The color of my blood

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Apro gli occhi. La luce dei raggi del sole mi pervadono le pupille in modo fastidioso. Alzo un braccio verso il viso per proteggermi dal bagliore e inizio a guardarmi attorno: sono su un letto diverso da quello che c'è nella mia camera; questo si trova in una stanza ordinata e pulita, con finestre che illuminano tutti i mobili che occupano questo spazio immenso.
Mi alzo dal materasso appoggiando i gomiti a terra.
Noto che il mio polso sinistro è fasciato e mi fa un po' male. Sopra alle fasce che ricoprono il mio polso, c'è del sangue ormai secco che, molto probabilmente appartiene al sottoscritto.
Cerco di ricordare cosa sia successo ieri ma non ci riesco, in testa ho solamente ricordi vaghi che non riesco a mettere a fuoco.
Mi volto verso l'altra parte del materasso ma di fianco a me non c'è nessuno. Le lenzuola sono state spostate da qualcuno di fianco a me ma nessuna traccia di questo "qualcuno".
Cerco di alzarmi da terra ma le caviglie non mi reggono. Decido così di strisciare fino alla porta della stanza per uscire. Appena arrivo sull'uscio, sento delle voci. Appoggio l'orecchio alla porta di legno per ascoltare, o almeno per provare a sentire cosa stanno dicendo quelle voci così lontane da me.
Appena mi appoggio, inizio a sentire che quelle voci appartengono a due uomini: uno più anziano e uno più giovane. La voce di Sangwoo non l'ho sentita ancora e per questo mi inizio a preoccupare.

