The real monster? {17}

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Quella mattina il sole brillava di mille emozioni positive, intento solo a donare serenità e una calorosa giornata. Una brezza leggera smorzava l'aria, flettendo i fusti verdi dei fiori e le foglie delle piante.

«TORNA QUI!!» Gridò giocoso Herobrine, correndo sul soffice prato di erba bagnata.

«SEI TROPPO LENTO, NON CE LA FAI!!» Lo beffeggiava ridacchiando il castano, correndo a perdifiato verso un punto imprecisato della foresta.

Indossa il mantello scuro del demone, che ora sventolava su e giù in base ai movimenti del più piccolo. La corsa si fece man mano sempre più frenetica finché, ormai esausto, Lyon non si appoggiò pesante al tronco di un albero, riprendendo fiato.

«...seminato...» Disse impettito, ridacchiando.

«Errato, ti ho preso invece!» Lo corresse il più grande, saltando giù da un robusto ramo dell'albero.

Il leone sgranò gli occhi per lo spavento, mentre che il moro gli baciò amorevole la punta del naso.

«Ora mi riprendo ciò che è mio!» Aggiunse, avvolgendo sia sé stesso che Lyon nel mantello.

«Cosa staaai, f-facendo?!» Farfugliò il più piccolo, che per poco non perse l'equilibrio nelle rapide azioni del demone.

«Mi sono ripreso ciò che è mio, il mantello e il mio cucciolo» Rispose con naturalezza, sorridendo.

Il castano arrossì, ridacchiando lasciando un dolce bacio sulle labbra del più grande.

La giornata proseguì cauta, sembrava che quell'isola sempre immersa nel continuo caos gli stesse donando un po' di paradiso.
Sul tardo pomeriggio entrambi erano distesi sull'erba in una piccola collina di fianco al bacino di un lago. Erano distesi verticalmente, con un braccio teso sopra la testa le cui mani si intrecciavano con quelle del compagno.

«Hero, perché sei su quest'isola?» Chiese di getto Lyon, cercando di alzare la nuca e scorgere il volto del demone.

Herobrine indugiò, mugolando suoni privi di significato. Il castano si mise a sedere, osservando con serietà e preoccupazione il suo amato demone.

«É complicato...» Iniziò il moro, alzandosi anch'esso e facendo accomodare il suo leoncino fra le sue gambe.

«Prova a spiegarmelo».

Herobrine alzò gli occhi al cielo sospirando, ma come poteva dire di no al suo leoncino?

«Durante il nostro scontro, quando mi hai conficcato la spada nel torace, io sarei dovuto morire. Ma qualcosa è andata diversamente, una sorta di entità mi ha dato una seconda possibilità. Mi ha parlato...in sogno, credo...diceva che solo quando sarei stato in grado di sacrificare anche me stesso pur di salvare la persona più importante e a me cara, l'unica a cui sarei riuscito a donare un atto di vero amore sarei sto libero di uscire da quest'isola...tu non la vedi, ma oltre le onde si erge una barriera che io non posso superare...» Raccontò, con un filo di rammarico.

«S-sono stato io a imprigionarti qui?».

«Cosa?!? No. No, no, no, no! Non è colpa tua cucciolo» Tentò di rassicurarlo il demone con voce tremante.

«I-invece si! I-io ti ho ucciso, io ti ho trattato da nemico, IO TI HO ODIATO!! Quando tu, non sei mai stato una minaccia...t-tu non meriti di stare con un mostro come me!!!» Gridò fra le lacrime il più piccolo.

Si lanciò in una corsa a perdifiato, improvvisamente le sue gambe andavano più veloci. Quando si fermò era davanti alla costa, e non era solo...

...

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Allora raga,

Mi ci sono voluti gli astri perché Wattpad mi crasha un botto!

Però dai, ho aggiornato OuO

E se vi fa felici, domani vi vizio...

Lyon: Perché?

Hero: Perché una certa scrittrice drogata fa gli anni!

Lyon: Chi?

Hero: *faceplam* *indica Iko*

Lyon: Ahhhhhh!


























A domani persone, aggiornerò anche la storia: Il NeRo dell'arcobaleno :3

"Ꮍꮻꮜ ꭺꭱꭼ ꮇꭹ ꭰꭱꮜꮐ" (Ꮋꭼꭱꭹꮻ𝙽)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora