Non ricordo che giorno fosse, ma ricordo bene l'aria fredda che entrava dalla finestra aperta del salone che i provocò dei brividi su tutto il corpo. Mi appostai dietro la ringhiera delle scale che portavano al piano di sopra, in un angolino all'ombra, in modo da non farmi vedere.
Rimasi immobile e in ascolto. In quel periodo i miei genitori non facevano altro che litigare e urlare dalla mattina alla sera, non c'era mai un attimo di pace.
<Sara deve andare via!> Sussultai sentendo mio padre pronunciare quella frase, era incazzato e io lo ero ancora di più. <Ma la bambina ha solo sette anni! Dove vuoi che vada, è troppo piccola.> Mia madre prese le mie difese e per un attimo sperai che mio padre ritirasse quella frase che mi aveva spezzato il cuore. <Andrà da tua sorella, in Italia. E' un paese tranquillo, non le succederà niente di male.> Mio padre aprì il portafogli e prese un pezzo di carta un po' stropicciato.
<Non possiamo farlo.> Mia madre si asciugò il viso e cadde sulla sedia singhiozzando. <Tesoro, partirà domani. E' per il suo bene.>
***
<Sara! Tuo figlio piange!>
<Maledizione.> Mi guardai allo specchio e aggiustai l'uniforme, misi la pistola nella fondina e mi resi conto che i capelli non andavano poi così male quella mattina. <Zia non posso portarlo al nido oggi, ci pensi tu?> Diedi un bacio sulla testa bionda del mio bambino e prima che mia zia potesse rispondere uscii di casa.Le strade non erano molto affollate e il traffico era moderato, l'aria di novembre spaventa un po' tutti, specialmente se il vento e la pioggia ti danno il buongiorno in simbiosi. <Sara Conte, come mai in orario oggi?>
<Avevo voglia di vederti baby.> Scherzai dandogli una pacca sulla spalla. <Che stronza che sei Conte.> Sebastiano era la mascotte della caserma, un tecnico grassottello e bruttino che iniziò a farmi il filo nel primo momento che mi vide.<Ci sono novità sul caso?> Presi cinquanta centesimi e li gettai nella macchinetta del caffè. <Siamo ad un punto morto. Conte?>
<Che c'è?>
<La macchinetta del caffè è rotta.> Roteai gli occhi e sbuffai, sembrava essere una bella giornata, una di quelle giornate che filano lisce e senza intoppi. <Grazie Sebastiano, vado al bar.>Ordinai finalmente il caffè e ne approfittai per prendere anche un cornetto con crema al pistacchio. Guardai fuori dalla vetrata del locale e mi persi ad osservare una famiglia felice sotto un grande ombrello arancione. Il papà teneva la mano alla bambina con lo zaino di Masha e Orso, probabilmente molto più pesante di lei. Ridevano felici nonostante la giornata non fosse delle migliori e questo mi provocò una stretta allo stomaco e una fitta al cuore.
La vibrazione del cellulare mi riportò alla realtà. <Pronto zia, dimmi.>
<Sara, tesoro, Christian ha la febbre e sai che non posso mancare da lavoro. In queste condizioni non posso portarlo al nido.> Mi sentii in colpa per non essermene accorta, in fondo è mio figlio e dovrei essere più responsabile e premurosa. <Avviso il capo e torno subito a casa.>
Erano le cinque del pomeriggio e non sapevo davvero che cosa fare. Il bambino dormiva e io non ero abituata a stare a casa senza fare nulla, per me non lavorare era deprimente e poco produttivo. In poche parole odiavo oziare. Il telefono fisso prese a suonare e Christian, ovviamente cominciò a piangere. <Vieni qui amore mio.> Lo presi in braccio e notai che, per fortuna, la febbre cominciava a scendere. Sul cordless lessi un prefisso strano, non italiano, ma troppo inconfondibile per non riconoscerlo.
Titubante schiacciai il tasto verde e dall'altra parte sentii silenzio. <Pronto?>
<Sara.> Una voce bassa e roca mi fece sussultare, non la sentivo da così tanti anni che l'avevo rimossa del tutto dalla memoria. <Papà.><Darling, devi tornare a Chicago. Ho bisogno di te.>
***
Ehi ciao :) Sono nuova su wattpad e non ho molta esperienza, questa è la mia prima storia e voi sarete i miei primi lettori in assoluto.
Voglio parlarvi un po' di questa storia. Allora, non so se conoscete la serie Chicago P.D. , ma io la amo da impazzire tanto che sto guardando gli episodi della quinta stagione in inglese un un sito internet sconosciuto.
Ok, mi sto dilungando troppo. Stavo dicendo. Chicago P.D. I protagonisti di questa storia saranno appunto gli attori della mia serie preferita, riprenderò alcune vicende dei ragazzi dell'Intelligence aggiungendo particolari e Sara, un nuovo personaggio tutto da scoprire.
Spero vi piaccia e sarei molto felice se lasciaste qualche commento con le vostre opinioni.
Al Prossimo Capitolo :)
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Dirty Game
RomanceSara ha una doppia cittadinanza, una doppia vita che inizia a pesare un po' troppo e non sopporta più il peso di questo grande segreto. In Italia la conoscono tutti, mentre a Chicago, il suo paese natale, è un fantasma, una ragazza che esiste solo...