Come vi siete conosciuti

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Tony: Hai da poco finito di completare il tuo progetto, ci hai lavorato per molto tempo, ma non hai i fondi per permetterti di realizzarlo. Così, dopo aver chiamato alla Stark Industries, la segretaria del signor Stark, nonché tuo superiore, ti ha fissato un incontro con lui. Il problema è che quell'uomo ha passato la maggior parte del tempo a fissare il vuoto distraendosi di continuo e provandoci con te.

«Mi perdoni signor Stark, io sono qui solo ed esclusivamente per mostrarle il mio fottuto progetto, e al contrario di molte altre sue dipendenti, non ho intenzione di finire nel suo letto. Potrei capire se lei non fosse interessato a creare il prototipo, ma lei non ha ascoltato neanche una parola di quello che ho detto! Quindi, tenga il suo culo incollato a quella sedia e ascolti quello che ho da dire!»

A questa reazione ti mostra uno sguardo spaesato come un bambino che è stato appena sgridato dalla maestra, continuando a fissarti.

«E la smetta di fissarmi le tette, pervertito!»

Steve: È una tranquilla giornata di giugno, stai correndo a Central Park con le cuffie alle orecchie, per lasciarti alle spalle il peso del lavoro, dell'affitto e per mantenerti in forma a fronte della prova costume. Ad un certo punto, stanca, ti fermi davanti al laghetto osservando una foglia cadere armoniosa dall'albero per poi adagiarsi sulla superficie dell'acqua limpida e trasparente, o forse no. Fatto sta che, a tua insaputa, dietro di te un bambino a bordo della sua bicicletta si sta dirigendo, senza controllo, verso di te. Ma non sai nemmeno che proprio quel giorno e a quell'ora Steve Rogers sta passando di lì e, accortosi della situazione, si precipita per salvare il ragazzino. Nel recuperare la bici ti dà accidentalmente una spallata e tu, dall'improvviso spavento, afferri quasi d'istinto la sua maglia tirandolo con te in acqua. Almeno il bambino è salvo...

«Accidenti! Mi perdoni signorina, sta bene?»
«Ti sembra che io stia bene?! Sono bagnata dalla testa ai piedi! E poi come diavolo parli?! Sembri mio nonno!»
«Perdonami, non era mia intenzione. Lascia che ti aiuti.»

Con titubanza afferri la sua mano e uscite dall'acqua dopo svariati tentativi, data la tua goffaggine.

Bucky: È una notte tranquilla a New York, hai finito da poco di lavorare e stai tornando a casa. Dato che sei molto stanca, decidi di accorciare tagliando per un vicolo. Certo, Dio solo sa quante volte tua madre ti ha raccomandato di non passare per certe strade di notte, ma oggi sei particolarmente coraggiosa. Con strana calma imbocchi la via e schivando qualche bidone e gatto qua e là stai per arrivare alla fine, colta da un'improvvisa ansia dovuta a un gatto che ha rovesciato una lattina rovistando nella spazzatura, acceleri il passo non accorgendoti che proprio davanti a te c'è un uomo seduto comodamente a terra con le gambe distese. Ed è proprio su quelle gambe che inciampi trovandoti poco dopo con la faccia contro il suolo. Subito ti volti e aspettandoti di trovare un barbone sei pronta a scusarti, ma noti che è un uomo qualunque e neanche troppo malvestito.

«Mi scusi, non l'avevo vista! Sa... con questo buio.»
«Ci credo, è notte.»
«Ci credo, pure lei che si veste di nero in un vicolo buio.»
«E lei che attraversa i vicoli bui a quest'ora?»
«E lei che dorme in un vicolo buio?!»
«Lasciamo perdere, perché te ne stai ancora a terra? Spostati dalle mie gambe, pesi.»
«Guardi, stavo esaminando il pavimento e se non ha la forza per sostenere una ragazza come me, allora si faccia due domande.»

Ti alzi in fretta e furia fulminandolo con lo sguardo.

«Che hai da guardare?!»
«Sto aspettando le sue scuse.»
«Le troverai in fondo al vicolo.»

Sbuffando ti allontani, ma all'improvviso ti blocchi voltando la testa quanto possibile verso di lui.

«Comunque io sono Y/N.»
«James Barnes, domani passa di qua se ti va di salutare di nuovo il pavimento.»

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