La verità

Capitolo 1

6 Settembre 2017

Sono stesa sul mio letto ancora mezza addormentata quando percepisco Smokie che mi lecca la mano per svegliarmi.
Mi rigiro nel letto per prendere confidenza con il sole mattutino. Prendo in telefono e vedo l'ora: sono le 10:30.
<Merda> esclamo alzandomi immediatamente dal letto.
Corro in bagno e mi lavo faccia e denti, sono in ritardo per la palestra. Ritorno in camera, mi metto una tuta a caso presa dell'armadio e mi faccio una semplicissima coda alta, per non sudare troppo.
Prendo il borsone e corro giù in cucina, mia madre oggi è a casa da lavoro.
<Buongiorno amore> mi saluta con un bacio.
<Ciao mamma, vado, sono in ritardo.>
Prendo una pesca, il mio frutto preferito, ed esco di casa. Cammino così veloce che mi sembra di correre.
Fino a quando non vedi il cartellone della palestra "Team C.", guardo l'ora: sono le 10:55.
"Sono arrivata in tempo" penso.
Entro nella palestra e saluto il mio insegnate, per chi fosse curioso, pratico karate da ormai un bel po', mi precipito negli spogliatoi e trovo Giulia.
<Ciao campionessa! Hai fatto un po' tardi eh.. Non sei riuscita a svegliarti?>
<Ciao Giulia, in realtà si..> la guardo con fare colpevole.
<Fa niente, dai, andiamo.>
Usciamo dagli spogliatoi e un volta sul tatami (il tappeto su cui si pratica karate) trovo Claudio e Piero.
<Ciao Ale!> mi saluta Claudio.
<Angeloo!> esclama Piero.
<Ciao ragazzi> rispondo rivolgendo un sorriso a tutti e due. Parliamo per una decina di minuti e poi iniziamo l'allenamento.
-
Una volta finito l'allenamento sono le 2 del pomeriggio, io e Giulia ci dirigiamo negli spogliatoi femminili e ci cambiamo con vestiti non sudati.
<Sono sempre più stanca, ho bisogno di bere tre litri di acqua.> afferma lasciandosi cadere sulla panca e appoggiando la testa al muro.
<Comunque sul ring hai spaccato quel novellino eh, mi stava dispiacendo.> esclama ridendo.
Rido anche io con lei
<Mi è dispiaciuto anche a me ahaha>
Mi finisco di vestire e noto che mio padre ha lasciato la sua solita chiamata persa che significa che è fuori dalla palestra.
<Io vado, mio padre mi aspetta.>
<Alla prossima, campionessa!>
Le rivolgo un sorriso e mi dirigo verso l'uscita. Forse dovrei dirlo che mi trasferirò...
<Ciao papà> dico una volta salita sulla macchina.
<Ciao amore, senti, ho gia detto al maestro che ci trasferiremo, la prossima volta sarà l'ultima.>
<Oh...>
Rimango in silezio per tutto il tragitto e durante il pranzo. Ho passato tutto il pomeriggio in camera a pensare.
In fondo non sono così dispiaciuta di lasciare questo posto, non vado nemmeno daccordo con i miei compagni.. Mi dispiace solo per Clara.
Vedo l'ora: sono le 18. Tra due ore Clara viene a casa e dorme da me.
Non sa ancora niente, almeno questo è quello che penso e che spero, voglio dirgli io cosa succederà.
-
Sento il rumore del citofono e delle voce provenire dal soggiorno. Poi una persona bussa alla porta e non aspetta nemmeno il permesso di entrare, è Clara, solo lei può entrare nella mia stanza quando vuole.
<Ciao amore!> insieme a lei c'è un borsone che molto probabilmente contiene tutto il necessario per il pigiama party che faremo stanotte.
Viene verso di me e mi abbraccia lasciando cadere il borsone sul pavimento.
<Allora, di cosa volevi parlarmi. Mi sei mancata tanto e mi hai fatto preoccupare.>
Decido di arrivare dritta al punto.
<Mi trasferisco e mi sei mancata molto anche tu.> dico tutto d'un fiato.
La sua bocca si spalanca e il silenzio cala nella mia stanza.
<Quando?>
<Non lo so..>
Sgrana gli occhi.
<Dove andrai?>
<A Torino..>
Abbasso lo sguardo, stranamente le mie scarpe sono diventate molto interessanti.
<Allora godiamoci questi ultimi giorni insieme, anche se verremo a trovarci a vicenda, vero?> parla con un tono quasi allegro ma così non è, purtroppo.
<Si certo..>
<E poi ci chiameremo tutti i giorni e parleremo sei ragazzi fighi che incontrerai, della scuola li, dei compagni, della città.>
La nostra conversazione viene interrotta dalla voce di mia madre che ci chiama per avvisarci che la cena è pronta.