Prologo

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Il cimitero era vuoto, come sempre a quell'ora; solo lui era inginocchiato sotto la grande statua, come ogni anno, a quell'ora.
-Sono già passati duecento anni da quando ci hai lasciati. Lo sai meglio di tutti noi quanto abbiamo lottato per te, e sai ancora meglio quanto mi piaccia restare solo almeno per un po', in questo momento. Ero il più giovane e ingenuo tra i Sette, e ora sono qui, pronto a diventare padre del mio secondo figlio.
Ti sto immaginando sorridere, soprattutto nel momento in cui saremo di nuovo tutti insieme, come un tempo, qui sotto a brindare, come se fossimo a una bella festa, con te in mezzo a noi.
Avrei così tanto da raccontarti: di quanto mia figlia stia crescendo sana e sempre più bella, ad esempio... Per fortuna somiglia più a sua madre che a me; mi ripetevi sempre che ero un nanetto bellissimo, ma sai anche tu che la mia bellezza è andata peggiorando con l'età.
Il lavoro prosegue regolare, niente di eccezionale: dopotutto sta arrivando l'inverno, e poca della nostra gente si preoccupa di acquistare oggetti diversi da legna, coperte e cibo, ma è comprensibile... Doc dice che i profitti dovrebbero aumentare l'anno prossimo, ma ovviamente ti farò sapere.
Nel frattempo però- continuò nei suoi pensieri il nano- ti ho preso un regalo: lo sono andato  raccogliere personalmente in questi giorni-
Tirò fuori da una tasca molto larga del pesante giubbotto un piccolo mazzo di fiori bianchissimi, come la neve.
-Erano i tuoi preferiti... Oggi è un giorno speciale, e non potevo non portartene alcuni. Li ho raccolti fuori città, tra gli alberi dove raccoglievamo il muschio estivo ricoperto di brina, ricordi? Ora il muschio non c'è più, ma per fortuna le Stelle Bianche si, chissà perché... E sicuramente tutti gli altri avranno avuto la mia stessa idea-
Si alzò sulle punte dei piedi, per poggiare sul parallelepipedo di candido marmo i piccoli fiori, quando sentì dei passi molto vicini.
-Non sei cresciuto molto dall'ultima volta che ci siamo visti-
Una voce troppo scherzosa, anche in un momento di pieno raccoglimento: Lystig.
-Vuoi una mano Vil? O prima posso porgere i miei omaggi alla nostra Signora?-
Il nano si avvicinò all'amico, e ripose a sua volta un mazzo di Stelle Bianche sul marmo, senza alcuna fatica. Era il più alto tra i Sette, e ne faceva il suo vanto; era sempre stato così, fin da quando erano giovani: un po' spocchioso, pieno di sé e terribilmente divertente, ma mai avrebbe osato offendere un compagno, e mai l'avrebbe voluto mettere a disagio.
Vylkas sorrise all'amico, si diede una piccola spinta, saltando di pochi centimetri, e riuscendo finalmente a posizionare i fiori accanto a quelli di Lystig.
Si girò poi a guardarlo: testa completamente glabra, come tutti loro, un corta barba e leggermente sovrappeso, ma con forti braccia nerborute, segno che i lasciti dei combattimenti e delle miniere non lo avevano abbandonato.
Lo abbracciò, e senti i forti muscoli stringersi intorno a lui.
-Allora Vyl? Quando sarai di nuovo impegnato a scorrazzare di notte per casa con un mostriciattolo tra le braccia che l'ultima cosa che vuole fare è dormire?-
Vylkas sorrise nuovamente, mentre una leggera brezza invernale iniziava a muovere pigramente le poche foglie rimaste sulle querce del cimitero.
-A breve amico mio. Lorelei comincia a sentire le prime doglie, e Ameria è a dir poco entusiasta per il nuovo arrivo-
-Parli sempre degli altri... Tu invece? Come stai?-
-Io sto bene... In ansia, ma bene. Non credo sarà troppo diverso da quando è nata Ameria, a dire il vero, ma questo non toglie che l'emozione sia immensa! -
-Come il giorno in cui estraesti la tua prima gemma immagino! -
A parlare era stata una voce grave e altisonante.
Parlando, i due amici, non si erano accorti dell'arrivo di Brummbar con altri quattro nani al seguito.
Lystig lanciò un urlo di gioia, correndo incontro agli amici e iniziando ad abbracciarli uno per uno, mentre Vylkas osservava la scena accennando un sorriso e avvicinandosi in modo più pacato; l'euforia del primo era ovviamente giustificata: viaggiava molto, e non vedeva gli amici da più di trent'anni.
-È curioso notare come a tutti voi stia iniziando ad imbiancarsi il pelo, cari miei. Mi auguro almeno che i vostri muscoli non siano invecchiati male come le vostre facce, altrimenti avremmo un grosso problema! -
Tutti risero, Brummbar compreso (evento molto raro), ma non si dimenticò di mollare una manata sul petto dell'amico.
-Credi io abbia ancora la stessa forza di un tempo? -
-Oh si, maledetto te... - rispose Lystig con il fiato corto.
Tutti successivamente poggiarono le loro Stelle Bianche accanto a quelle di Vylkas e Lystig, le risate si spensero e tutti si accovacciarono ai piedi della lapide, raccogliendosi in un silenzio assorto.
Niezel, tra Brummbar e Drìmal, fu scosso da un breve tremore, e una lacrima scivolò lungo la sua guancia ruvida, cristallizzandosi nella folta barba ormai bianca.

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