Satellite

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-Scott! Andiamo, non ne posso più di aspettare!

-Continua a giocare, mi servono ancora cinque minuti!

Malia sbuffò, restando seduta sul divano di casa McCall, con la televisione accesa ed un videogioco inserito. Alla fine, Kira l'aveva convinta ad andare al ballo con lei e Scott, e poi sarebbe successo ciò che doveva succedere. In realtà, neanche Malia era più sicura di come avrebbe voluto che si evolvessero le cose una volta messo piede nella palestra in cui si sarebbe svolto il ballo.

Quel fulmineo - ma fin troppo pieno di fatti e parole - incontro con Lydia non aveva fatto altro che confonderle ancora di più le idee. Cosa voleva davvero lei? Cosa voleva Lydia? Senza contare che, prevedibilmente, la notizia di essere stata, in qualche modo, perseguitata da una sorta di stalker con un feticismo per le ragazze che si baciano, non l'aveva affatto aiutata a stare tranquilla.

Però, il suo vestito da principessa aveva deciso - no, Kira l'aveva praticamente costretta, o sarebbe andata in pigiama - di indossarlo. La kitsune le aveva anche dato una sistemata ai capelli, ora acconciati in boccoli morbidi e spostati su una spalla, così da lasciare scoperto il collo per metà. Era elegante ed irresistibile allo stesso tempo, ma nemmeno se ne rendeva conto, perché la sua testa era totalmente da un'altra parte.

-Cavolo, Mal, non hai mai fatto una partita così disastrosa!

Scott era spuntato alle sue spalle, facendole notare quanto fosse effettivamente basso il punteggio che stava totalizzando nel gioco. Si sentì quasi ferita dal fatto che una ragazza le stesse occupando ogni briciolo della sua parte razionale, impedendole di fare decentemente anche una cosa stupida come giocare ad un videogioco - per quello in particolare, Malia era sempre stata considerata la regina indiscussa della casa, e ciò la infastidiva ancora di più.

-Ho altro per la testa, Scott.

-Immaginavo.

L'Alpha si sedette accanto a lei, sperando che riuscisse a buttar fuori qualcosa. Non voleva che passasse tutta la serata a rimuginare su ciò che aveva o meno. Voleva che si divertisse, che tornasse la Malia di sempre almeno per un paio d'ore, quella Malia a cui ballare piace fino all'inverosimile, così ingenua che continua a buttar giù alcol non rassegnandosi al fatto che non si potrà mai ubriacare, che ride anche - e soprattutto - nelle situazioni meno adatte. Quella seduta sul divano non era Malia, le somigliava soltanto.

-No, Scott, non immagini.

-Lydia, la storia della foto, tu che ancora non ti arrendi...

Non aveva raccontato a nessuno dei messaggi che Lydia aveva ricevuto. Del loro incontro, invece, già si era sparsa la voce, insieme a tutte le invenzioni su cosa fosse successo o meno dentro quella macchina. Ma, forse, era il momento giusto per rimettere a posto qualche pezzo del puzzle.

-C'è di più.

Scott aveva una faccia perplessa, ma incuriosita.

-Dimmi tutto.

Malia non lo fece finire di parlare che iniziò a rispondergli, macinando parole come una macchinetta automatica. Sapeva che Scott, con tutta probabilità, avrebbe fatto appello al suo spirito di difensore dell'intera razza umana se avesse saputo cosa stava succedendo.

-La persona che ha fotografato me e Lydia non è sparita, sta minacciando Lydia, per questo mi è stata lontana, e io non sapevo nemmeno dell'esistenza di questa foto fino a ieri e sto andando fuori di testa!

Scott rimase in silenzio per qualche secondo, prima per elaborare le informazioni che erano venute fuori troppo tempestivamente dalla bocca di Malia sia per formulare una risposta che riuscisse a tranquillizzarla. Ma, stranamente, questa volta sembrava aver perso tutta la sua solita sicurezza e positività. Sembrava quasi che fosse perfettamente in grado di risolvere ogni problema sovrannaturale, ma con quelli legati strettamente alla sfera umana... con quelli, non aveva nessuna confidenza.

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