Prologo

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13 settembre.
17 anni.
0 amici.
I miei genitori sono morti e vivo da sola con mia zia che non è sposata.
É la notte del mio compleanno, circa 00:03, e sto camminando da sola per Dublino, mentre il cielo minaccia di piovere.
Sei anni senza mia nonna, senza sentire la sua dolce voce, indebolita dal tempo, farmi gli auguri.
Cammino lungo una delle rive del Liffey.
Di solito, questa zona è affollata, anche di notte, ma oggi fa particolarmente freddo per veder gironzolare anche solo una persona con in mano una bottiglia di Guinness nelle vicinanze del Ha'penny Bridge.
Forse dovrei tornare a casa, ma sto così bene qui.
Mi guardo intorno e tutto tace.
Sembra di essere in un quadro, tutto perfetto e immobile.
Sul mio viso posso sentire un lieve venticello freddo che mi fa tremare.
Per tornare a casa di mia zia ci impiegherò circa una mezz'oretta, meglio andare.
Cammino con la testa leggermente abbassata mentre penso a come passerò il mio compleanno, ma comunque con tutti i miei sensi in allerta, non si sa mai...
Mi si accappona la pelle quando vedo un ombra passare nella strada a fianco alla mia, ma proseguo il mio percorso.
Mentre cammino vado a sbattere contro una persona che stava attraversando la strada.
"Mi scusi..." sussurro tremando sia per il freddo che per la paura, ma non alzo lo sguardo per vedere lo sconosciuto che ho urtato.
"Tranquilla" risponde "non dovresti vagare da sola per le strade di Dublino a quest'ora" continua il ragazzo davanti a me.
A causa dell'impatto avevo tolto le mani dalle tasche e stavo giocando con le mie dita molto nervosamente.
"Lo so... Mi dispiace averti urtato, ma ora devo proprio andare. Buona notte." dissi infilandomi le mani nelle tasche e mi allontano alla velocità della luce.
Arrivo a casa sana e salva.
Per fortuna quel ragazzo non era un malintenzionato.
Mi cambio velocemente e mi metto nel letto, al caldo tra le coperte.
Penso all'apparente morte di Dublino di questa notte e alla paura provata nell'incontrare quel ragazzo.
Ma penso soprattutto al mio compleanno.
Ogni anno, mia zia vuole organizzare un megafesta di compleanno per me, ma tutto quello che faccio è andare al cimitero a trovare mia nonna e i miei genitori e parlare con loro.
Quando torno trascorro la mia giornata come tutte le altre.
Vorrei tanto averli qui con me, ma non si trovano qui, sono troppo lontani perché io possa raggiungerli, benché il cimitero disti meno di un'ora.
Mentre mi avvolgo nel calore del mio letto, per la mia mente passano sfocati i ricordi di momenti passati con i miei genitori e mia nonna.
Fuori sta piovendo e mi addormento sognando i loro volti felici.

Lei aveva sofferto molto a causa di gravi perdite.
Lui aveva perso qualcuno.
Ma chi dei due aveva sofferto di più?
Chi sarebbe stato il primo a lasciare l'altro?
Chi avrebbe sostenuto l'altro?
Due pezzi rotti sono in grado di essere forti insieme?
Questi due ragazzi, legati dal destino, riusciranno a trovare la felicità, un lieto fine?

Rain and happiness

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