Suona la sveglia: prendo il telefono, trascino il dito sul display per spegnerla. La prima volta non va, nervosamente lo trascino di nuovo, non va. Lo trascino una terza volta ancora più velocemente, talmente forte che penso di aver graffiato il vetro. Non va. Non mi devo innervosire, sospiro e trascino pianissimo il dito sul piccolo schermo. Finalmente Firestone cessa di suonare.
Guardo lo schermo spento e sorrido vedendo il mio riflesso. Non facciamo cominciare male anche questa giornata.
Calcio via il lenzuolo, mi alzo e mi stiracchio un po'. Apro l'armadio e prendo un paio di jeans e una maglietta aderente con un grazioso scollo a barca, color cielo. Siamo in primavera e le giornate iniziano a farsi calde. Esco da camera mia, i miei e mia sorella dormono ancora, perciò me la prendo comoda e scendo a fare colazione in salotto.
Mangio le solite fette biscottate e bevo il solito tè verde, mentre guardo il solito TG delle 7:10. Quando finisco, mi alzo e metto la tazza nel lavandino. Apro troppo il rubinetto e l'acqua mi schizza addosso, bagnandomi un po' la maglietta. Proprio quello che ci voleva. Vado in bagno e mi sciacquo la faccia con acqua fresca. Mi guardo allo specchio e corrugo la fronte. Osservo i tratti del mio viso da vicino: sopracciglia imperfette, nasino normale all'insù, occhi grandi verdi-marroni, labbro di sopra sottile e di sotto carnoso, zigomi sporgenti. E anche oggi sono me stessa.
Mentre mi lavo i denti sento mia sorella scendere le scale. Uscendo dal bagno mi saluta, io ricambio e salgo sopra per finire di prepararmi. Prendo lo zaino, il telefono e gli auricolari e mi sistemo un po' i capelli davanti allo specchio prima di riscendere. Nel frattempo Jessica -così si chiama- finisce di mangiare e si trucca in bagno. "Muoviti" le dico.
Jess ha 16 anni, uno in meno di me. È una brava ragazza, ma è estremamente condizionabile dagli altri. Se le sue amiche fanno qualcosa di stupido o pericoloso, anche lei deve farlo per forza; a volte non si controlla e finisce nei guai. Ma grazie a questa sua fastidiosa caratteristica, è molto coraggiosa e non guarda in faccia a nessuno.
La aspetto sull'uscio e alle 7:46 finisce finalmente di prepararsi. "Ci hai messo poco" commento sarcastica, "Molto divertente" mi risponde, "andiamo". Prendo le mie chiavi e lancio a Jess le sue. Chiudo la porta e ci incamminiamo verso la nostra scuola.
Durante il tragitto di soli dieci minuti le chiedo: "Come ti sembrano queste giornate?"-"Beh.. belle, finalmente è arrivato il bel tempo. Non ce la facevo più ad indoss"-"No Jess, intendevo... ti sembrano intense? Non so... ti diverti? Ti annoi? Che provi?"-"Beh, non sono chissà quanto movimentate, però sto bene, va tutto bene". Ecco, come al solito, a Jess va tutto bene... non che le debba andare male, però... non ho nessuno con cui potermi esprimere, e mi farebbe piacere se almeno mia sorella riuscisse a comprendermi. Dopo qualche secondo mi domanda: "A te va tutto bene, invece?"-"Oh, certo", sorrido, "Ne sei sicura?". La guardo e vedo nei suoi occhi una leggera nota di preoccupazione. Le metto una mano sul braccio e le dico "Certo Jess", e dopo qualche secondo "A che ora finisci oggi?"-"Beh... credo alla stessa ora di tutti gli altri martedì degli ultimi 7 mesi e mezzo", fa un mezzo sorriso. "Oh senti.. non posso ricordarmi anche dei tuoi orari se a stento so i miei" le rispondo ridendo, "Comunque alle 4" conclude lei.
Quando arriviamo all'ingresso la saluto e lei corre dai suoi amici, mentre io con lo sguardo cerco i miei. Ah beh si, anch'io ho degli amici, mica sono un'emarginata sociale. In lontananza vedo Sarah, la mia, diciamo, migliore amica. Incamminandomi verso di lei incrocio alcune delle solite facce delle quali vi parlavo.
Un branco di animali sbraitanti, che spingono, corrono, commettono errori dalla mattina alla sera e non imparano. Anche comunemente chiamati adolescenti.
Li osservo mentre cammino, e la scena sembra avvenire a rallentatore. Tutti così simili, ma così estremamente diversi. Alcuni belli, altri brutti. Certi ti salutano, altri non ti guardano nemmeno. Un po' come la comunità odierna, no? Infondo la scuola cerca di abituarci a quello che troveremo un giorno al di fuori di essa.
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Walking towards me
Adventure"Camminando verso di me". Vita, viaggio, avventura e sentimento, sono i veri protagonisti di questa storia, che ho iniziato a scrivere per potrervi trasmettere qualcosa di mio, un mio pensiero costante: l'importanza della vita. Non ho niente da aggi...