Vylkas, giorno 14 del Primo Mese del Sole, 2352.
Questo capitolo è postumo al completamento del tomo che stai leggendo e tutti gli altri li ho riordinati in modo da rendere tutto cronologicamente corretto.
Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato tutto ciò che dal giorno successivo a quello sopracitato sarebbe successo, ed è bene, dunque, che io dica quello che avvenne prima.
Inizialmente questo era un diario strettamente mio, che iniziai per pura voglia di riempire i momenti di noia lontani dalle miniere, ma che poi si rivelò essere il cimelio di un'avventura che portò me e i miei compagni ben lontani da tutto ciò che per noi era la quotidianità.
Per quanto riguarda la nostra vita antecedente a tutti gli avvenimenti che si andranno a leggere posso dire che niente e nessuno, da quando mi trasferii alla Capanna, aveva intaccato la nostra autonomia.
A proposito della Capanna: di una capanna aveva solo il nome.
Era una grandissima villa su due piani, esternamente murata e internamente ricoperta di spesse assi di legno di betulla ben levigato; sul retro si stendeva un maestoso giardino, con una grande fontana ornamentale al centro e un viale che le passava accanto, utilizzato per permetterci di raggiungere il grande cancello sul retro in sella ai pony, senza calpestare l'erba con gli zoccoli rischiando di rovinarla.
Il giardino era attrezzato per far pascolare i nostri animali e per permetterci di rilassarci sotto un gazebo con tavoli e sedie, che utilizzavamo solitamente dopo le lunge giornate alla ricerca di pietre, più o meno preziose, che ci avrebbero permesso gli acquisti per il mese successivo; i Mesi del Sole* pagavano meglio degli altri, quindi lavoravamo più duramente, nonostante il caldo e la fatica, raggiungendo buoni profitti in denaro e potendoci così permettere l'acquisto di beni secondari o materiali per ampliare la Capanna.
Nei miei trentotto anni la casa aveva visto alcuni cambiamenti importanti: un fienile più grande per i pony, un magazzino al limitare del giardino, un grande pozzo che ci permetteva di non camminare fino al fiume per le riserve d'acqua, e soprattutto la costruzione in marmo del frontone del camino, costruito in quasi due anni da Blygen e sul quale, come tu stessa hai potuto vedere, figlia mia, sono incastonate sette pietre, tutte diverse tra loro, una per ognuno di noi, e tagliate alla stessa misura: tre per lato ed una al vertice, sotto il grande diamante che ci ha uniti nella nostra grande avventura. Quel diamante era per Hima, la fanciulla che tutti noi amammo come una sorella e per la quale fummo disposti a lasciare ogni cosa; venne incastonato durante la settimana precedente al Lungo Sonno di Hima, evento che sconvolse noi, in un primo momento, e tantissime altre persone negli anni successivi, ma pazienta ancora qualche pagina, e tutto inizierà ad esserti più chiaro.
Come stavo dicendo l'economia andava molto bene, la nostra vita era distante dagli affari burocratici dell'aristocrazia, e non pensavamo di poter vivere meglio.
Alla Capanna c'era un sette per ogni cosa, dal mio arrivo: sette paia di posate, sette bicchieri, sette piatti (uno fondo e uno piano), sette bagni, sette docce, sette sedie e sette sdraio, sette stanze ma sei letti (Drìmal non dormiva, usava la sua stanza come studio prima del giorno 15 del Primo Mese del Sole), sette picconi, sette pale e sette pony, anche se per il primo mese dovetti cavalcare insieme a Niezel, dato che era (ed è tutt'ora) il meno nerboruto di tutta la compagnia e la cavalcatura non risentiva troppo del peso di entrambi e delle sacche piene di gemme agganciate alla sella; qualunque altra cosa ti venga in mente lì era sette volte tanto, e ognuno di noi non ebbe mai da lamentarsi: tutto era equo.
