Primo Incontro

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Era piccolo, a prima vista soffice e decisamente carino. Derek pensava di dover passare un pomeriggio insieme alla madre, in compagnia di una sua amica e di un bambino moccoloso che sbavava ovunque. Invece quell'ammasso di ossa fragili e delicate, che gli arrivava al bacino, profumava di talco e la pelle delle sue guance era perfettamente pulita e vellutata. Inoltre, non la smetteva di giocare con i lacci della sua felpa rossa, fornita di un cappuccio con due orecchie da lupo dello stesso colore. Stiles sembrava un cucciolo spaventato, soprattutto mentre teneva il capo chino osservando il ragazzo più grande dal basso verso l'alto: infatti Derek era non solo più grande di lui di cinque anni ma dimostrava anche un atteggiamento sicuro e intimidatorio. La madre, notando la tensione del più piccolo, strinse delicatamente la spalla del figlio lanciandogli un'occhiata eloquente, che Derek accolse con un sospiro quasi impercettibile: doveva davvero parlare con quel fragile esserino? Claudia, l'amica della madre, accarezzò il capo del figlio sorridendo a Derek e offrendogli dei biscotti al cioccolato. Erano piuttosto buoni e il ragazzino non poté non notare come gli occhi color nocciola di Stiles si fossero illuminati alla vista dei dolci. Si sedettero sul divano, ai lati opposti, con la ciotola a fare da divisorio, mentre le loro rispettive mamme si prendevano del tempo per chiacchierare. Derek notò che il bimbo accanto a lui si era rilassato e aveva iniziato a guardarlo con la bocca piena e leggermente sporca ai lati. Storse il naso di fronte alla sua goffaggine e si chiese quanti anni potesse avere, sicuramente non più di cinque, e rifletteva capendo di aver sperato troppo: non era un bambino moccoloso ma se continuava così sarebbe stato molto appiccicoso. Non parlarono per tutto il tempo, Stiles continuava a mangiare e Derek si limitava ad osservarlo in ogni suo più piccolo movimento. Era difficile ammettere che trovava quel piccoletto davvero dolce, soprattutto con quella ciocca di capelli biondo scuro che sfuggiva dal cappuccio e quel musino sporco: sembrava uno dei bambolotti con cui giocava sua sorella. Le ore passarono, i biscotti finirono e arrivò il momento di andare, le madri erano consapevoli della difficoltà dei loro cuccioli nel fare amicizia e avevano sperato potessero in qualche modo capirsi e avvicinarsi: tuttavia il silenzio aveva dominato il salotto per tutto il pomeriggio. Si salutarono sulla porta, mentre Stiles stringeva la mano alla sua mamma e Derek, invece, ignorava la sua dirigendosi verso l'auto. Una parte di lui sperava non sarebbero più tornati a casa di quel piccoletto, ma furono due braccina esili strette intorno alla sua vita a fargli cambiare idea. Stiles aveva rincorso Derek e l'aveva abbracciato di slancio, chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio sulle sensazioni. Non che il ragazzo potesse notarlo, infatti si girò solo quando sentí la presa allentarsi e due occhioni lucidi color nocciola cercare i suoi.
<<Io sono Stiles, mi piacerebbe vederti più spesso.>>
Non aspettò neanche la risposta e scappò di nuovo fra le braccia della madre, che sorrideva con gli occhi velati di commozione mentre il suo piccolo si nascondeva tra le pieghe della sua giacca, imbarazzato per il gesto compiuto. Non ci fu bisogno di pronunciare altre parole, i due salirono in macchina e si diressero a casa con uno Stiles che li osservava di nascosto dalla finestra, Derek avrebbe voluto dirgli che si capiva benissimo fosse lì ma si limitò a fissarlo con sguardo impassibile. Quello era un bimbo davvero strano. Un bimbo di cui si sarebbe innamorato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17, 2017 ⏰

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