Nella Porta accanto

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Ritorno a scrivere di loro e lo faccio ispirandomi a una canzone di una delle mie cantanti preferite

Nella porta accanto di Laura Pausini

Prima di lasciarvi alla lettura, consiglio di ascoltare la canzone almeno una volta e poi iniziare a leggerla. Preciso inoltre che ho dato una mia personale interpretazione, spero vi piaccia.

Ora vi auguro Buona Lettura!



Si era svegliata e subito si era voltata dal suo lato del letto, per vedere se fosse arrivata: era andata a dormire prima che lei arrivasse, troppo stanca per aspettarla, troppo debole per affrontare una delusone se l'altra avesse deciso di non andare da lei. Sorrise, lasciando andare un sospiro di sollievo quando la vide dormire serena al suo fianco. Quando tutto era iniziato non aveva sospettato nemmeno per un solo istante che sarebbe andato a finire in quel modo: che ne fosse tremendamente innamorata l'aveva capito, ma che si sarebbe trovata a chiedersi cosa l'altra provasse per lei, praticamente in ogni istante, quello non l'aveva preso in considerazione. Presa dal troppo amore si era ritrovata ad accontentarsi di quel poco che l'altra le offriva, quel poco che diventava immenso quando stavano insieme per ritornare ad essere minimo quando tornavano a vivere la loro vita.

Quel poco che ora iniziava a non bastarle più ma che all'altra sembrava starle stretto.

Chiuse gli occhi nel tentativo di allontanare quei pensieri che da troppo ormai la tormentavano, le lasciò un leggero bacio sulla fronte per poi scostare le coperte e scendere dal letto.

-Che ore sono? - la voce arrochita dal sonno dell'altra le fece battere forte il cuore.

-È presto, dormi- sussurrò, sperando che l'avrebbe ascoltata, non voleva farsi vedere in quello stato da lei.

-Dove stai andando? -

-Di là, tu ritorna a dormire-

Non insistere

-Stai bene? - le chiese, sollevando appena la testa dal cuscino, per fissare la schiena dell'altra che non sembrava intenzionata a voltarsi.

-Hai bisogno di riposare, non volevo svegliarti...- si alzò, evitando accuratamente di guardarla. Quando avvertiva quella sensazione di vuoto intorno aveva solo bisogno di restare da sola, aveva bisogno di essere certa di avere la forza di farcela anche senza di lei –ho solo bisogno di...-

Odiava sentirsi in quel modo, odiava farlo quando lei era presente perché era davvero difficile riuscire a restare indifferente quando era così vicina e la paura di non riuscire a leggere nei suoi occhi quello che voleva leggervi, era insopportabile.

-Michiru? -

Non le rispose, si alzò e senza aggiungere altro uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle, mentre pregava che non l'avesse seguita.

La prima volta che la vide rimase subito colpita dalla sicurezza che emanava dai suoi occhi. Sembrava uno di quei famosi attori ben consci dell'effetto che avevano sul genere femminile. Lui però, sì perché come succedeva a tutti l'aveva scambiata per un ragazzo, sembrava completamente indifferente agli sguardi languidi che riceveva. L'aveva visto per un'intera settimana rincasare, sempre con la solita busta, contenente la cena scoprì in seguito, chiedendosi se abitasse anche lui in quel palazzo, se abitasse da solo, se aveva una propria famiglia o se veniva dalla sua donna per poi ritornare a casa sua.

Si era trasferita da poco in quell' appartamento e non conosceva praticamene nessuno, oltre al portiere e alla moglie. Cercò di togliersi dalla mente quel ragazzo che ogni sera la portava a nascondersi dietro la tenda della finestra della sua camera, per guardarlo arrivare dalla strada dietro casa, seguirlo con gli occhi fino a che non scompariva dalla sua visuale.

Nella porta accantoWhere stories live. Discover now