Capitolo 8

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Quattordicesimo giorno

Harry si svegliò prestissimo e molto determinato. Non era certo che avrebbe trovato Louis lì, ma quando arrivò al pontile, lo vide: quella giornata la frangia era attaccata sulla fronte e sembrava incredibilmente morbida. Harry avrebbe voluto passarci in mezzo le dita.

"Louis," lo chiamò sottovoce.

Louis alzò lo sguardò e i suoi occhi si posarono sull'oggetto che aveva tra le braccia, la punta del naso leggermente arricciata. Il dito medio di Harry moriva dalla voglia di lisciarglielo. Le dita gli si contorsero sui fianchi.

Si sedette accanto a Louis, e gli poggiò la giacca sul grembo, lisciandola delicatamente con la mano sulla coscia di Louis, prima di spostarla con riluttanza.

"Grazie," disse.

Louis scrisse qualcosa, poggiandosi sul ginocchio.

"La prossima volta indossa una giacca.''

Harry riuscì a percepire il fastidio da quel foglietto di carta. Quelle parole gli fecero capire che se n'era pentito. Louis se n'era pentito. Ovviamente.

"Non ti avevo mica chiesto di prestarmela," rispose Harry, con più aggressività di quanto avesse voluto.

Louis alzò lo sguardo dal suo grembo con furia. E cominciò a scrivere qualche altra cosa di fretta.

"Avrei dovuto lasciarti sbavare addosso dal tuo ragazzo per riscaldarti. Sembrava che ti stessi divertendo.''

A quello Harry scattò. Si mise in piedi e guardò le narici di Louis allargarsi. A quel punto, il riccio cominciò a respirare velocemente e con affanno.

"Non è il mio ragazzo," sputò fuori, stringendo i pugni, e notando i muscoli facciali di Louis rilassarsi leggermente, "ma anche se fosse? A quanto pare gli importa di me," Louis rise, "non è carino con me solo quando gli pare o quando gli fa comodo. E quando lo è, non se ne pente.''

A quello Louis assottigliò gli occhi.

"Dio, Louis,'' Harry sospirò, battendo il piede a terra, "è come se a volte- a volte è come se ti importasse di me, come se provassi qualcosa ma continui a trattenerla dentro di te," l'autocontrollo di Louis vacillò un po' mentre la sua bocca ebbe un fremito, "e non dovrei metterti pressioni, dovrei aiutarti. Lo so, io- io sono troppo coinvolto, ma- pensavo che saremmo potuti essere amici o- non lo so, qualcosa.''

Louis si voltò dall'altra parte, la sua mascella serrata mentre si rifiutava di fronteggiare la rabbia di Harry.

"Io non capisco," Harry respirò a fatica, e la sua voce calò, spezzandosi leggermente, in maniera imbarazzante, "a volte è come se tu mi odiassi a morte.''

E Louis allora lo guardò negli occhi ed erano completamente devastati, c'era qualcosa di frustrante e doloroso in quelle pupille, ma attorno solo vuoto e una distanza che Harry non riusciva a valicare. Aveva passato già abbastanza tempo a cercare di entrare dentro quel mondo. Questa volta, fu lui ad allontanarsi, con l'intenzione di tornare al campo, quando si imbatté in Liam.

"Harry!'' esclamò Liam, un sorriso enorme stampato sul viso mentre afferrava la spalla di Harry.

"Sì?''

Harry si stropicciò distrattamente l'occhio e poi la guancia, ma Liam sembrò non curarsene.

"Grazie mille!''

Liam era su di giri, ed Harry avrebbe voluto sentirsi felice per lui. Avrebbe voluto lasciare che la luce che gli occhi castani di Liam stavano irradiando affogasse nel suo corpo, ma in quel momento sentiva solo dolore. Dolore per qualcosa che non sarebbe mai successa, per qualcuno che non avrebbe dovuto volere ma che desiderava comunque. Il freddo si era insinuato nelle sue ossa.

I'm gonna burn for you, you're gonna melt for me [L. S. || Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora