"Udito" o "Il buco"

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Jimmy salì la scala che portava al piano di sopra con un bicchiere di acqua fresca e limpida in mano

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Jimmy salì la scala che portava al piano di sopra con un bicchiere di acqua fresca e limpida in mano. Goccioline di condensa gli si andavano formando sulle dita via via che il bicchiere di vetro si appannava. Era giugno e una certa calura aveva già impregnato la casa come una coperta calda.

Sua moglie Sarah era già sistemata per la notte quando entrò in camera da letto. Se ne stava appoggiata alla spalliera, i capelli ramati raccolti in un ammasso informe sulla parte superiore della testa. Un libro era posato di sghembo sulle ginocchia, nascoste dal lenzuolo blu con cui si era coperta. Caldo o no, Sarah non rinunciava mai al suo lenzuolino a coprirle le gambe.

-Ecco qua- le disse, entrando e posando il bicchiere d'acqua sul suo comodino. Lei lo ringraziò e mentre si avviava verso il bagno sentì il rumore delle pagine del libro che incominciava ad essere sfogliato. Le avrebbe chiesto dopo che nuovo libro fosse.

Il bagno che dava sulla camera da letto era un'ambiente abbastanza angusto. Rispecchiava un po' il resto della casa ad essere sinceri. Non vi vivevano da molto, appena un mesetto, ma era abbastanza accogliente e tanto bastava. Non avevano figli perciò era l'ideale. Non che non ci avessero provato, questo è certo, ma Jimmy pensava che da lassù avessero altri piani e, suonate la campane dei cinquanta, era ora di smetterla di cercare di procreare e di rassegnarsi all'inevitabile fato.

Non che lui fosse troppo scontento, era stata Sarah quella a soffrirne di più. Era andata in depressione per un po', qualche anno prima, piangeva dicendo che il suo ventre non era altro che un buco buio e scuro. Ma per fortuna la cosa era stata superata abbondantemente. Era anche per quello che avevano deciso di cambiare aria. La vecchia casa, grande e con ancora la camera infiocchettata per un bambino che non era mai arrivato, non era proprio quello che si chiamerebbe "un luogo che aiuta a distrarsi". Anzi, non faceva altro che peggiorare la situazione. Perciò presa la decisione di demordere dal punto di vista genitoriale, eccoli lì in quella casina stretta e calda, abbarbicata su una piccola collina che in inverno prendeva il colore dello smeraldo, mentre in estate si tingeva di giallo grano grazie all'erba secca.

Jimmy smise di orinare, chiuse la tavoletta del water e aperto il rubinetto del lavandino si fece scorrere un po' d'acqua in gola. Non aveva un buon sapore ma non aveva voglia di ridiscendere in cucina a versarsi un altro bicchiere. Quando uscì dalla stanza, Sarah leggeva, gli occhiali inforcati sul naso adunco che le scendevano di tanto in tanto fin quasi sulla punta. Lesse distrattamente sulla copertina mezza nascosta dalla mano di lei: "Sch...ri".

-Che leggi?- le chiese girando intorno al tappeto e finalmente sedendosi sul letto morbido che mandò un gemito "molloso".

-Stephen King. "Scheletri". Sembra interessante- rispose lei aggiustandosi gli occhiali.

-Uhm... Sembra inquietante invece.- Jimmy odiava i film e le storie dell'orrore.

Sarah rise sommessamente. -Sì, un po' lo è. Non ti piacerebbe, se lo leggessi.-

CINQUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora