Arrivai in Italia mezza stordita, avevo sonno, mi faceva male la testa e il fuso orario non aiutava affatto. Appena scesa dall'aereo vidi una signora venirmi in contro, non la riconobbi subito. <Baby, come è andato il viaggio?> Mi limitai ad annuire, non capivo molto bene l'italiano, lo parlavo a malapena e odiavo mio padre sempre di più.
<Questa sarà la tua stanza.> Nessuno poteva sapere che la mia vita da quel giorno sarebbe cambiata per sempre.
***
<Sei in gamba, hai fermato quell'uomo senza timori.>
<Ti ringrazio... Adam, giusto?> Annuì e mi diede una pacca sulla spalla. <Sara Conte, sei un elemento molto valido.> Jay Halstead si complimentò con me, un ragazzo gentile dai capelli rossicci, carino oserei dire. Era già una settimana che ero a Chicago e già ci aveva provato con me un paio di volte.Devo ammettere che quelle avance non mi dispiacevano affatto, ma dovevo concentrarmi sul lavoro e tornare in Italia il prima possibile.
***
Era il mio giorno libero e decisi di portare il mio bambino a fare un giro al Millennium Park, una delle zone più belle e rilassanti di Chicago. Appena scesi dalla metro l'aria fresca mi colpì in pieno volto, ma subito mi sentii a mio agio quando sentii il suono di qualche chitarra in lontananza. Non so quantificare quanto mi era mancata la mia città, viverla e camminarci per ore.
<Sorellina.> Justin mi chiamò in lontananza alzando entrambe le braccia e quando fu abbastanza vicino lasciai il passeggino e gli saltai letteralmente in braccio. <Quanto mi sei mancato.> Rimasi in quella posizione per un paio di secondi e quando scesi mi resi conto che stavo piangendo. <Non fare così.> Mi asciugò le lacrime con i pollici e mi baciò dolcemente la fronte.
<Ehi, little man.> Si rivolse a mio figlio sorridendo, che inconsciamente allungò le braccia verso di lui emettendo dei versi acuti. <Diventa ogni giorno più bello.>
<Daniel come sta?> Ci sedemmo su una panchina al centro del parco, di fronte ad un ragazzo che suonava una dolce melodia con il violino. <Bene, cresce anche lui.>
<Non vedo l'ora di abbracciarlo.> Il mio nipotino Daniel era qualche mese più grande di Christian, ed era bellissimo come suo padre.<Quel figlio di puttana si è fatto vivo?> Scossi la testa, sapevo che si stava riferendo al "padre" di mio figlio, e questo mi imbarazzò molto. <Te l'avevo detto io, cazzo. Quel tipo non faceva per te.>
<Cosa vuoi che ti dica. Hai ragione, ma se non l'avessi conosciuto adesso non avrei lui e molto probabilmente non sarei qui a parlare con te.>
<Non l'ha mai voluto vedere?>
<Mai.>Con Riccardo sono stava insieme più o meno un anno, i primi mesi era gentile e disponibile, un vero gentiluomo. Dopo le prime esperienze insieme iniziò a prende un po' troppa confidenza, iniziò a diventare volgare e presuntuoso fino a quando un giorno mi diede uno schiaffo.
Quando scoprii che aspettavo un bambino ero al settimo cielo, ma lui distrusse tutto dicendo di non volerlo. Ci lasciammo, non mi seguì durante la gravidanza e non lo riconobbe nemmeno. Christian infatti porta il cognome di mio padre.
<Tu invece cosa stai combinando?>
<Niente di speciale.> Justin non è mai stato un tipo tranquillo, si è sempre cacciato nei guai. È stato arrestato per aver causato un incidente, ovviamente ubriaco, e per aver rovinato la vita al ragazzo un'altra auto, facendolo rimanere paralizzato dalla vita in giù.Io l'ho sempre difeso, ma per questo episodio non l'ho mai perdonato, non ha scuse, è stato un emerito coglione.
<Ti cacci ancora nei guai?>
<Sorellina, va tutto bene. Fidati di me. Ora che ci sei tu qui cosa posso chiedere di più?>
Vibrò il cellulare e lessi il messaggio 'Vi voglio tutti al distretto. Voight.' <Il dovere mi chiama.> Sbuffai e mi alzai dalla panchina stiracchiandomi, mi stavo sul serio rilassando. <Lo tengo io il bambino e se vuoi ti accompagno.>
<Sei un angelo fratellone.><Garfield Park, una donna ha denunciato la presenza di bambini in una casa abbandonata. Conte?>
<Si, sergente?>
<D'ora in poi farai coppia con Dawson.><Come ti trovi all'Intelligence?> Chiese Antonio mentre imboccava un vicolo losco e tetro. <Oh, abbastanza bene. Siete tutti molto uniti.> Sorrise e mi osservò aggrottando le sopracciglia. <Diamo davvero quest'impressione?>
<Beh si.>
<Si sto scherzando. Siamo tutti molto uniti, siamo come una famiglia. Ci aiutiamo spesso.> Nei suoi occhi si leggeva orgoglio e intuii che fosse una persona molta leale.Arrivammo all'indirizzo che ci avevano segnalato e impugnammo tutti la pistola. In quel quartiere regnava un silenzio insolito, la gente era come se si fosse dileguata, non c'era anima viva. Voight fece segno e Kim Burgess urlò 'Chicago P.D.' così Kevin Atwater, un altro detective dell'Intelligence, sfondò la porta.
<Libero!> Passai oltre e feci segno agli altri di proseguire. Jay e Adam andarono al piano superiore, mentre io e Antonio scendemmo nel seminterrato. <Sara, hai sentito?> Annuii. Il rumore si ripeteva almeno ogni cinque secondi, sembrava che qualcuno stesse trascinando qualcosa. <Fermo dove sei?>
<Oh mio Dio.> Un bambino, intorno ai sette anni, trascinava il corpo di un suo coetaneo privo di sensi. <E' tutto ok, vieni qui piccolo.> Antonio chiamo a sé il ragazzino mentre io mi avvicinai all'altro. <E' vivo!> Tirai un sospiro di sollievo e in fretta cercai di rianimarlo.
<Bel lavoro, detective.> Mi diede il cinque e sorrise <Più tardi ti va di venire con me al Molly's?> Lo guardai perplesso, in cerca di una spiegazione. <Oh, giusto. E' un bar che gestisce mia sorella Gabriela insieme ad alcuni colleghi della caserma 51.>
<Ora ve meglio.> Risi scuotendo la testa <Quindi è un si?>
<Certo, ma prima devo passare da mio figlio.>
<Nessun problema, Conte. A dopo allora.>Scesi dall'auto e mi diressi verso casa, felice per aver salvato la vita ad un bambino. ma anche entusiasta per aver ricevuto un invito per uscire.
STAI LEGGENDO
Dirty Game
RomanceSara ha una doppia cittadinanza, una doppia vita che inizia a pesare un po' troppo e non sopporta più il peso di questo grande segreto. In Italia la conoscono tutti, mentre a Chicago, il suo paese natale, è un fantasma, una ragazza che esiste solo...