Un bambino correva a perdi fiato verso il nulla, con uno zainetto sulle spalle, con il dolore dell'abbandono negli occhi, nei tratti di quel viso genuino distrutto dalle lacrime, lacrime, che fortunatamente la pioggia riusciva a coprire,a camuffare.
Il dolore gli attanagliava il petto, stanco e distrutto, crollò sul suolo, fradicio si portò le gambe al petto e pianse, pianse quella solitudine che sapeva lo avrebbe accompagnato per il resto della vita.
••
Un rumore assordante e fastidioso iniziò ad espandersi nella stanza, li un ragazzo giaceva addormentato, col volto apparentemente sereno,ma scosso da ricordi di un'infanzia tormentata.ASH
Grato alla sveglia per averlo finalmente risvegliato da quell'incubo, aprì un occhio, vedendo la realtà piazzarglisi di fronte, come a fronteggiarlo, si riscosse dal torpore mattutino.
Rise amaramente, nemmeno quest'anno sarebbe cambiato qualcosa.Qualche secondo dopo, ecco un urlo, il solito, dannato urlo.
"Ash, ti vuoi svegliare? Muovi quel culo ed esci dalla stanza, oggi inizia la scuola."
Oh no.
Porca puttana, questo era anche peggio.Ora si che stava seriamente pensando a non alzarsi proprio, e rimanere aggrovigliato a quelle lenzuola che sapevano di maschio, di lui.
Ma non poteva mancare,non il primo giorno.
Non che gli importasse qualcosa, ma voleva davvero finire il liceo, così da poter finalmente andarsene da quella vita, da quella casa troppo calma e vuota per uno come lui.
Ed ecco che un altro, monotono e noioso anno di scuola stava per iniziare.
Dannazione, si era fatto bocciare l'anno precedente a causa della condotta non proprio pulita e la poca frequentazione alle lezioni.
E quindi si trovava di nuovo, per il secondo anno di fila, al terzo, fottutissimo anno di liceo.
E ciò non faceva altro che farlo innervosire di più.
Tsk, che avrebbe dato per un po' di divertimento.
Una bella scopata di primo mattino, lo rendeva quasi euforico.
E questo era tutto dire.
Oh si, del sano e splendido sesso, prima dell'inizio delle lezioni, lo metteva stranamente sempre di buon umore.
Niente di meglio.
Così, meno svogliatamente di prima, decise di alzarsi da quel letto così comodo e caldo, su cui nessuna aveva mai avuto il privilegio di dormire.Optai per il solito paio di jeans strappato, una magliettina nera, e ai piedi le mie vecchie e vissute vans, rigorosamente nere.
Pronto per il fatidico ritorno, scesi le scale velocemente, senza badarmi di mettere qualcosa sotto i denti, troppo occupato a non arrivare in ritardo, almeno il primo giorno di scuola.
Presi lo zainetto, con solo un astuccio ed un pacco di sigarette all'interno ed uscì.
Non prima di urlare un
"ciao, a più tardi" a mia 'madre'.L'aria fresca di metà settembre, mi si scontrò prepotente contro il viso, ma non me ne curai più di tanto, abituato com'ero.
Arrivai in anticipo di mezz'ora, sorrisi istintivamente, vedendo Johanna seduta sulle scale, ad aspettarmi.
Era la nostra solita routine, arrivare prima dell'inizio delle lezioni,rintanarci in bagno e scopare.
Non lo si poteva negare, era una bella ragazza.
Alta, snella, formosa, un seno prosperoso, e dei lunghi capelli biondi.
Tinti ovviamente.Con passo felpato mi avvicinai,ancora non si era accorta di me,assorta com'era da qualunque cosa stesse facendo col cellulare.
Così, per attirare la sua attenzione, finsi di tossire.
Alzò il volto di scatto, un sorriso malizioso le incorniciò le labbra.
-Quelle labbra che presto si sarebbero avvolte attorno a lui.-
Pensò maliziosamente.Non era cambiata in quei mesi, era rimasta la solita troia di sempre, più nuda che vestita, ma a lui questo piaceva, gli andava bene, a lui questo bastava.
Si avvicinò lentamente, in modo sensuale mi guardò negli occhi, e parló.
Quella voce, quella decisamente non mi era mancata.
Sembrava un'oca, o peggio, una cagna a cui stavano strappando qualunque cosa avessero per riprodursi.
"Era ora che arrivassi, stavo seriamente iniziando a credere che ti fossi dimenticato, o addirittura, stancato di me."
Disse con un'aria fintamente triste.Risi mentalmente, era patetica,
ma poco importava, la usavo solamente per il sesso,
nient altro.
Sapevo bene che lei ancora sperava in qualcosa di più tra noi, ma quando aveva voluto iniziare tutto ciò, sapeva a cosa andava in contro.
Perciò io, in colpa, non posso di certo sentirmi.Dopo essermela sbattuta per bene nei bagni, mi resi conto che già il primo giorno, ero in ritardo.
Colpa di quella troia che non era riuscita neanche a farmi venire.Stavo camminando per il corridoio ormai vuoto, assorto nei miei pensieri.. -quest'anno mi divertirò a tormentare qualche nuova matricola, o meglio ancora,distruggere la sua ingenuità, scopandomle. Si prospettava un anno davvero favol- ed ecco che i miei vennero interrotti.
Oh cazzo.
Vidi qualcosa venirmi incontro, lanciandomisi addosso.
Neanche il tempo di capire ciò che stava accadendo, che mi ritrovai disteso con lo sguardo rivolto in quello di qualcun'altra.
Merda.
No, era un fottuto maschio.
"Scusa scusa, non l'ho fatto apposta" disse il ragazzino affannosamente, provando a rialzarsi.
"Mi dispiace davvero" ripetè seduto ancora su di me.
Abbassò lo sguardo, capí dove era DAVVERO seduto e imbarazzato si alzò di scatto.Quel rossore che gli colorava le guance, mi fece instintivamente sorridere, era davvero delizioso.
Ma che cazz? Che pensieri stavo facendo? Mi rimproverai mentalmente.
Lui non poteva, non doveva pensare ciò.Vidi una mano tendersi, come a volermi aiutare.
Stupido ragazzino, non avevo bisogno dell'aiuto di nessuno, tantomeno del suo.
Dopo essermi alzato e pulito i jeans, volsi il mio sguardo a quello del ragazzino:
"Ehm, scusa ancora, ma sono nuovo e non so dove si trova la 2AS e per di più sono anche in ritardo. Sapresti..ehm, dirmi dov'è?" balbettó con aria imbarazzata.Avevo trovato la mia preda.
Avevo ragione che questo, sarebbe stato un anno favoloso.Spazio sclero.
Bene ragazzi/e, ecco il primo capitolo, spero davvero che vi incuriosisca e che vi piaccia.Ecco chi interpreterà Ash, nient'altro che:
Matthew Daddario
STAI LEGGENDO
Non solo gli opposti si attraggono
Teen FictionDal primo capitolo: Un bambino correva a perdi fiato verso il nulla, con uno zainetto sulle spalle, con il dolore dell'abbandono negli occhi, nei tratti di quel viso genuino distrutto dalle lacrime, lacrime, che fortunatamente la pioggia riusciva a...