《Senta signor Sangwoo, lei deve venire assolutamente in caserma con noi altrimenti...》
《Ok ok, Sangbea, è stato chiaro... penso che il signor Sangwoo abbia capito...》
Appena sento queste parole, il sangue mi si congela, il cuore rallenta e inizio a sudare freddo.
Ad un certo punto, sento dei passi pesanti che iniziano a salire le scale. Io non so che fare. Mi inizio ad allontanare dalla porta ma nelle mie condizioni, non riesco ad andare tanto lontano.
Striscio verso il grande comò che c'è nella stanza e mi nascondo dietro ad esso. Ad un tratto, sento la porta spalancarsi e la voce di Sangwoo che grida <<Scappa! Scappa fin che puoi!>> la sua frase mi fa aumentare il battito e inizio ad agitarmi. I passi dell'uomo che ha aperto la porta della mia stanza, si iniziano ad avvicinare sempre più a me.
Cerco di raggomitolarmi nell'angolino in cui sto, ma ormai l'uomo mi ha visto. Mi volto per guardarlo e noto che ha un viso non nuovo per me. Si avvicina lentamente e, nel mentre si china per chiedermi:《Ah... lo sapevo... Signore! È come le avevo detto io! Il signor Sangwoo teneva un ostaggio in casa!》. Appena sento queste sue parole, il cuore sembra quasi che voglia uscire dal mio petto.
Ho voglia di dimenarmi ma le gambe non le sento più a causa delle fratture che Sangwoo mi ha procurato il primo giorno in cui ci siamo conosciuti.
L'agente tira fuori delle manette e me le mette ai polsi poi, mi prende in braccio e mi porta al piano inferiore. Una volta arrivati nel lungo corridoio, usciamo entrambi dalla porta principale.
Davanti al cancello di casa, c'è una vettura della polizia e dentro ad essa, ci sono Sangwoo nel retro e un altro poliziotto seduto davanti.
L'agente che mi tiene in braccio mi porta dentro l'auto, facendomi sedere di fianco a Sangwoo, anch'esso ammanettato. I miei occhi si vanno a posare subito sul viso del ragazzo che sembra impaurito quanto me. Cerco di dire qualcosa ma, appena Sangwoo nota le mie labbra che si stanno aprendo, mi fa segno di stare zitto. I suoi occhi sono spalancati e la sua bocca è strettamente chiusa, formando un'espressione seria sul suo volto. Appena vedo così, torno a fissare le mie caviglie doloranti senza dire nulla.
Dopo una ventina di minuti, arriviamo in caserma. L'agente di prima mi aiuta a scendere mentre l'altro, il più anziano fa scendere Sangwoo. Entrambi veniamo portati all'interno dell'edificio, in una stanzino con solamente due sedie pieghevoli e nient'altro. Davanti a noi c'è una vetrata enorme ma completamente nera.
Ad un tratto, sentiamo una voce che ci dice: <<il signor Sangwoo è pregato di alzarsi e di uscire dalla stanza in cui si trova. Verrà sottoposto ad un interrogatorio diverso da quello che il ragazzo di fianco a lui dovrà sostenere, grazie.>> Questa frase mi fa rabbrividire.
Dove lo porteranno? Quanto durerà? Ma soprattutto, cosa gli faranno?
Vedo Sangwoo che si alza lentamente e va verso la porta. Appena egli si avvicina, quest'ultima si apre e, fuori dalla stanza ci sono già due poliziotti ad aspettarlo. Appena Sangwoo esce, egli si volta verso di me per guardarmi con espressione triste. Questa scena mi fa stringe il cuore e, in gola mi si inizia a formare un nodo davvero straziante.
Appena la porta della stanza si chiude, il silenzio mi inizia a pervadere i timpani.
In testa ho solamente la figura del povero Sangwoo che viene maltrattato e sottoposto a svariate domande. Una scena orribile.
Ad un tratto, la stessa voce che ha ordinato a Sangwoo di uscire dalla stanza poco prima, inizia a parlare nuovamente. <<Ragazzo, esci dalla stanza. Verrai interrogato in un altro posto.>>
Appena sento così, alzo la testa verso l'autoparlante che è posizionato in un angolo della stanza.
Mi alzo lentamente ma le caviglie mi tengono su a mala pena.
Ad un tratto, sento la porta che si apre. Alzo gli occhi e vedo che stanno venendo due poliziotti verso di me, per aiutarmi a camminare. Mentre mi portano nella stanza dell'interrogatorio, inizio a pensare che questa sia veramente la fine, sia per me che per Sangwoo.
Ad un certo punto, io e i poliziotti ci fermiamo davanti ad una stanza grigia e cupa; in mezzo ad essa c'è una scrivania con due sedie e una lampada che illumina debolmente questi quattro muri grigi.
I poliziotti mi fanno sedere su di una sedia e, dopo poco, arriva un agente vestito in modo diverso. Quest'ultimo ordina ai due poliziotti che mi hanno accompagnato, di stare fuori. L'agente si siede di fronte a me, puntandomi la luce contro. <<Bene bene, il tuo nome quale sarebbe?>> Mi chiede l'uomo con fare serio. Io rispondo faticosamente a causa del nodo che mi si è formato prima in gola.
<<Ok, allora signor Yoonbum, mi dica... da quanto tempo è che state rinchiuso in casa del signor Sangwoo?>> appena sento questa domanda, mi si spalancano gli occhi. Non so cosa rispondere ma devo farlo. Inizio a pensare e la prima cosa che mi viene in mente è:<<In verità io sono... il cugino di Sangwoo... Mi sono trasferito da poco a casa sua..>>. L'agente non sembra crederci tanto alle mie parole. <<E mi potrebbe spiegare per quale motivo ha diverse ferite sul corpo? Chi è stato? Forse suo "cugino" Sangwoo?>> la domanda dell'agente mi fa gelare il sangue. <<Ehm no... sono caduto dalle scale dello scantinato... Mi sono fratturato le caviglie ma mi devo ancora riprendere del tutto...>>rispondo al poliziotto. Il ragazzo mi guarda con aria infastidita. <<Mi dica la verità signor Yoonbum...>>Mi dice. Io non riesco a trattenere le lacrime e così, me ne faccio scappare due o tre.
Appena l'agente vede così, rimane leggermente stupefatto. <<La prego signore... non fate del male a Sangwoo...>> singhiozzo. Il ragazzo in borghese cambia espressione appena sente le mie parole. <<Yoonbum, ma si rende conto che quel ragazzo è un pazzo maniaco? È stato accusato di omicidio plurimo, in quanto sono stati dispersi svariati corpi di ragazze scomparse proprio dopo essere state a casa del ragazzo che voi chiamate "cugino". Yoonbum, noi ti stiamo dando la possibilità di fuggire da tutto questo...>> sospira l'agente.
In effetti ha ragione ma io amo Sangwoo e non posso lasciarlo, anche perché non ho un altro posto in cui stare e non voglio tornare a casa di mia nonna con mio zio che mi maltratta dalla mattina alla sera. <<Mi dispiace agente, io a casa mia non ci voglio tornare mai più... lei non sa cosa ho dovuto subire per anni e anni... da quando sto con Sangwoo ho finalmente ritrovato la pace e la serenità che oramai non sapevo neanche più cosa volessero dire... Mi dispiace ma, come ho già detto, io non lascerò mai Sangwoo...>>le mie parole rimbombano nella stanza e l'espressione dell'agente cambia da seria a sorpresa. Nemmeno io ci credo a quello che è appena uscito dalla mia bocca ma non sopporto l'idea di tornare da quel maniaco di mio zio.
Appena finisco di parlare, la porta della stanza in cui siamo, si spalanca con violenza. Sia io che l'agente ci voltiamo sorpresi per il rumore violento. Sull'entrata c'è un uomo anziano che tiene dai polsi Sangwoo. Quest'ultimo ha gli occhi pieni di lacrime mentre l'uomo anziano dietro di lui, ha gli occhi leggermente lucidi.
L'agente di fronte a me si alza immediatamente dalla sedia senza dire nulla. <<Signor Saungbea... lei ha preso l'uomo sbagliato. Sangwoo è un uomo senza peccato, innocuo, che non torcerebbe un capello a nessuno. Lei si deve vergognare Saungbea, ha accusato questo ragazzo di atti gravissimi e lei non sa quanto Sangwoo ne sta soffrendo per questo. Quello che dovrebbe essere ammanettato dovrebbe essere lei, signor Saungbea, e non il ragazzo qui presente. Dichiaro entrambi assolti, e ora potete tornare a casa. In quanto a lei signor Saungbea, dovrà venire nel mio ufficio per parecchi chiarimenti... NIENTE MA E NIENTE SE!>>appena l'uomo anziano finisce di parlare, Sangwoo corre verso di me. Il ragazzo mi inizia ad abbracciare sempre più forte. Sento il suo respiro rotto dal pianto mentre il suo battito si inizia a stabilizzare. Anch'io vorrei poterlo abbracciare ma ho ancora le manette addosso. La scena fa commuovere quasi tutti all'interno della stanza, ma non il signor Saungbea che ci guarda con sguardo dispreggiativo.
Non appena Sangwoo si stacca da me, due poliziotti mi prendono dalle braccia e mi fanno uscire dalla stanza. Una volta arrivati verso l'uscita, mi vengono tolte le manette e così, io e Sangwoo siamo di nuovo liberi.

