9.9

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Dove diamine è andata quella pazza?
Sono ore che la sto cercando per tutta la città.
È scappata quando ha visto che quella fan mi ha baciato, e non mi ha lasciato spiegare.

Avrà sicuramente avvisato le sue amiche, visto che mi sono arrivati vari messaggi di morte.
E, a dirla tutta, mi sono spaventato abbastanza, sembravano molto convinte di quello che dicevano.

Spero solo che non si mettano davvero su un aereo per arrivare fin qui.

Ora sono a casa, e provo nuovamente a chiamarla sul cellulare, ma non mi risponde.
Mi sto preoccupando, se le succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai.
Non conosce la città, quindi se si è allontanata, quasi sicuramente non saprà più come tornare.

Oddio, e se le fosse successo qualcosa? Se un serial killer l'avesse uccisa? Se fosse stata investita? Se fosse arrivato M- no, è improbabile.

Mi sarebbe arrivato un auspicio di morte anche da parte sua.

«Mamma, papà, ho paura» confesso ai miei genitori. Li ho telefonati vedendo che lei non rispondeva.

«Figliolo, sono rare le volte in cui hai avuto paura. Mantieni la calma, come sai fare» prova a tranquillizzarmi mio padre.
«Vedrai che la troverai, ora ha solo il cuore spezzato, è delusa e triste, ma sappiamo che non è stata colpa tua, perché sei un ragazzo fedele, che non tradisce quando è davvero innamorato. Lascia che sia il tuo cuore a portarti da lei» dopo le parole di mia mamma, nel mio cervello si accende una lampadina, e il cuore si scalda, come se stessi rivivendo quel momento.

«Grazie, vi voglio bene» attacco, e mi fiondo subito fuori di casa.

Flashback

«Ti piace qui?» le chiedo. È un piccolo parco, dove non va mai nessuno, infatti è molto tranquillo, però è ben curato.
All'entrata c'è un arco di ferro, coperto di rose, e subito dopo questo, un sentiero di ghiaia, con ai lati tanti fiori di tipi diversi, colorati e profumati.
Poi ci sono quattro o cinque querce, molto grandi.
Delle volte, sotto le ombre, ci sono ragazzi che studiano, bambini che giocano o delle coppie che hanno voglia di un po' di pace.

«Ci sediamo lì sotto?» mi indica proprio uno degli alberi più antichi, quello dove tutti i ragazzi che stanno insieme incidono i propri nomi, quasi in segno di amore eterno.

Lei li nota, e prende ad accarezzare il tronco della quercia.

«Scriviamo pure i nostri?» annuisco, sorridendo, e tiro fuori dalla tasca del pantalone un coltellino svizzero.
Incido la mia iniziale, e lei fa lo stesso con la sua.

«Amore eterno?»

«Amore eterno»

Fine flashback

Involontariamente, una lacrima mi solca il viso.
Se non la dovessi più trovare, impazzirei.

Però il cuore mi porta in quel posto, speciale, magico.

Corro, corro come non ho mai fatto in vita mia.

La rivoglio qui, con me, al mio fianco, mentre ridiamo di qualche sciocchezza o ci scambiamo dolci baci.
Io che le stringo quasi possessivamente un fianco, lei che poggia la testa sulla mia spalla, e lascia che le posi un bacio tra i capelli.

Mi manca.
Mi manca come al mare manca la sabbia quando le onde si ritirano, tanto da spingerle sempre a tornare.
Mi manca come alle stelle manca la luna, tanto da esserci sempre.
Mi manca come metà cuore manca all'altra metà, tanto da sapere sempre dove si trovi.
Perché lei custodisce un pezzo di me, ed è quello che ci lega.
L'abbiamo sempre saputo, c'abbiamo messo tempo per trovarci, ma ne è valsa la pena.
Lei è la mia persona.
La mia ancora.
Il mio tutto.
Il motivo per cui mi sveglio la mattina col sorriso e vado a letto la sera allo stesso modo.

Difatti la trovo lì, seduta sotto la quercia, con lo sguardo perso e il viso bagnato.

«Come sapevi che ero qui?» indico il cuore. Sorride. E mi ha ucciso.
Poi si alza e mi bacia.
Mi trasmette tutto quello che mi vorrebbe dire.
E tra le tante cose, c'è tutto quell'amore che una persona può dare.

«Amore eterno?»

«Amore eterno»

Questo è il nostro 'per sempre'.







Chi sono i due?

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