Capitolo 1

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Nel corso di quei ventidue anni il Seraphim si era legato profondamente a quella creatura, mantenendo fede al compito che gli era stato affidato: vegliarla, senza mai svelare la sua presenza.

Anche quella notte era con lei, silenzioso e nascosto tra le ombre, ma nulla, nemmeno lui, poteva presagire quello che sarebbe successo da lì a qualche istante. Quell'incidente avrebbe cambiato ogni cosa, stravolgendo gli eventi e inclinando tutti gli equilibri.

***

Un anno dopo

«Ecco il caffè».

Stephanie sussultò. Era così assorta nei suoi pensieri, da non accorgersi dell'arrivo di Katy.

«Ti ho spaventata?»

«Ero sovrappensiero, scusa» rispose la ragazza prendendo il suo bicchiere.

Le due erano arrivate al San Francisco International con un certo anticipo e Katy si era fermata al bar per prendere due caffè mentre l'altra raggiungeva il gate. A breve il volo in arrivo da New York sarebbe atterrato e non voleva rischiare che Aylin non trovasse nessuno ad aspettarla.

La sorella si sedette al suo fianco e, guardando il tabellone elettronico, esclamò: «Mancano ancora venti minuti, Steph! Avremmo potuto prendercela con più calma!»

«Non volevo arrivare tardi per il traffico e far aspettare Aylin».

«Eppure se non ricordo male, quando sono tornata io la scorsa settimana, hai ritardato di dieci minuti!»

Nel dirlo Katy le fece l'occhiolino e Stephanie ribatté scherzando: «In realtà mi ero proprio dimenticata di venirti a prendere, me lo ha ricordato mamma».

«Grazie mille stronza. Molto gentile da parte tua!»

Le due ragazze scoppiarono a ridere: per loro era normale battibeccare di continuo. Stephanie era più grande di soli diciotto mesi, la differenza fra le due era impercettibile ma Katy era molto più matura dei suoi quasi ventuno anni, tanto da ricoprire spesso la parte della sorella maggiore. Fra le due, era lei quella razionale e diffidente mentre Stephanie si faceva trasportare più facilmente dalle emozioni.

Erano così prese a parlare da non accorgersi del tempo che passava. Quando Stephanie alzò lo sguardo verso il tabellone elettronico si rese conto che accanto al volo dell'amica lampeggiava già la scritta "atterrato".

L'ultima volta che si erano viste era stato per le vacanze natalizie, sei mesi prima, da allora Stephanie e Aylin si erano sentite quasi tutti i giorni, anche se ciò non rendeva meno pesante quella distanza. Erano amiche dall'infanzia e non si erano mai separate fino a quando, dopo il liceo, Aylin aveva deciso di seguire le orme del padre per studiare architettura alla Columbia, mentre Stephanie aveva aperto una caffetteria nella zona del Fisherman's Wharf.

«Kat, l'aereo è arrivato. Chissà quante novità avrà da raccontarci Aylin!»

«Di sicuro ne avrà su Samuel. Non l'ho mai vista così presa da un ragazzo, nemmeno quando stava con Travis.»

«Sì, e questo mi preoccupa. Sembra che la consideri più un'amica che altro.».

Katy annuì pensierosa, ma non era sua abitudine dare giudizi affrettati o fare pronostici senza avere chiara una situazione.

«Aspettiamo di sapere da Aylin come stanno le cose fra loro, ok?»

Stephanie annuì ancora, poco convinta, e, senza aggiungere altro, s'incamminò seguita da Katy allo sbarco passeggeri.

Passarono circa venti minuti prima che le porte del gate si aprissero facendo uscire i viaggiatori. Finalmente la videro. Una bellissima ragazza, esile e alta, spiccava tra mille volti comuni. Aylin era di una bellezza eterea, quasi innaturale. Sul viso diafano e delicato, spiccava il viola intenso dei grandi occhi: preziose ametiste incastonate a perfezione. Un filo di lentiggini trapuntava appena la linea tra uno zigomo e l'altro passando sul naso piccolo e sottile. Le folte ciglia castane non riprendevano il biondo miele dei capelli ma evidenziavano ancora di più lo sguardo profondo.

Imbalance || Valeria Diurno e Luisa ScrofaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora