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Mi diressi con passo deciso verso la porta.
Proprio sulla soglia una donna abbastanza giovane si stava guardando intorno spaesata, poteva essere facilmente intuito il fatto che quella fosse la sua prima volta qui.
Candy: Benvenuta al Candy's, cosa posso fare per lei?
Diede un'ultima occhiata al posto prima di rispondermi, non sembrava molto convinta.
???: Oh, uhm, gradirei un bicchiere di Gin, grazie mille.
Candy: Arriva subito signora.... Signora?
???: Minerva.
Candy: Perfetto, glielo porto subito signora Minerva, prego, si sieda pure al bancone mentre aspetta.
Fece come le avevo detto, continuava a guardarsi intorno con aria sospetta.
Notai subito che era molto spettinata, nonostante i suoi capelli fossero raccolti in una coda cortissima, a giudicare dai suoi vestiti veniva dritta dritta da un luogo abbastanza serio, forse una riunione importante o una conferenza stampa, poi mi venne in mente.
Candy: Scusi, Minerva, posso chiederle da dove arriva? Non credo di averla mai vista in città.
Dissi posando il sottobicchiere e, successivamente, il bicchiere di fronte a lei che mi stava scrutando nel tentativo di trovare un qualcosa, non so bene cosa, ma stava palesemente cercando qualcosa.
Minerva: Si, beh ecco io vengo da fuori, effettivamente è vero.
Era esitante ed insicura, c'era qualcosa che non quadrava.
Candy: E da dove di preciso?
Minerva​: Scusi, non credo di aver capito bene il suo nome.
Candy: Questo perché non l'ho detto.
Minerva: E ha intenzione di dirlmelo o....
Candy: Ce l'ho letteralmente scritto sulla targhetta.
Le risposi indicando il pezzo di metallo argentato che si trovava sul mio petto.
Minerva: Oh....
Strinse un po' gli occhi e lesse a bassa voce ciò che c'era scritto
Minerva: C an dy ?
Candy: Sì, è il mio nome.
Minerva: Quindi il bar è di sua proprietà?
Candy: Già.
Minerva: Interessante....
Detto questo si concentrò sul suo bicchiere, le lanciai un'ultima occhiata prima di dirigermi verso Maz.
Maz: Non mi convince....
Candy: Già, neanche a me, ma credo sia meglio far finta di niente per adesso.
Maz: Ho un brutto presentimento.
Deboroh: E se fosse tutto collegato a quella-cosa-che-sappiamo-noi
Maz: No, sarebbe troppo ovvio, non credete? Noi ci insospettiamo di ciò che sta succedendo e, subito dopo, una strana individua arriva qui da non si sa bene dove.
Candy: Oh, e invece sì che si sa.
Maz: Prego?
Candy: Quella lì è un'avvocato, ma non uno qualsiasi: quella è Minerva Jackills, si dice che non abbia mai perso una causa in tutta la sua vita.
Deboroh: E tu come fai a saperlo?
Candy: Beh ecco io.... Non ha importanza! L'importante è che sembra distrutta e questo vuol dire che le è successo qualcosa di non troppo simpatico.
Maz: E da cosa lo deduci, "Sherlock"?
Candy: Per favore, quale altra spiegazione daresti tu ad un comportamento del genere.
AxL: Scusate l'interruzione, ma credo che il lavoro ti chiami.
AxL mi fece prendere un colpo, dovrebbe davvero smetterla di apparire così alle spalle della persone.
Candy: Gesù Cristo, AxL!
AxL: Sì, lo so lo so "Non puoi sempre apparirmi alle spalle così, finirai per farmi venire in infarto!", ma adesso è il mio turno di dirti di ritornare al lavoro, in più, qualcuno potrebbe sentirti e questo non andrebbe bene, ne parlerete dopo, per ora assicurati che nessuno dei tuoi clienti scappi via.
Lanciò una rapida occhiata a Minerva che stava ancora seduta al bancone, concentrata sul suo bicchiere di Gin, sembrava sempre più indecisa su ogni movimento che faceva: fissava il bicchiere per un po' e poi mandava giù, aumentando ogni volta la lunghezza della pause che faceva tra un sorso ed un altro.
AxL: Soprattutto quella lì.
Detto questo pattinò via, verso uno dei tanti tavoli che stavano aspettando un qualcosa di simile ad un cameriere per ordinare.
Maz: AxL ha ragione, adesso hai bisogno di concentrarti sul lavoro, dopo ne riparleremo e vedremo cosa fare.
Candy: Sì, credo sia meglio, a dopo.
Maz e Deboroh mi salutarono ed io tornai dietro il bancone, aspettando nuovi ordini e sempre controllando ogni mossa di Minerva con la coda dell'occhio.
