Prologo

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5 Settembre 2017

Oggi sono nella mia cameretta ad ascoltare la musica, mi sono svegliata molto presto pur essendo ancora in vacanza.
I miei genitori sono a lavoro e sono a casa da sola, decido di alzarmi dal letto e andare a fare colazione, sto morendo di fame.
Scendo le scale con calma e noto che Smokie, il mio gatto, sta già sotto lo sgabello della cucina che aspetta la sua colazione. Mi abbasso e lo accarezzo, lui mi si striuscia sulle gambe. È un gatto molto diffidente, infatti mangia solo se sono io a dargli da mangiare. Ha il pelo color fumo e ha gli occhi di un giallo magnetico, mi fu regalato quando avevo 12 anni e ora sta con me da ormai 4 anni, è il mio compagno di avventure.
Mi rimetto in piedi e gli verso nella ciotola dei croccantini e la posiziono sul suo tappetino. Mentre Smokie mangia io mi preparo un cappuccino e me lo gusto nel soggiorno dove c'è un'ampia porta finestra che si affaccia sul giardino della mia piccola dimora.
Una volta finita la mia bevanda mi alzo e vado in camera con Smokie alle calcagna, una volta dentro apro la finestra e inspiro l'aria fresca di settembre.
Poi chiamo Clara, la mia migliore amica, che è ancora in vacanza in Sardegna e tornerà tra un paio di giorni, non vedo l'ora di riabbracciarla e parlare del più e del meno. Mi ha inviato delle foto e ho intuito che il posto è magnifico.
Oggi penso che studierò, tra un po' inizia la scuola e devo ancora finire i compiti.
-
È già arrivato il buio e i miei genitori sono appena arrivati a casa e gli sento chiamarmi dal soggiorno. Scendo le scale con calma in pigiama.
Mia madre, Giulia, è seduta sul divano e mio padre, Davide, guarda fuori dalla grande vetrata.
<Ciao> dico una volta arrivata nel soggiorno.
Mia madre si alza e mi fa un grande sorriso e mi abbraccia. Questo gesto mi spaventa, significa che sta succedendo qualcosa.
<Ciao, amore mio> dice tra le mie braccia.
<Che succede?> chiedo un po' perplessa.
<Siediti, piccola> dice mio padre.
Il nomignolo che mi ha attribuito mi piace un sacco, ma questo non basta per farmi cambiare l'espressione che governava sulla mia faccia.
<Abbiamo deciso di adottare un bambino nigeriano> esclama mio padre tutto un tratto.
All'inizio rimango stupita dalla loro decisione ma poi sul mio viso si forma un sorriso a trentadue denti.
<Sappiamo che vorresti un fratellino e ti abbiamo voluto accontentare ma..>
mia madre non finisce la frase, guarda il vuoto con le labbra sochiuse.
<Dovremmo trasferirci> conclude mio padre.
Rimaniamo in silenzio per un po' di secondi fino a quando decido di interrompere questa tensione.
<Dove andremo?> chiesi.
<Torino> rispose mio padre con voce ferma.
<È una decisione indiscutibile, anche perché tuo padre è stato trasferito lì.> giustificò mia madre.
Mio padre lavorava per un azienda che aveva stabilimenti in tutta Italia e anche all'estero.
<Posso tornare in camera?> è quello che sono riuscita dire.
<Certo> rispose mia madre con voce dolce.
Salì in camera mia e vidi Smokie sul letto che mi fissava, quasi con aria triste. Lui mi capisce sempre.
Mi stendo sul letto con le cuffie e metto una playlist a caso, mentre Smokie si distende accanto a me per essere accarezzato.
Parte la mia canzone preferita: "Dove finisce il cielo" di Raige. È il mio cantante preferito e mi rispecchio molto nelle sue canzoni.
Chiamo Clara e decido di spiegarle tutto quanto. Lei è una ragazza con il viso pieno di lentigine, capelli rossi e occhi azzurri, la ragazza perfetta, insomma. Al contrario di me che sono semplicemente mora con gli occhi neri profondi. A volte penso di avere dei buchi neri al posto delle orbite.
<Ciao amore!> risponde Clara dopo 4 squilli.
<Ciao..> rispondo timida.
<Che succede? Qualcosa non va?>
Clara intuisce sempre quando non sto bene, anche con una semplice chiamata.
<Vorrei vederti il prima possibile> annuncio.
<Domani sarò a casa, ci vediamo domani sera, va bene?> propone.
<Va bene> rispondo e dopo esserci salutate chiudo la chiamata.
Mi risistemo le cuffie sulle orecchie e mi stendo sul letto, fino a quando mi addormento tra i mille dubbi.

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