L'uomo più anziano ci ha chiamato un taxi già pagato che ci riporterà a casa. Appena arriviamo davanti al cancello di casa, sento Sangwoo che mi prende di forza i polsi. Emetto un leggero gemito di dolore per la sua presa ma Sangwoo è impassibile. Appena arriviamo davanti alla porta di casa, sento le mani del ragazzo biondo che si vanno a posare sulle mie spalle. <<Avanti, apri la porta Bum...>>Mi sussurra all'orecchio. Non so se ha buone o cattive intenzioni ma questo suo comportamento non mi piace affatto.
Appena siamo dentro casa, il ragazzo mi getta sul pavimento freddo del corridoio.
Le caviglie mi abbandonano subito e finisco con lo sbattere la testa per terra.

《AH!》

Il ragazzo si china verso di me, dicendomi piano: <<Lo so che sei stato tu a chiamare gli sbirri... ma stai tranquillo che non la passerai liscia anche sta volta... ho dovuto fare i salti mortali per cavarmi da quella situazione... sei solamente uno scemo, lo sai che se ci avessero accusato di omicidio, sia io che tu avremmo dovuto spendere parecchio tempo in prigione, ricordati che non sono stato solo io ad uccidere all'interno di questa casa...>>detto ciò, il ragazzo si rialza e mi supera, andando verso la cucina. Io rimango sul pavimento, confuso e impaurito per quello che mi sarebbe dovuto succedere.
Cerco di rialzarmi da terra ma vengo raggiunto quasi immediatamente da Sangwoo. Alzo lo sguardo e quello che ho davanti mi fa gelare il sangue. Dritto davanti a me c'è Sangwoo che tiene fra le mani una cinghia di cuoio. La sua espressione è al quanto spaventosa e i suoi occhi sono assetati di sangue.
<<Alzati Bum, ora vieni con me...>> il ragazzo mi prende da un braccio, facendomi alzare bruscamente. Le mie caviglie mi fanno un gran male ma non posso dire nulla.
Nel completo silenzio, io e Sangwoo raggiungiamo la mia stanza. <<Bene, ora mettiti lì sopra, sarà una seduta molto lunga.>> mi dice Sangwoo mentre mi lascia andare sopra al pavimento della stanza. Appena tocco terra con il petto, sento la cinghia di cuoio che si va a scontrare contro la mia povera schiena.

《AAAAHHH!》

Il dolore è lancinante e in più, sento che dalla mia schiena inizia a fuoriuscire del sangue.
Mi accascio sul pavimento stringendo i denti. Nel mentre, delle lacrime salate iniziano a rigarmi il viso.
<<COSÌ IMPARI A CHIAMARE LA POLIZIA! STUPIDO IDIOTA! AVREI DOVUTO ELIMINARTI GIÀ DA TEMPO MA NON L'HO FATTO...>> queste parole di Sangwoo sono più dolorose del dolore causatomi dalla cinghia che tiene il ragazzo fra le mani.
Ad un tratto, sento altri tre colpi di cintura sulla mia schiena.
Urlo per il dolore causatomi e le lacrime non smettono più di scendere lungo il mio viso. <<...sai perché non l'ho fatto? Perché tu mi servi solamente da pupazzetto... già, io non ti ho mai amato ma ho sempre desiderato avere un animale da compagnia, un qualcosa da poter torturare... e poi sei arrivato tu...>> dopo avermi detto ciò, sento altri tre colpi sulla mia schiena. Io ormai sono sdraiato sul pavimento, mentre sto stringendo i pugni contro il materasso della stanza.
<<Sì, tu sei perfetto per questo genere di cose e così ho deciso di lasciarti vivere ma a mano a mano che il tempo passa, mi stai facendo cambiare sempre di più idea... >> tutte le volte che Sangwoo finisce di parlare, sulla mia schiena si scontra la cinghia di cuoio che ha tra le mani.
Io, a causa del dolore, sto stringendo talmente forte i pugni, che le fasce sul mio polso sinistro si sono staccate, tanto da fare riaprire la ferita. Il sangue inizia a colare dal mio polso in modo lento ma continuo. Il colore del liquido fuoriuscente, inizia a dipingere la stanza di un bel bordeaux che a mano a mano diventa sempre più scuro. Sangwoo ha smesso di parlare e, ad un tratto sento la cinghia cadere a terra. I miei occhi sono colmi di lacrime ma la vista inizia a farsi un po' annebbiata per me. La testa la sento leggera e un formicolio fastidioso inizia a pervadere le mie gambe.
Lentamente mi volto verso Sangwoo e, appena i miei occhi si vanno a posare su di lui, dico faticosamente: <<Scu-sami...>>. Lentamente mi accascio a terra, mentre in testa mi rimane impressa la figura di Sangwoo che mi guarda con espressione stupefatta mentre svengo sul pavimento.

Tutto questo dolore mi viene inflitto dalla persona che più amo ma non posso farci nulla, d'altronde, è l'unico che si è preso cura di me in questi ultimi mesi ed è l'unico che mi fa sentire utile in questo mondo.

Killing Stalking //one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora