Esco dalla stazione velocemente, così da evitare di dover camminare lentamente dietro ad un sacco di altri studenti. Anche questa parte di strada per arrivare all'università mi piace, ma mai come il viaggio in treno.
Oggi per fortuna non ho incontrato ancora nessuna delle mie compagne di corso e, quindi, anche questo momento è tutto per i miei pensieri. Cammino veloce perché il freddo si fa sentire, ma nonostante questo non riesco a fare a meno di notare tutte quelle coppiette che, nei vari gruppi di studenti, si tengono per mano.
Potevamo essere noi. Siamo noi. Perché io nei sogni ti tengo ancora così, come ti ho sempre sognato e come però tu non sei mai stato, nemmeno quando stavamo insieme.
Arrivo al bar del cubo e, questa volta per fortuna, sento qualcuno che chiama il mio nome e mi salva, in due secondi, dai miei stessi pensieri. Sofie. Come quasi ogni mattina propone la colazione al bar; come dirle di no? Mi raggiunge assieme alle altre e, una volta ancora, entriamo.
Entriamo al bar, proprio come abbiamo un anno fa, quando stava per cominciare la nostra avventura universitaria. E' tutto uguale, o almeno così sembra. So che però niente rimane uguale a sé stesso, nemmeno per un secondo. Dunque è tutto diverso, le persone sono cambiate; forse sono solo io che non so farlo. Quindi, per l'ennesima volta, prendo caffè e brioche prima di un nuovo anno.
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The story of my life
Aktuelle LiteraturMi chiamo Sara e questa è la mia storia, o meglio, la storia di quello che è stato (e che forse rimpiango un po' troppo) e di quello che succede adesso.