Brotherhood

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Erano almeno due anni che non sentivo e non vedevo Frank. Era il figliastro dell'ultima compagna di mio padre, eravamo praticamente cresciuti insieme, andava tutto bene finche sua madre non morì e mio padre con lei in un incidente stradale. Io ero stata smollata a mia zia Beth e lui aveva preferito andarsene in giro per l'America con i suoi amichetti drogatelli a "Fare musica".
Gli avevo sempre voluto bene e lui ne aveva sempre voluto a me ma non avevamo mai avuto questo grande rapporto sentimentale della serie io ti racconto i miei segreti e tu mi racconti tuoi. A malapena conosco il suo nome, non ricordo neanche quanti anni abbia, sinceramente.
L'ora passò in fretta, come le due seguenti e io mi ritrovai a mangiare un tristissimo panino al tonno in mensa, affiancata da quella nuvola rosa di Aurora.
<<Non avrei mai immaginato che tu fossi la sorellastra di Trè!>>
Esordì lei all'improvviso
<<Chi scusa?>> non capivo.
<<Frank, perdonami.>>  Quasi mi strozzai.
<<Emh si, beh, siamo amici piu che fratello e sorella>> Non volevo si sapesse, mi aveva abbandonata li, e non si era fatto ne sentire ne vedere per ben due anni.
<<Ehi Signore, vi dispiace se ci sediamo con voi?>> un altro pezzo di panino rischiò di uccidermi, alzai lo sguardo e incrociai quello azzurro cielo di Frank, lo guardai male. <<Eddai Little Girl, sono sempre tuo fratello.>> mugugnò il ragazzo fissandomi.
<<Fratellastro.>> lo ripresi io fredda.
I tre ragazzi si sedettero e continuammo tutti a mangiare in silenzio.
<<Non mi avevi mai detto di avere una sorellastra così gnocca.>> il terzo ragazzo, il piu alto dei tre, biondo con degli occhi blu elettrico, ruppe rovinosamente il silenzio, scatenando una risata collettiva.
<<Dirnt avevo detto niente commenti inappropriati.>> Frank fulminò il ragazzo con lo sguardo.
<<Allora Little Girl, cosa hai fatto in questi due anni?>>
Little Girl, Frank mi chiamava cosi quando ero una bambina.
<<Niente di che, sono stata accanto a zia Beth mentre tu facevi il trombettista con questi due scoppiati.>> gli sorrisi acida.
<<Senti non credo sia il luogo per parl..>>
Frank non potè neanche finire la frase che il ragazzo dai capelli neri gli si parò davanti tendendomi la mano.
<<Uno dei due scoppiati si chiama Billie, Billie Joe Armstrong e tuo fratello non suona la tromba ma la batteria.>> mi guardava in attesa di una mia risposta.
<< Alex Wright, lo so benissimo cosa suona.>> lo guardo seria stringendogli la mano.
<<Vedo che vi volete gia bene>> sorride imbarazzato Frank.
Finiamo di pranzare e la giornata finisce in un lampo, io e Aurora ci separiamo,finalmente posso stare da sola.
Decido di non andare a casa con lei e di andare nel mio posto speciale.
È un semplice parco isolato dove mi piace sedermi, fumarmi la mia sigaretta e leggere.
<<Mi fa piacere vedere che non sei cambiata di una virgola, Little Girl>>
Sobbalzai al suono di quella voce.
<<Anche tu sei sempre il solito pazzo, Frankie>> alzai lo sguardo dal mio libro e gli sorrisi, sinceramente stavolta.
<<Forse hai ragione, ma almeno un po sono migliorato...>> disse lui per poi far calare un silenzio denso e pesante.
<<Senti, Alex, lo so che in questi anni avrei dovuto chiamare, scrivere , farmi vedere , segnali di fumo e chi piu ne ha piu ne metta... ma avevo paura.>>
Quel discorso mi colse di sorpresa.
<<Mi hai lasciata sola.>>
Fu tutto quello che riuscii a dire.
<<Lo so, lasciami finire. Mi dispiace, non sapevo come affrontare la situazione e non sapevo come affrontare te. Sei sempre stata piu forte di me in qualsiasi campo e avevo paura mi distruggessi.>>
Mi guardava negli occhi e parlava piano, scandendo ogni singola parola.
<<Non mi hai aiutata sparendo, ho dovuto ricominciare da zero quest'anno, non ho amici, sono sola.>>
Lo vidi rattristarsi ancora di piu.
<<Ora hai ritrovato me, e gli altri e la tua amica con cui stai a scuola,hai zia Beth, non sei sola Little Girl.>>
Prima che potesse continuare lo fermai.
<<Dovrete guadagnarla la mia fiducia, non dire altro, vieni qui, idiota.>>
Allargai le braccia bisognosa di un calore che ormai non sentivo da tempo, lui mi strinse a se come faceva una volta e io mi sentii a casa.
<<Non ho mai smesso di pensarti piccoletta>> mi sorrise appena ci staccammo.
Lo guardai <<Ah si?>>
Lui in tutta risposta mi sorrise e tirò fuori il suo portafoglio che aprì mostrandomi orgogliosamente una vecchia foto logora.
Quest'ultima raffigurava me seduta nel giardino di casa con i nostri genitori, sorridevamo tutti e tre.

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⏰ Last updated: Sep 08, 2017 ⏰

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