Capitolo Uno: Mamma

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Chiara guardava tremante la foto di Bianca, la sua bambina, e continuva a chiedersi se non fosse tutta sua la colpa, si chiedeva se non fosse perché desiderasse tanto dal suo rendimento scolastico, o se fosse per via del fatto che non volesse lasciarla uscire la sera; Avrebbe potuto passare la sua intera esistenza a ripensare a quale colpa avesse ma sta di fatto che Bianca ormai era morta e, ormai, Chiara non poteva farci assolutamente nulla.
Le lacrime le rigavano il volto, l' indomani si sarebbe celebrato il funerale e ad aumentare il dolore di Chiara fù, in parte, il fatto che il Vescovo della città si era  inizialmente rifiutato di celebrare il suo funerale asserendo che "Il tragico atto della bambina" era di natura diabolica poiché -nessun cristiano andrebbe contro il volere di Dio togliendosi la vita.
-Sciocchezze.- fù la risposta di Chiara -La mia bambina non ha colpe.

Chiara stava collassando sul divano, non dormiva da giorni, quando le arrivò una chiamata, non rispose e in pochi minuti fu rapita dal sonno...

Chiara si trovava davanti a Bianca che le ripeteva -È colpa tua se ora sono morta, non sei mai stata in grado di fare la madre.
Chiara cercava ed implorava il suo perdono, gridava, piangeva ma la ragazza non batteva ciglio -Se tu mi fossi stata più vicina io adesso sarei viva, ti odio mamma.
E si sveglio di colpo, sudata fradicia, terrorizzata da quel sogno, decise che ne avrebbe parlato con lo psicologo...

-Credo che lei soffra di un disturbo post-traumatico da stress, la perdita di sua figlia è stato per lei un vero trauma- le parole dello psicologo sembravano così fredde e vuote -le prescriverò dei far...
-non ce n' è bisogno, sto benissimo-  Chiara non stava bene...
Liquidò lo specialista e si diresse da Bianca, in obitorio...


La sua bambina era distesa esanime coperta dai piedi alle spalle da un freddo telo grigio, l' espressione del viso non tradiva nessuna emozione, le lacrime rigavano il viso della madre che non poté far altro che abbandonarsi ai ricordi...

Bianca entrò in casa e in meno di mezzo secondo la madre le stava con il fiato sul collo;  Hai fumato- esordì lanciando il cellulare sul divano -no, mamma, lo sai che è Sara che fuma e mi rimane addosso l' odore- tentò di salvarsi la figlia, ma la furia della madre non poteva essere placata cosi facilmente, le avvicino il naso alla bocca -Mi prendi per fessa? dammi il celluare- le strappò il cellulare dalle mani e lo lanciò dalla finestra, Bianca manteneva il silenzio -credi che io sia nata ieri? conosci le mie regole e adesso ne paghi le conseguenze.

Il ricordo di quel momento la dipingeva come un mostro, tutti i ragazzi provano le sigarette, e forse la sua creatura si abbandonava ad esse per evitare di sprofondare nel baratro della depressione, ma ormai era tardi, non era stata in grado di fare la madre, nonostante avesse solo una possibilità di fare da madre... la sua vita non aveva più senso, la cosa peggiore era però che fino alla fine era rimasta convinta che la figlia fosse una buona a nulla, svogliata e sbandata. 

succede spesso, i genitori dimenticano che i figli hanno una personalità, scelgono di preservarli dal dolore, ma il dolore è inevitabile e per quanto essi provino a eliminare dalla vita del figlio le possibili cause di dolore: sigarette, alcool, droga, cattive compagnie... non fanno altro che gettar loro addosso un dolore più grande, un dolore che non sono in grado di affrontare perché non hanno nessun genitore a cui parlarne, perché a olte i genitori sono la più grande causa di dolore, forse se Chiara avesse cercato il dialogo, se avesse cercato di comprendere perche la figlia fumasse, se si fosse impegnata a farle comprendere perché non dovesse farlo piuttosto che urlare e sbraitare come una bestia, forse Bianca sarebbe ancora viva...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 02, 2019 ⏰

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