Giunsi nella piccola valle un giorno del Terzo Mese Verde del 2314, penultimo anno della guerra civile che in quel periodo scuoteva il Regno e preoccupava l'aristocrazia: il popolo, diviso tra avanguardisti e conservatori, protestava per la ormai obsoleta forma di governo e, come spesso accade, le parole si tramutano in atti ignobili da ambedue le parti, trasformando le vittime in carnefici e viceversa, in base ai punti di vista;
Il re del tempo, Mudamir III, ovviamente a favore dei conservatori, li appoggiò schierando l'esercito e rendendo inaccessibile la Capitale per dodici lunghi anni, trasformandola in un mattatoio a cielo aperto; i tuoi nonni decisero di mandarmi alla Capanna dopo la fuga del re, avvenuta un mese prima della mia partenza.
La guerra si spostò a sud, a Forte Riah**, dove il re si era rifugiato con la corte e dove i combattimenti proseguirono per altri due anni fino alla sua morte.
Gli avanguardisti vinsero, convocarono un'assemblea che avrebbe permesso la nascita di un regno più moderno e economicamente più saldo e così, un mese dopo, il giorno 12 del Primo Mese del Ghiaccio del 2316, salì al trono Almhat l, acclamata dal popolo per la sua bellezza e dagli aristocratici rivoluzionari in quanto figlia dei più attivi e determinanti tra loro.
Passarono alcuni anni, era il 2335; alcuni gruppi di conservatori avevano provato a rivoltarsi contro il nuovo regno, ma senza successo.
Ci giunse voce da un commerciante, con il quale stavamo trattando per il cambio in denaro delle gemme che gli avevamo portato, che Almhat aveva scoperto da un suo informatore al sud che Lyal, il fratello di Mudamir e diretto erede al trono, durante l'assedio a Forte Riah, era riuscito a fuggire ancora più a sud sotto mentite spoglie e a nascondersi con la moglie nel Byrghen, in una piccola città sulla costa, e che da poco più di due mesi era diventato padre, ma non ci fu detto né il nome né il sesso del neonato.
L'informazione sarebbe dovuta rimanere segreta, e nessuno oltre Almhat e le sue spie avrebbe dovuto sapere dell'evento, ma questo non accadde e la notizia si estese nel popolo.
La regina smentì tutto, testimoniando con prove fittizie la morte di Lyal.
Uccise chiunque provò a contraddire la sua parola, provocando un malcontento non indifferente, ma riuscendo a mantenere il suo posto.
Voleva un lavoro discreto e pulito, uccidendo tramite sicari l'erede, la moglie e il bambino, in modo tale da evitare guerre future per il controllo del regno.
Ma da quel giorno non sapremmo più nulla.
Dal 2336 al 2352 non avvenne nulla di particolarmente significativo; mantenemmo ovviamente i contatti con i nostri informatori, primo tra tutti il mercante di gemme, ma non ci seppe dire molto più di quello che ho scritto, a parte qualche periodo particolarmente intenso di esecuzioni pubbliche.
Raramente tornavamo in città, soprattutto per permettere a me e Doc di fare visita alle nostre famiglie, che per fortuna non avevano testimoniato contro la parola di Almhat; scoprimmo, in questo modo, di non essere mai stati distanti l'uno dall'altro: abitavamo a pochi isolati di distanza ma, a differenza mia, lui era solito rimanere intere settimana in casa sopra libri e trattati di ogni genere.
Era un compagno molto riservato e sulle sue, parlava raramente e non lasciava trasparire spesso la sua gioia, ma quando riabbracciava sua madre e suo zio (il padre era morto contro l'esercito di Mudamir), lo vedevamo sorridere e ci si riempiva il cuore.
Era il nostro principale commerciante e, in seguito, un formidabile stratega grazie allo studio (per puro e semplice interesse) dei trattati strategici e della loro applicazione di Arlan Rott, antico studioso e Primo Stratega di Syar IV, padre di Mudamir l, che governò il regno tra il 1121 e il 1177; fu di enorme importanza, ma a questo arriveremo in seguito.