Dopo circa venti minuti di starsene seduta al suo posto a fissare un bicchiere completamente vuoto ed a guardarsi in torno come un assassino sulla scena del crimine, mi chiamò con un cenno della mano e mi chiese di riempirle il bicchiere.
Io obbedii subito, sembrava ancora più distrutta di prima, stavo iniziando a preoccuparmi seriamente, ma, in fondo, chi sono io per giudicare i problemi degli altri e come cercano di risolverli?
Minerva: Tu sai chi sono, non è così​?
Candy: Scusami?
Minerva: Mi hai riconosciuto, vero? Non cercare di nasconderlo, ho visto lo sguardo sul tuo viso nel momento in cui sono entrata. Però, c'è una cosa che non capisco: tu invece, chi sei?
Spero con tutto il cuore che non se ne sia accorta, anche se so che, probabilmente, lo ha fatto, ma non riuscii a trattenermi dal deglutire dopo aver sentito quelle parole.
Candy: Gliel'ho già detto, mi pare, il mio nome è Candy e gestisco questo bar.
Si sporse in avanti come per ispezionarmi meglio, per vedere se mi avesse mai visto prima suppongo.
Minerva: Non dimentico mai una faccia e, di certo, le facce non dimenticano mai me, ma la tua ha un qualcosa di diverso, la tua sembra così.... anonima. Dove mi hai rivisto ragazzina? Che cosa ti ho fatto?
Stava cercando di intimidirmi, la bastarda, serve molto di più per far crollare Candy, dolcezza, ripresi compostezza e le risposi con tono piatto e freddo.
Candy: Le facce non ti dimenticano, è vero, ma non credere di essere l'unica persona a rimanere impressa.
La sua risposta fu uno sguardo confuso ed il tirarsi indietro tornando seduta sullo sgabello.
Candy: Lo ripeterò di nuovo, in modo che tu possa capirlo: IO sono Candy e questo è il MIO bar.
Minerva: Bene "Candy", allora dimmi-
Candy: Oh nonono, non userai uno dei tuoi trucchetti su di me Jackills, non cadrò così in basso.
Minerva: Lo hai già fatto.
Candy: Non sarò mai al tuo livello.
Per un secondo assunse un'espressione trionfante alle mie parole, poi ritornò perplessa una volta sentito ciò che mi era rimasto da dire.
Candy: Hai iniziato dal fondo e, non si sa come, sei riuscita a scendere ancora più in basso.
Non disse più niente, si limitò a bere il suo Gin in silenzio, ma non l'avevo certo sconfitta, oh no, Minerva Jackills era mooooooolto più astuta e viscida di così, aveva in mente un piano ben preciso, ma qual era?
Passarono ore e lei continuava ad ordinare sempre lo stesso drink, avrebbe sicuramente finito per ubriacarsi così.
Poco importa, non sono affari miei.
Notai Miles avvicinarsi con fare incerto. Tipico.
Miles: Candy, è ora della mia pausa, hai qualche avvertimento o qualche regola che devo rispettare da dirmi prima che esca?
Lo guardai come per dire "seriamente?" ed alzai un sopracciglio, poi sospirai.
Candy: Puoi fumare dietro l'angolo, massimo UNA canna, non troppo grande, non credo sia legale essere fatti sul luogo di lavoro.
Miles: Ti preoccupa davvero se questa cosa sia legale o no?
Gli posai una mano sulla spalla e gli rivolsi uno sguardo paziente.
Candy: C'è un limite a tutto Miles, c'è un limite a tutto, adesso va a sballarti, ci rivediamo tra mezz'ora.
Miles: Sarà fatto capo!
Candy: E NON metterti nei guai.
Miles: Non contarci!
Cosa farò io con questo qui?
Lanciando un'occhiata al bar e, ad i clienti in particolare, una domanda alquanto bizzarra cominciò a formarsi nella mia mente: perché stanno tutti scrutando Minerva?
E, credetemi, non scherzo quando dico che L'INTERO BAR stava fissando Minerva, come se stessero aspettando solo una sua minima mossa sbagliata per coglierla di sorpresa.
Cosa diamine sta succedendo?
Mi voltai di nuovo verso Minerva e, sorprendente, scoprii che aveva cambiato punto di interesse: invece di continuare a guardarsi attorno, aveva concentrato la sua attenzione su una sola persona, una scelta alquanto bizzarra oserei dire.
Micah, era Micah.
Ma non lo stava semplicemente guardando, no, lo stava osservando, studiando i suoi movimenti, scrutando la sua anima.
Ne avevo abbastanza, DOVEVO capirci qualcosa, quindi tornai da Minerva e, con la mia caratteristica nonchalance, iniziai a tempestarla di domande, in modo gentile e scaltro si intende.
