Astuccio, diario, un quaderno. Sì, c'era tutto; era finalmente pronta ad uscire di casa. Quel mattino iniziava una nuova avventura: era il primo giorno di superiori. Gioia non si era ancora fatta un'idea precisa di ciò che si sarebbe trovata davanti. Sapeva di avere tante aspettative, ma anche tante ansie. Compagni nuovi, materie nuove, vita nuova. Pensava che sarebbe stata una grande opportunità per cambiare, per ripartire da zero e lasciarsi alle spalle tutti i problemi delle medie. Adesso, in città, sarebbe stata una come le altre e già questo le sembrava fantastico. Ma no, non avrebbe dovuto essere timida, non quella volta. Il cuore le batteva forte mentre finiva di fare colazione. La mamma già la chiamava dal garage adiacente alla casa, ansiosa come sempre di arrivare in ritardo. Per fortuna dall'indomani sarebbe andata a scuola in treno, ma il primo giorno non aveva saputo dirle di no, anche se spesso la premura di sua madre sfociava nell'invadenza. Gioia abitava in una piccola villa di periferia, lontano dal caos e dalle luci della città in cui faceva capolino quel giorno. Il paese dove viveva non era poi tanto lontano dal centro, ma si respirava un'atmosfera totalmente diversa, come in una sorta di lucida bolla di sapone, in cui tutto era apparentemente così sereno e allo stesso tempo sempre sul punto di svanire in un battito di ciglia. La ragazza finì in fretta gli ultimi cereali sul fondo della tazza, mise lo zaino in spalla e montò sulla vecchia Punto scassata. Il viaggio fu snervante. Quando furono arrivati, Gioia scese dall'auto e salutò distrattamente la madre; poi si guardò intorno stupita e spaesata allo stesso tempo. Scorse subito un gruppetto di ragazzi più grandi che fumavano di fronte all'ingresso della scuola, noncuranti della folla di primini che si accalcavano in attesa che il bidello aprisse le porte. In un angolo vide due ragazzi che conosceva e li salutò timidamente con un cenno della mano. Quasi non si accorgeva del gran rumore tutto intorno da quanto era alto il volume degli auricolari. Per un attimo si fece trasportare dalle note di "Come as you are" dei Nirvana, poi il suo sguardo cadde sull'insegna dell'istituto, "Liceo Classico Virgilio". In quel preciso instante un rombo provenne del lato della strada e tutti si voltarono. Da un' enorme jeep rosso fuoco scese una ragazza gracile, vestita di tutto punto, con un'aria altezzosa. I capelli biondi le ricadevano sulle spalle ed erano tenuti in ordine da un elegante cerchietto sulla fronte. Pur non sapendo bene perché, a Gioia la ragazza non fece una bella impressione. Tuttavia, il suo sesto senso sembrava dirle che sarebbero state in classe insieme...ed infatti fu proprio così. Quando un quarto d'ora dopo tutti furono in classe, ecco che la vide sistemarsi in ultima fila. Gioia invece sedette in un banco che era rimasto libero in seconda fila, vicino ad una ragazza sconosciuta: era determinata a stringere nuove amicizie, stufa di passare le giornate chiusa in camera sua, ad annoiarsi a morte. Liquidarono le presentazioni con qualche parola ed un sorriso imbarazzato sulle labbra:
"Piacere, Gioia"-disse una.
"Piacere, Marta"-rispose l'altra.
Non si parlarono per quasi tutta la mattinata, entrambe troppo impegnate a guardarsi intorno. Poi consumarono la merenda sedute al banco, in silenzio.
Durante l'ora di matematica, noiosissima come temeva, Gioia cominciò a pensare di testa propria; fu come uscire da quella classe anonima ed entrare nella selva contorta dei suoi pensieri. Stava pensando a quelle mielose storie d'amore su cui tutte le ragazze fantasticano per aver visto qualche film romantico di troppo, quelle cotte da colpo di fulmine il primo giorno di scuola, e in un attimo è subito amore. No, lei a quelle stronzate non credeva. Sinceramente non credeva nemmeno di essere capace di far innamorare un ragazzo. Continuando a riflettere, mentre le parole monotone della professoressa andavano a creare un lieve rumore di fondo, pensò che non aveva ancora dato il suo primo bacio. Arrossì, senza accorgersene. Un po' se ne vergognava.
Il resto della giornata filò liscio e Gioia riuscì addirittura a non addormentarsi sul banco. Ma fu mentre tornava a casa che le accadde qualcosa che avrebbe lasciato nella sua vita un marchio indelebile, molto più di quanto potesse fare un insignificante primo giorno di superiori. La ragazza si stava dirigendo verso l'uscita quando qualcuno la scontrò inavvertitamente. Ella allora si voltò, di certo non con le migliori intenzioni, ma di fronte alla faccia dispiaciuta del ragazzo che le chiedeva frettolosamente scusa le parole le morirono in bocca. Rimase piantata lì, a bocca semiaperta, completamente frastornata. Fu come se il tempo avesse rallentato il proprio corso, lasciandola immobile mentre gli altri ragazzi scorrevano davanti a lei al rallentatore, proprio come nei film. Il ragazzo che le si parava davanti a quel punto proseguì per la sua strada, ma prima di voltò ancora nella sua direzione, per assicurarsi che andasse tutto bene. Un lieve sorriso gli addolciva il viso e il lungo ciuffo cadeva a ciocche sulla sua fronte. Era vestito leggero, con una felpa azzurra, e ai piedi portava un paio di Vans. Fu tutto quello che notò di lui in pochi istanti, ma abbastanza da farle perdere la testa. Era stato un fulmine a ciel sereno e le aveva lasciato una strana e voluttuosa sensazione, quello che si chiama "avere le farfalle nello stomaco". Non sapeva che cosa significasse innamorarsi davvero, ma era certa di una cosa: era stato un momento speciale. Gioia pensò che il ragazzo misterioso (ma avrebbe fatto di tutto per conoscerne il nome) dovette considerarla una completa idiota, visto quale era stata la sua reazione. In fondo però non le importava; fantasticava soltanto su quando si sarebbero incontrati nuovamente. Contraddetta dai fatti in ciò su cui quella stessa mattina aveva riflettuto, la ragazza tornò a casa, felicemente sconvolta dalla bufera dell'amore.
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A life in trouble
RomanceGioia è una quattordicenne alle prese con i problemi di ogni giorno. Ha appena finito le scuole medie e l'arrivo alle superiori le apre un nuovo mondo: la città con i suoi divertimenti, le serate con gli amici, la possibilità di ripartire da 0 dopo...