UNA VITA DA TRADURRE.

PROLOGO

E' molto difficile per una bambina di nove anni,perdere la madre e la sorella.

E' terribile che una bambina di nove anni abbia assistito alla morte della madre,e della sorella maggiore.

Stavamo facendo una delle nostre vacanze di famiglia,ancora ricordo mia madre che sorridendo cantava con mia sorella,eravamo così felici..

Dopo l'incidente,gli unici a salvarci siamo stati io e mio padre,ma per mia sorella e mia madre..non c'è stato niente da fare.

E' stato un colpo al cuore,ancora se giravo per casa sentivo le loro voci,la loro risata.

Da quel giorno,dopo la loro morte mio padre aveva iniziato a bere,trascorreva le sue giornate nel pub non molto lontano casa nostra.

Un giorno,iniziò ad abusare di me, per avere dei soldi per comprarsi la droga,mi lasciava ai suoi amici drogati,una cosa orribile.

Da quando ero piccola avevo conservato i miei risparmi in un cassettino nella mia stanza,sapevo fin da piccola che non volevo quella vita,e che ha 18 anni me ne sarei andata via.

Infatti,così fù.

Ho affittato una casa in centro,perchè ancora non potevo permettermi di sparire completamente,così tra lo studio,avevo iniziato a lavorare in un bar il pomeriggio e la sera lavoravo come cameriera in un ristorante.

Due luoghi che sapevo che mio padre non ci sarebbe mai arrivato.

La mattina studiavo,così finalmente adesso sono laureata in lingue.

Ho partecipato a molti concorsi di fotografia,è la mia passione.

Dopo varie richieste,finalmente mi hanno preso per fare la 'portavoce' ad un gruppo musicale per due anni.

Dovrò stare con loro,infatti andrò a Londra,ad abitare nella loro casa,il contratto è di due anni,così se avranno da fare  interviste,tra un tour e l'altro  io ci sarò sempre.

Non vedo l'ora di arrivare a Londra,da quando ero piccola,era il sogno mio e di mia madre.

Non so come definirmi,credo di essere molto testarda e orgogliosa anche se quando me lo dicono non lo ammetto mai,qualunque cosa succeda anche la più banale ,non l' ammetto mai.