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Taehyung lasciò il proprio appartamento alle 08:06 quella mattina, ma, dopotutto, non aveva fretta, perché non avrebbe avuto nulla da fare prima delle 09:15. Nulla da fare oltre ad incontrare Min Yoongi; era lui che non avrebbe voluto fare aspettare.

Mancavano pochi giorni ad ottobre, eppure, l’aria era fresca mentre accarezzava, morbida, il viso di Taehyung. Passava tra i suoi capelli, scompigliandoli e rovinando la forma che Taehyung non si era affatto curato a dargli.
Taehyung era così: amava l’ordine, ma spesso non si curava delle cose; come la regola del casco mentre si guida una moto, quella mattina c’era troppo caldo per poter rispettare una cosa del genere. E poi, la strada da percorrere era poco meno di due chilometri; nella sua mente, equivaleva a non correre alcun pericolo. Taehyung era anche quel tipo di persona che raramente pensa alle conseguenze delle proprie azioni, a meno che non si tratti di qualcosa di serio, ovviamente, perché un casco per salvarsi la vita non è importante.

Effettivamente, per Kim Taehyung non erano queste le cose importanti. Aveva un grande e luminoso futuro dinanzi a sé, ma a cosa sarebbe servito, se non avesse potuto vivere come voleva?
Avrebbe preferito morire senza casco, piuttosto che metterlo e sentirsi soffocare.
Ecco.
Taehyung voleva sentirsi libero. Non che non riconoscesse l’utilità e il bisogno delle regole e delle leggi, tutt’altro, ma, fino al momento in cui non avrebbero fatto male ad alcuna seconda persona, voleva vivere ignorandole, entro dei limiti, comunque.
Libero.
Guidare la moto senza il casco lo faceva sentire libero.
Il nuoto lo faceva sentire libero.
Min Yoongi lo faceva sentire libero.

Lo stesso Min Yoongi che in quel momento era seduto di fronte a Taehyung, dal lato opposto del tavolo nella caffetteria.

“Io davvero non capisco come tu faccia a bere il caffè con questo caldo.”

Disse Taehyung, facendo una smorfia in direzione del più grande. Yoongi sollevò lo sguardo dalla propria tazza con l’intenzione di guardarlo minacciosamente, ma, non appena vide il suo sorriso splendere, ne comparve automaticamente uno anche sulle proprie labbra, facendogli saltare la copertura. Nonostante lo stesse prendendo in giro e lui lo sapesse, non poté fare a meno di sorridere. Decise di voler giocare anche lui.

“Parli tu che per colazione… cosa dovrei dire? Che mangi o bevi queste cose strane?”

Fu la sua risposta, mentre con un cenno del capo indicava il bicchiere tra le grandi mani di Taehyung, dal quale quest’ultimo stava tranquillamente sorseggiando attraverso la cannuccia.

“E c’è anche un… cartoncino con il disegno di una… papera? Cosa dovrebbe essere…?”

Questa volta, parlò con un tono più scherzoso, eppure perplesso, perché non era davvero sicuro di cosa volesse rappresentare il disegno su quel cartoncino giallo che avvolgeva il bicchiere. Allora Taehyung smise di bere, guardando Yoongi dritto negli occhi con un’aria offesa, quasi mettendo il broncio, come un bambino a cui viene detto che il proprio supereroe preferito è un perdente. Ma allo stesso tempo, il suo sguardo e la sua voce erano piene di una serietà quasi comica.

“Lo sai che fa parte della mia dieta. È anche molto buono, comunque. E c’è tutto quel che mi serve per l’allenamento di questa mattina: banana, latte di soia, aven-”

“Sì, sì, ho capito, stavo scherzando, Tae.”

Lo fermò prima che potesse finire la lista, a detta di Yoongi, infinita di ingredienti sani ed ottimi per la salute ed una corretta alimentazione.
Ne seguì qualche secondo di silenzio, in cui Taehyung continuò a bere il proprio frullato, e Yoongi lo guardava senza produrre alcun rumore.

“Vuoi assaggiarlo?”

La voce dell’atleta ruppe il silenzio tra i due, e lui portò nuovamente lo sguardo su Yoongi. Il più grande esitò, mentre Taehyung gli porgeva gentilmente il bicchiere, certo che avrebbe accettato; infatti, nel giro di qualche attimo, Yoongi stava già bevendo da quella cannuccia arancione, leggermente sporto verso Taehyung che ancora reggeva il bicchiere.
Nonostante fosse stato scettico all’inizio, era buono. Ma non l’avrebbe mai ammesso davanti a Taehyung, non lo avrebbe fatto vincere. Min Yoongi era così, e Taehyung lo sapeva, lo conosceva abbastanza da saper riconoscere senza difficoltà la bugia che, di lì a poco, avrebbe pronunciato.

Sturm und Drang ;; TaegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora