Marinette X Adrien-Passione Carnale

Lussuria Sanguinaria

Il caldo sorgere del Sole risvegliava dolcemente l'intera Parigi.
Intanto,Marinette e Adrien dormivano abbracciati,nudi e l'una sull'altro.
La ragazza fu la prima a svegliarsi.
"Buongiorno,amore mio.
Hai dormito bene?" gli chiese con voce persuasiva e seducente.
Adrien,come richiamato all'ordine,aprì gli occhi dolcemente e si alzò.
Prima che Marinette potesse dire qualcosa,il ragazzo la sollevò prendendola per il busto e la adagiò dolcemente sul pavimento:"Pronta per il secondo round di verginità,mia amata sposa?"
La ragazza annuì e gli indicò la vagina:"Riempimi di nuovo,amore mio.
Voglio essere piena fino a scoppiare." lo pregò la fanciulla con gran seduzione.
Adrien si mise adagio su di lei e,con la precisione di un fabbro, avvicinò il suo pene alla vagina di lei.
Appena le due parti intime si sfiorarono,sia Adrien che Marinette iniziarono a tremare.
Il ragazzo scese rapido sul volto della sua amata e cominciò a baciarla.
La ragazza,appena le labbra di Adrien sfiorarono le sue,inspirò come se fosse stata gravemente ferita da qualcosa e alzò la vagina rilassandola.
"Ora tocca a me a fare di te quello che voglio,amore mio." sussurrò ella nelle orecchie di lui.
Il ragazzo le permise di rialzarsi e andare in cucina a prendere qualcosa.
Quando ritornò,aveva quello che sembrava essere un coltello in mano.
Fortunatamente,il ragazzo aveva gli occhi chiusi,quindi non vedeva niente.
Ma la folle passione della ragazza non aveva fatto i conti con l'istinto felino di Adrien.
"Aspetta che mi metto alle tue spalle,così la cosa sarà più romantica." disse sensuale Adrien,senza far notare a Marinette che aveva capito cosa stava accadendo.
"Come desideri,amore mio." accettò la fanciulla con voce seducente.
Entrambi non volevano farsi del male a vicenda,ma quell'amore troppo forte e troppo lussurioso imponeva loro di farlo.
Marinette si inginocchiò davanti al ragazzo e posò a terra il coltello.
Il giovane gatto ne approfittò per prenderlo,mettersi alle spalle della sua sensuale sposa e abbracciarla amorosamente.
Adrien alzò il coltello,aspettando che Marinette si lasci trasportare dall'amore che lei provava alla follia per lui.
Appena la fanciulla inspirò teneramente e sensualmente,segno che era appena caduta nella sua "trappola amorosa",Adrien affondò rapido la lama nella schiena di Marinette,la quale tentò di gridare per il dolore,ma non ci riuscì.
Il ragazzo affondò il coltello ancora di più nella ferita la quale cominciò subito a sanguinare copiosamente.
Nel mentre che Adrien affondava la lama nella sua schiena,la ragazza strinse i denti e tentò ancora una volta di gridare,ma ne venne fuori un flebile lamento.
Marinette si sentì perdere le forze man mano che lei tentava di fare qualsiasi movimento.
"Straziami,...uccidimi,...amore mio.
Fallo adesso...prima che ti...perda per sempre." lo pregò mezza morente la ragazza.
Inspirò profondamente contraendo il suo corpo ormai debole.
Adrien fece scendere il coltello sempre più dentro il corpo di lei fino a far uscire la punta della lama dallo stomaco della ragazza.
Con voce rotta e soffocata,Marinette ansimò pericolosamente.
Adrien le tolse il coltello dalla schiena,fece appoggiare una moribonda Marinette sulle sue gambe e avvicinò la lama sanguinata al suo petto.
"Strappa...il mio cuore...dal petto...e fammi tua...ancora di più,...amore mio." sussurrò la ragazza quasi morta.
Il ragazzo,veloce come un gatto che si arrampica sul tronco di un albero,conficcò il coltello nel petto di Marinette,la quale spalancò al massimo gli occhi.
Adrien mise una sua mano sulla vagina di lei,la quale si era indurita a causa della ferita mortale.
La baciò appassionatamente,mentre le palpò con lussuria la sua parte intima quasi morta.
Marinette contrasse forte la vagina e,con le mani che le tremavano,affondò il coltello fino a bucare il suo ormai morente cuore.
La ragazza,appena la lama le tagliò il cuore,esalò il suo ultimo respiro chiudendo gli occhi e abbandonando il capo e il suo corpo alla lussuria...e alla morte.
Intanto Adrien continuava a palparle la vagina sempre più forte con una passione e una follia mai viste.
Improvvisamente notò che Marinette non si muoveva più.
Come se non fosse successo niente e senza aspettare altro,tolse la lama dal petto della morta,glielo squarciò e tagliò le vene del cuore.
Quando Adrien tagliò l'ultima vena,si sentì sollevato.
Estrasse il cuore di Marinette e lo mise accanto al cadavere.
Corse poi a prendere ago e filo per cucire le ferite:sapeva,infatti,che il morso che le aveva dato la notte precedente le aveva donato le nove vite da gatto.
Ritornò con in mano ciò che gli serviva e le cucì con cura le ferite.
Dopo un po' le cuciture scomparvero insieme al sangue.
Il ragazzo prese il cuore della sua amata e lo mise in un cofanetto appoggiato sul comodino alla sinistra del letto.
Marinette aprì gli occhi debole e stordita come se avesse dormito molto più del solito.
"Eccoti qui,amore mio.
Hai messo al sicuro il mio cuore che ti ho donato?" chiese lussuriosa la fanciulla.
"Tutto fatto,Marinette,...mia micia coccinellosa." rispose dolcemente il ragazzo mentre le accarezzava il volto.
Si avvicinò al suo volto e le sussurrò nelle orecchie:"Lussuriosa o no,...ti amo infinitamente,mia principessa."
"Ti amo anch'io,amore mio.
Ti amo tantissimo." rispose la ragazza.
Appena le labbra di Adrien toccarono soavemente quelle di Marinette,ella si sentì letteralmente al settimo cielo.
A poco a poco,le loro lingue iniziarono a sfiorarsi e a esplorare gli interni dei due giovani innamorati.
Ad un certo punto Adrien mise le mani dietro la schiena della ragazza e la sollevò portandola a sé.
Il ragazzo iniziò a sentire qualcosa di troppo potente in Marinette:più lui e lei facevano sesso e lussuria insieme,più la ragazza ne voleva ancora di più,come se fosse una droga.
"Devo stare attento.
Se Marinette non fa altro che peggiorare,adesso che le ho strappato letteralmente il suo cuore dal petto,finirà col cacciarsi nei guai e ferirsi insieme a me." pensò turbato il ragazzo mentre continuava a baciare la ragazza,ma fu abbastanza abile da nascondere il suo timore.