma non sapevo se mi piaceva come io piacevo a lei.

"Ma perché indossa quella benda sull'occhio?" chiese Petra. Non era mio diritto dire qualcosa sul suo occhio, e potevo dire dal fatto che indossasse quella benda che non voleva che nessuno lo sapesse. Pensandoci, non potevo far altro che sentirmi colpevole. Sarebbe stato spaventato di me, mi avrebbe odiato se avessi rivelato qualcosa che forse odiava di sé stesso? Non lo avrei saputo a meno che non glielo avessi chiesto, ma forse era meglio non farlo. Forse era meglio lasciare le cose così.

"Forse è cieco, che ne sai?" dissi, le parole che vennero fuori erano più dure di quanto intendessi.

Petra sembrava che si fosse un po' offesa; scoppiarle così in faccia non era cosa di tutti i giorni. Normalmente, facevo uno sforzo e cercavo di essere più gentile con lei rispetto agli altri. Misi una mano sulla sua schiena, la spinsi su e giù, non in maniera sensuale ovviamente, solo per rassicurarla come gli amici fanno tra di loro.

"Scusa, sono stato duro." Dissi io, dandole uno sguardo dispiaciuto e un veloce sorriso. Beh, era dispiaciuto nella mia maniera.

"Va tutto bene." Petra mi ricambiò con un sorriso, appoggiandosi sulla mia mano prima che realizzassi che fosse ancora lì. Velocemente, la tolsi da lei e la nascosi sotto il tavolo.

"Pensate che gli dovremo parlare?" Hanji chiese. "Sembra interessante."

Borbottando, iniziai a guardare in giro. Era quasi spassoso osservare gli altri alunni, e guardarli girare nei loro posti, o fare l'occhiolino ad alcune ragazze e poi vederle sghignazzare o comportarsi da fan girl. Quando poi lo individuai – Eren. Seduto vicino a mia sorella. Di nuovo, lei stava ridendo, e mi infastidiva tantissimo. Non sentivo la sua risata da tanto tempo, vicino a me almeno. Assolutamente tanto tempo, e il suo suono era melodioso, era bellissimo mentre risuonava nella stanza.

Forse lei normalmente rideva così vicino ai suoi amici ed ero io quello che non era così legato a lei. Io, suo fratello, che non era legato a lei come i suoi amici. Sembrava quasi una cosa su cui ridere, ma... faceva male. Faceva un po' male, e non volevo ammettere il perché.

Mentre osservavo Mikasa ed Eren un po' di più, notai come la sua mano fosse scomparsa dalla mia vista, finendo da qualche parte sotto il tavolo. Ma... dal modo in cui il suo braccio era posizionato, la sua mano era sopra il grembo di Mikasa.

Il grembo di Mikasa.

L'adrenalina iniziò a scorrere attraverso me mentre mi scostavo dalla mano di Petra e iniziai a correre verso il suo tavolo. "Eren. In piedi. Adesso." Si girò e mi guardò preoccupato, mentre gli altri del tavolo erano tesi. Mikasa smise di ridacchiare e mi guardò malissimo.

"Perché dovrebbe venire con te? Perché ti serve?"

"Non sono affari tuoi, 'Kasa, adesso andiamo." Lo strinsi al braccio, e venne, anche se era un po' riluttante.

Lanciandolo nella classe d'inglese, che era solo usate per letture, chiusi la porta e lo guardai. La sua pelle abbronzata sembrava diventare chiara man mano che mi avvicinavo.

Senza aver controllo delle mie azioni, gli diedi un pugno, proprio all'occhio. A quel bellissimo occhio verde, proprio quello.

Qualcuno una volta mi disse che era nell'istinto umano uccidere le cose carine, così che smettano di essere carine, perché la loro bellezza non ci soddisferà mai. Forse è quello che ho fatto; lasciar prendere il controllo al mio istinto e fargli quasi uccidere l'occhio di Eren. Sembrava che gli avessi sfumato del carbone sopra, la ferita era così nera. Forse ho colpito un po' troppo forte? Uguale. Cogliendo l'attimo, lo presi al collo e lo trascinai alla mia altezza e gli parlai all'orecchio.

"Sai, ragazzo. Dovresti lasciare Mikasa in pace."

"Cosa diamine ti succede?" lui chiese, una mano stava togliendo la benda mentre l'altra stava toccando la sua tenera pelle, che era costellata di diversa colori.

"Quale diavolo è il tuo problema?" gli chiesi, guardando le sue sopracciglia arruffarsi nella confusione.

"Dimmelo te! Tu mi hai appena... dato un pugno?" Il suo forte accento tedesco enfatizzò l'ultima parola, facendomi un po' vacillare. L'ho appena colpito, vero?

Se l'è meritato. Ha toccato mia sorella. Mia sorella. Dubito che lei avrebbe acconsentito a questa cosa, veramente. Chi consentirebbe a degli sconosciuti di toccarli contro la loro volontà. Non Eren. Non me. Non Mikasa.

"Prenderò la tua benda da pirata, Occhi Splendenti." Gliela tolsi di mano, e lo guardai prendere un respiro faticosamente. "Buona giornata."

Mentre avevo la benda in mano, guardai le mie nocche, che un po' formicolavano. Poi notai come, anche loro, erano rosse e ferite.

Già.

Ho colpitotroppo forte definitivamente.    



ECCOCI QUI CON NUOVO CAPITOLO. ALLA PROSSIMA. BUONO SCLEROOOOO

Unwanted~ Ereri by Kattalee (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora