partita

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Emma mi farai venire mal di testa e poi sarò io quella a giocare male."
Ruby era appoggiata alla testata del letto, mentre Emma continuava a camminare avanti e indietro per tutto il perimetro della stanza con le dita strette alla maglietta, a segnare quanto nervosa fosse in quel momento. 
"Lei… lei sarà lì Rubs! Lei ci sarà e… farò una figura di merda!" Disse poi sconsolata, sedendosi sullo stesso letto dell'amica e prendendo la testa tra le mani. "Farò una figura di merda davanti la ragazza che mi piace…"
L'espressione della sua migliore amica si addolcì, si avvicinò a lei gattonando sul letto e l'abbracciò. 
"Su, bionda! Gioca come sempre e vedrai che andrà tutto bene."
Emma si sporse sulla sua spalla, lasciandosi coccolare.
 
"Questa Regina deve veramente averti cambiata..." aggiunse, poi, la ragazza, "ti stai rammollendo!"
La bionda rise e le diede un leggero pugno sul braccio. "Smettila Rubs!"
Ruby rise a sua volta, incassando il colpo e rotolandosi indietro sul letto. "Andiamo, non dire che non è vero! La più forte attaccante che io conosca se la sta facendo sotto solo perché la ragazza che le piace verrà a vede la sua partita." Rise ancora, "ti sei anche fatta abbracciare bionda!"
 
Emma sorrise a quell'affermazione, effettivamente si era lasciata cullare dalle attenzioni della mora poco prima. Cosa che, ovviamente non aveva mai lasciato accadesse. Perché Emma a modo suo avrebbe sempre aiutato gli altri, ma lei… lei era diversa. I suoi problemi preferiva affrontarli da sola, senza ricorrere all’aiuto di qualcuno. Ma non perché la potesse far sembrare piccola e debole, solo perché questo era il modo in cui era fatta, e così sarebbe sempre stato. Come se non volesse caricare il mondo anche dei suoi di problemi, come se volesse tenerli solo per sé e non mostrare agli altri la loro esistenza. Perché Emma era sempre felice, Emma era solare e bella. Perché dopo aver visto parte del brutto della vita, aveva capito che non ci fosse nulla che dovesse togliere il sorriso dal volto di chiunque. E, infatti, proprio per il sorriso di Regina era caduta.
 
"Lei è speciale, non è come le altre… vedi ha questo modo di arrossire quando la guardo, che la rende così… così dolce; e poi il suo sorriso. Quando sorride si ferma il mondo Rubs, totalmente. È come se non esistesse nient'altro. Quando lei sorride, sorrido anch'io."
L’altra ragazza di alzò sospirando, le passò davanti e le diete un leggero colpo sulla spalla di ritorno a quello che precedentemente lei stessa aveva ricevuto. "Eh si, Emma Swan, ti abbiamo persa."

La bionda si lasciò cadere di peso sul letto, sbuffando rumorosamente. Duemila pensieri nella sua testa, mille preoccupazioni e una sola ‘colpevole’.
"Non mi avete persa, sono solo-"
"Innamorata" disse Mary Margaret appoggiata allo stipite della porta, osservandola. Emma non si disturbò ad aprire gli occhi, prese uno dei cuscini sparsi sulla coperta e se lo sbatté sul viso.
"Farò una figura di merda davanti alla ragazza di cui sono innamorata." Borbottò da sotto la stoffa, strofinandosi maggiormente contro di essa.
Ruby rise, mentre l'altra ragazza andò a sedersi accanto a lei e le poggiò una mano sul ginocchio per confortarla.
"Andrà bene, Emma."
 
****

“Pensi che debba andare a salutarla?” Chiese Regina alla migliore amica mentre si avvicinavano nei tre posti liberi al centro della fila, accomodandosi e sistemando le loro cose. Avevano scelto la tribuna centrale, in modo da potersi godere l’intera partita senza doversi spostare verso il settore della squadra che supportavano al cambio del tempo. Strategia suggerita dalla mora con successivo assenso dell'altra. “Non lo so,” rispose Maleficent sedendosi accanto a lei e poggiando la propria giacca nel posto accanto in modo da tenerlo occupato per Graham, che sarebbe arrivato di lì a poco. “Magari potresti andare alla fine del primo tempo, sempre che ti facciano entrare.” Provò poi a suggerire, prendendo il cellulare ed inviando un messaggio veloce al suo ragazzo per informarlo della loro posizione all'interno dello stadio, in modo da rendergli più facile il trovarle.
 
Regina annuì, sicura che all’intervallo avrebbe tentato quella soluzione per far notare ad Emma la sua presenza. Poi aggiustò quella che era la maglia che aveva poggiato sullo schienale del seggiolino e prese subito la macchina fotografica dalla borsa.
“L’hai portata?” chiese poi Mal, notando come l’amica stesse sistemando le impostazioni per poter scattare al meglio le foto di quella giornata.
La mora si sentì arrossire e, senza rispondere, portò la il quadrato della macchinetta vicino l’occhio per provare il primo scatto e vedere se l’avesse impostata nel modo giusto.
“Regina Mills! Tu vuoi delle sue foto!” L’accusò beffeggiandola. “Tu vuoi delle foto di Emma in modo da potertela guardare.”
Ci fu un attimo di silenzio dove Maleficent continuò a fissarla, mentre lei fingeva ancora di impostare l’oggetto tra le sue mani; poi iniziò a ridere, non riuscendo a farne a meno e notando come il viso di Regina si stesse facendo sempre più rosso.
“Oh! Andiamo, non giudicarmi!” le urlò voltandosi verso di lei e facendola ridere maggiormente.
 
“E chi ti giudica quando è quello il soggetto che fotograferai?” disse Mal guardando oltre la sua spalla e alzando leggermente il mento per indicare un punto dietro di lei. Regina si voltò immediatamente, portando il suo sguardo verso il fondo dove le due squadre stavano entrando in campo in due file indiane e andavano a posizionarsi al centro di esso per il saluto iniziale.
 
Quello fu il momento in cui poté vederla: subito alla sinistra del guardalinee, ecco Emma con una maglietta giallo acceso, la fascia da capitano sul braccio destro e un’alta coda di cavallo a raccogliere i suoi meravigliosi capelli biondi.
Gli occhi di Regina si fermarono leggeri ed intensi su di lei, lasciandola incantata.

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