Candy: Quindi, vedo che hai messo gli occhi sul nostro lupo solitario laggiù.
Minerva: Cos-MA NO! Potrebbe essere mio figlio!
Candy: Non intendevo in quel senso!
Ok, era evidente che non avevo la minima idea di cosa stessi facendo, non avevo palesemente un piano, e, sinceramente, ero a corto di idee, quindi tanto valeva buttarsi a capofitto nell'ignoto e sperare per il meglio, giusto?
Presi un respiro e cercai di dire ciò che stavo cercando di dire senza farmi vedere da tutti quegli occhi puntati addosso a.... Questa qui.... Mi sporsi in avanti appoggiandomi sul bancone e parlai il più piano possibile.
Candy: Ascolta, te lo chiederò per pura curiosità e cortesia, non sei costretta a rispondere: cosa ci fai qui? E perché sembra che tutti stiano per saltarti addosso armati di pugnali ed assetati di sangue?
Alzò gli occhi verso di me, abbassò il bicchiere poggiandolo sopra al sottobicchiere, lanciò una rapida occhiata all'ambiente che la circondava e sospirò, sembrava si fosse appena arresa, tutto questo non aveva alcun senso.
Minerva: Io, ecco.... Ho perso una causa....
Candy: Hai fatto cOSA?!
L'ultima parte mi uscì a volume un po' troppo alto, in più sobbalzai, spingendomi leggernente all'indietro ed attirando, così, ancora di più l'attenzione di parecchia gente.
AxL mi lanciò un'occhiata preoccupata, io gli risposi con un cenno della testa, a quanto pare mi capì al volo visto ​che iniziò a girare tra i tavoli ed a distrarre i clienti in tutti i modi possibili ed immaginabili: quel ragazzo ha un futuro.
Ma torniamo a noi, mi avvicinai di nuovo e ripetei la frase, stavolta più piano.
Candy: Hai fatto cosa?
E non so se è perché incominciava ad essere un po' ubriaca, o per qualcos'altro, ma mi rispose.
Minerva: Ho perso una causa, hai sentito bene.
Candy: Questo è letteralmente impossibile!
Minerva: No, a quanto pare.
Candy: M-Ma tu sei Minerva Jackills, sei una LEGGENDA.
Minerva: Cosa sono le leggende se non storielle alterate per attirare un pubblico?
Non mi lasciò troppo da dire su questo.
Rimasi in silenzio per qualche secondo, a riflettere su cosa dire dopo.
Candy: Che tipo di causa hai perso?
Minerva: Niente di troppo importante, solo una robetta riguardante un tipo che aveva venduto un appartamento """""problematico""""" ad un altro tizio.
Fece le virgolette con le dita.
Candy: Ma se non è niente di troppo importante, allora perché sei qui?
Minerva: Perché quel tipo si è suicidato.
Candy: Oh....
Ok, questa non me l'aspettavo.
Minerva: Non fraintendermi, non è che adesso mi metto a piangere quando il tizio che perde si ammazza, può capitare, le persone non tengono a troppa pressione, comunque, la cosa che mi ha incuriosito e, non so se è il Gin a farmi parlare o voglio dirtelo veramente, è che è stato l'altro a suicidarsi: quello che ha vinto la causa.
Candy: Cos-
Minerva: Sì, non mi era mai capitato, mentre è una cosa abbastanza normale che la gente si suicidi dopo aver perso una causa, è alquanto insolito che qualcuno lo faccia dopo averla vinta, non pensi?
Candy: Perdonami, ma non credo di aver ancora ben capito perché tu ti trovi qui adesso?
Minerva: Non so, onestamente stavo cercando una persona, ma, evidentemente, avrò fatto confusione con gli indirizzi e robe varie, mi sono trovata qui ed ho detto: "Perché non bere qualcosa?"
Candy: Ma tu hai bevuto più di "qualcosa".
Lanciò un rapido sguardo in direzione di Micah, poi rispose.
Minerva: Sì, mi sono lasciata un tantino trasportare, ma quello lì ha qualcosa di strano e volevo capire un attimo cosa fosse, non potevo certo rimanere senza prendere niente: sarebbe stato strano, no? Quindi sono andata sul sicuro.
Beh, effettivamente questo spiega molte cose.
Candy: Scusa, hai detto che stavi cercando una persona, chi esattamente?
Minerva: Oh beh-
Ed, in quel momento, maledissi più che mai la persona che spalancò con un tonfo la porta d'entrata, varcando la soglia in maniera trionfante, cantando a squarciagola.
Desmond: È ARRIVATO IL REEE!~~
Candy: dANNAZZIONE DESMOND!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07, 2017 ⏰

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