Ero stanchissima, anzi forse il termine è troppo riduttivo. Salii le scale per raggiungere l'appartamento strascicando i piedi e tenendo il palmo di una mano premuto nel fianco destro dove ero stata ferita da un lupo mannaro. Potevo percepire molto bene il liquido viscoso scivolare tra le dita. Mentre salivo a fatica quelle maledettissime scale non riuscivo a pensare ad altro che non fosse il mio letto. Dopo una lunga giornata di caccia l'unica cosa che mi poteva far stare meglio era proprio una bella dormita di minimo dodici ore. Per mia fortuna le scale dopo un po' finirono e raggiunsi la porta mentre prendevo le chiavi dalla tasca dei jeans luridi e strappati. Girai la chiave e il suono della porta che si apriva fu uno dei suoni più belli che io avessi mai sentito. Entrai, mi tolsi gli scarponcini immediatamente e con poca disinvoltura mi accinsi a medicarmi la ferita inferta. Non so cosa fosse peggio: la sostanza gialla mescolata al sangue che scorreva tra le dita della mia mano o il fatto che ero rimasta quasi a corto di disinfettante. Non volli pensarci, presi il disinfettante e lo cosparsi senza ritegno sulla ferita che istantaneamente cominciò a bruciare come se avessi appena buttato benzina sul fuoco. Dopodiché con una garza fasciai per bene il fianco facendo il giro di tutto il bacino per almeno tre volte. Infine ci appiccicai un bel cerotto gigante sulla parte particolarmente interessata.
L'orologio posizionato in malo modo sopra uno scaffale segnava le 3:30 del mattino. Non riuscivo più a stare in piedi ne a fare qualsiasi cosa faccia un essere umano. Non ce la feci nemmeno quando mi assalì il dubbio di dovermi cambiare i vestiti, così mi buttai sul letto ancora sfatto e cigolante e nel momento esatto in cui la mia testa si appoggiò con un tonfo sul cuscino le mie palpebre si chiusero inesorabilmente. Caduta nelle dolci braccia di Morfeo inizialmente non potei sentire i rumori di scassinamento che provenivano dalla porta d'ingresso o più semplicemente non volli sentirli. Ma dopo poco il mio istinto mi fece svegliare di colpo come quando ci si sveglia dopo aver sognato di cadere nel vuoto.
Scattai in piedi e presi il coltello d'argento che tenevo sempre sotto il letto e mi nascosi cercando un punto in cui l'intruso non avrebbe potuto vedermi entrando in casa. Appurai che un'ottima posizione era vicino all'angolo della camera dove spiccava una rientranza di qualche centimetro nel muro. Strinsi nella mano il coltello e rimasi in attesa che l'uomo facesse la sua comparsa, pronta a difendermi. Sentii la porta d'ingresso aprirsi ceduta sotto l'azione scassinatoria dell'essere. Il tizio entrò con una strana camminata, i suoi passi erano pesanti ma allo stesso tempo non causavano troppo rumore sul pavimento. Ascoltai nel buio della casa mentre faceva il giro della cucina e si dirigeva verso la camera da letto. A quel punto cominciai sinceramente ad avere paura nonostante sapessi di sapermi difendere alla grande contro chiunque mi si potesse parare davanti. Il fianco mi doleva ancora e mi punzecchiava con delle fitte che duravano solo qualche secondo. Intravidi una sagoma scura, ad occhio più alta di me e mi preparai a sferrare la mia arma contro di lui. Non fece tempo a varcare la soglia della stanza che lo immobilizzai puntandogli il coltello al collo. Solo una cosa mi rese più tranquilla cioè il fatto che l'arma d'argento non gli aveva provocato bruciature, quindi non poteva essere un mutaforma, tipo di mostro per cui nutro un odio innato. Fatto sta che nei secondi in cui rimasi ferma in quella posizione l'uomo alzò le mani in segno di resa.
"chi sei?" chiesi pensando a dove fosse l'interruttore della luce.
"Mi chiamo Dean Winchester. Per favore abbassa l'arma, mi stai facendo male" rispose lui mantenendo le mani verso il cielo.
Dean Winchester uno dei cacciatori di mostri di fama mondiale era in casa mia alle quattro di notte. Inutile dire che non ci credetti.
"Non ho voglia di rimanere qui in piedi, sto morendo di stanchezza quindi dimmi chi sei e senza dire palesi bugie per favore" l'uomo sembrava essersi spazientito e fece un sospiro.
"Come posso provarti che sono Dean Winchester" Chiese lui abbassando le braccia.
"Prima cosa rimetti le mani in alto, seconda cosa, che caratterista dovrebbe avere un Winchester per l'esattezza? Essere alto? Essere un cacciatore? Convincimi della tua tesi" Non era l'unico ad essersi spazientito. Riportò le mani dove erano state fino a poco tempo prima, obbedendo a malavoglia al mio ordine.
"Ascoltami, tu ti chiami Abigail giusto? Ti conosco solo di nome, mi hanno raccontato in tante persone di te e penso che tu sia la persona di cui ho bisogno in questo momento"
"Fammi capire bene, Dean Winchester è qui per chiedermi aiuto con qualcosa? Cos'é uno scherzo?! L'unica cosa che so su quest'uomo è che probabilmente insieme a suo fratello é uno dei cacciatori più bravi in circolazione. Perché dovrebbe venire da me? La tua argomentazione non regge, non mi stai convincendo"
"Mio fratello se ne è andato e non stiamo parlando di un caso qualunque, devo uccidere un demone molto forte, ti prego di credermi Abigail, non sarei qui se non fosse strettamente necessario"
"Perché hai scassinato la porta? Non potevi semplicemente bussare?"
"Non c'era nessun indizio che dimostrava la tua presenza in casa, non c'era nemmeno una macchina parcheggiata qui fuori e poi devo ammettere che speravo che non fossi in casa dato che prima avrei voluto assicurarmi che tu fossi stata descritta giustamente dagli altri cacciatori e non fossero solo voci. Purtroppo quest'ultima cosa non l'ho ancora scoperta" Non so con quale logica questa affermazione mi parve abbastanza veritiera, anche io avrei fatto lo stesso se fossi stato in lui. Cominciavo pian piano a credergli.
Decisi di liberarlo dalla morsa del coltello ma lo tenni comunque ben saldo nella mia mano e cercai con l'altra l'interruttore della luce. Quando la stanza si illuminò la luce mi provocò un improvviso fastidio agli occhi. Una volta che mi fui abituata a tutto quel chiarore mi si presentò davanti un uomo dagli occhi verdi, estremamente malinconici con un espressione dura in volto. I suoi vestiti erano dei semplici jeans sporchi di fango, una t-shirt anonima e una camicia di flanella. Si insomma un'outfit da cacciatore e comunque sempre meglio di quello che indossavo io.
L'uomo si rilassò quanto basta per avere la sfacciataggine di cominciare a guardare tra le mie cose e soprattutto tra i miei libri di folklore. Nel frattempo nessuno dei due sembrava voler proferire parola finché non decisi di fare io il passo.
"Allora, posso sapere esattamente cosa vuoi da me?" mi avvicinai di qualche passo all'uomo solo per vedere più di preciso che cosa stava cercando tra le mie cose. Inutile dire che il suo atteggiamento mi stava dando su i nervi.
"I dettagli li saprai più tardi." Questa sua frase mi scatenò in un attimo un' irritazione che sembrava provenisse proprio dal centro del petto.
"Quindi secondo te io dovrei accettare una cosa del genere senza nessun tipo di preavviso e senza nessun tipo di informazione? Spero tu stia scherzando! E smettila di guardare i miei libri, sei fiondato in casa mia scassinando la porta alle quattro del mattino interrompendo il mio fantastico sonno! E io dovrei venire con te? Senza offesa ma non sono ancora del tutto convinta che tu sia veramente Dean Winchester!" Dicendo queste parole gli chiusi di scatto il libro che stava sfogliando con tanta foga.
"Sono venuto qui con tutte le più buone intenzioni ma devi cercare di trattare meglio i tuoi ospiti" un sorrisetto beffardo apparve sul suo volto anche se solo per qualche istante. In quel momento dal mio cervello non provenne più nessuno stimolo potevo percepire solo dolore e estrema necessità di dormire. L'unica cosa che potevo fare era accettare questa richiesta e andare finalmente a dormire.
"Ascolta non mi fido di te sappilo, ti aiuterò in questa cosa ma appena vengo a sapere qualcosa che non mi va bene io lascio." I miei occhi per poco non si chiudevano da soli. Dean non rispose rimase a guardarmi finché non si avvicinò alla scrivania, afferrò la mia Bibbia e il libro dei demoni infernali e si diresse verso la cucina.
"Prego non c'è di che! Ora ti pregherei di andartene e lasciarmi dormire" mi voltai, andai verso il mio letto nella speranza che lui avesse già lasciato l'appartamento e invece...
"Che stai facendo? Non se ne parla dobbiamo partire" fece capolino di nuovo nella camera da letto. Scoppiai a ridere.
"Scordatelo, devi proprio togliertelo dalla testa. Ho bisogno di dormire, sono reduce da una lotta con uno schifoso lupo mannaro di un quintale" nel frattempo mi ero accomodata sul letto ma ad un tratto sentii una mano afferrarmi per il braccio e strattonandomi mi fece alzare.
"Hey non toccarmi!"
"Andiamo" la sua voce sembrava avesse cambiato totalmente tono. Questa cosa mi fece raggelare il sangue.
"Ti giuro che se fai ancora una cosa del genere potrei decidere di risparmiare il demone e uccidere te" mi sopraggiunse una fitta dalla ferita che non riuscii a non controllare, mi misi d'istinto una mano premuta sul fianco. L'ospite vide la mia sofferenza ma non ci diede peso, mi intimò invece di preparare le mie cose in fretta.
Seppur a malavoglia presi il mio borsone da caccia e aggiunsi solamente qualche vestito in più. Senza guardare Dean nemmeno una volta uscii dall'appartamento, scesi le scale e una volta fuori davanti all'ingresso era parcheggiata un'auto. Non avevo mai visto una macchina del genere prima e non pensavo nemmeno che potessero ancora esistere. Sicuramente si trattava di una macchina d'epoca.
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A Supernatural Story
FanfictionIn una notte buia qualcosa sorprende la protagonista nella tranquillità della propria abitazione. Infatti nell'oscurità appare una figura che si rivelerà essere un uomo molto conosciuto e ammirato nel mondo del soprannaturale. L'intrusione di Dean W...