Dunque: delle vicende che coinvolgevano Lyal, sua moglie e il neonato non sapemmo più nulla (d'altronde non era di nostro interesse).
Nella valle, e alla Capanna, nessuno era giunto, e le nostre giornate proseguivano tranquille e scandite dal lavoro, dai commerci mensili e dalle ottime bevande ristoratrici preparate da Blygen e Listyg (da quando arrivai alla Capanna la loro competizione sulla preparazione delle bevande non era mai scomparsa), con Brummbar come giudice.
Era anche possibile, ed io lo facevo spesso nei momenti in cui avevo voglia di un po' di solitudine o semplicemente volevo ammirare la bellezza della valle, fare lunghe passeggiate ed entrare in contatto con i suoi animali che, stranamente, sembravano capire ogni singola parola che gli veniva rivolta.
La zona era limitata da un enorme e fitto bosco brulicante di vita: cervi, cavalli selvaggi, volpi, scoiattoli, vari tipi di volatili e alcune specie che ormai si sono estinte: un piccolo branco di cavalli alati che spesso, all'alba, si vedevano volare verso est e tornare nel tardo pomeriggio, le piccole e brillanti fate, gnomi terribilmente irascibili e alcune arpie con le quali si poteva piacevolmente conversare durante i Mesi Verdi ed i Mesi del Sole (erano molto distratte, cambiavano facilmente discorso e a tratti potevano risultare folli, ma prestavano molta attenzione se le si portava una gemma in dono: a quel punto prendevano dalle tue labbra e potevi chiedere loro qualunque cosa).
Le serate passavano molto spesso in terrazza, e tutti osservavamo Doc scrutare il cielo con il grande monocolo che Blygen gli aveva costruito e con i tanti libri che si era portato dalla Capitale, mentre Lystig suonava e cantava testi più o meno poetici o volgari e noialtri scherzavamo su quanto fosse concentrato il nostro amico o su quanto fossero diventati tirchi alcuni dei nostri rivenditori; Drìmal era l'unico a tenere compagnia a Doc quando il sonno si impadroniva di noi e lui rimaneva imperterrito a osservare le fiammelle che illuminano la notte.
Così avvenne anche la sera del giorno 14 del Primo Mese del Sole 2352, e andò avanti fino all'alba del giorno successivo, quando lo strumento di Doc si posò su una giovane donna dai capelli sporchi, una sottoveste bianca come la sua pelle e strappata in più punti, scalza e con alcuni tagli sulle braccia e sulle gambe che avevano smesso di sanguinare già da qualche tempo.*Prima dell'avvento del nuovo calendario, avvenuto nel 2361, l'anno era diviso in quattro parti, ossia: Mesi del Sole, o del Raccolto in base alla regione, Mesi delle Piogge, Mesi del Ghiaccio e Mesi Verdi, tutti numerati allo stesso modo attuale, ma con festività ben distanti da quello a cui siamo stati abituati prima di quella data ( primo Yanvar' 2361), più legate alla terra, alla natura che respira e ama i suoi figli, piuttosto che a dei fittizi, impalpabili e osannati da fedeli riuniti come pecore in un ovile.
**Grande forte posto su un'alta collina sferzata da impetuosi venti.
Famoso per essere la sede di una delle ultime Accademie degli Elementi, quella dell'Aria, in questo caso.
Da qui giunse Niezel nel 2303, all'età di centoquarantadue anni, un anno dopo l'inizio degli scontri e due anni dopo aver completato i venticinque anni di addestramento in Accademia.
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Seven
FantasyUna fiaba fuori dal tempo, conosciuta a tutti da quasi un secolo, rivisitata e convertita in un fantasy vero e proprio. L'avventura dei Sette nel tentativo di salvare Hima li condurrà distanti dalla loro valle, dalla loro casa e dalle loro abitudini...