Capitolo 4

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Devo andare nel bar. In quel bar. Ho bisogno di pensare nella stanza X.
Mentre camminavo pensavo a Drake. A quando in inverno due anni fa venne con due ciotole di popcorn e i miei biscotti preferiti perché ero malata e voleva darmi un po di sollievo.
O quando a scuola tutti mormorarono su un fatto anni fa. E iniziarono a girare voci che mi soffocavano. Drake li guardò minacciosamente avvertendoli di chiamare la preside(poiché mi veniva a prendere sentì una voce parlarne.). E io che allora non ragionavo come ora mi buttavo tra quelle braccia riempiendolo di baci e dicendo che lo adoravo.
Eccomi davanti al bar.
"Signor Luciano. Posso andare lì? Capitemi." chiedo con gli occhi pieni di acqua salata che mi sfocavano la vista.
"Certo cara. Scusa ma. Sai dov'è mio figlio Drake?" chiede Luciano con un grande sorrisone.
"Ehm." Luciano mi viene incontro preoccupato.
"Cos'è successo a mio figlio, Lia?" chiede gentilmente Lui.
"Niente,Signore." non mi crede. Mi guarda da capo a piede. Nota il sangue colare dalla ferita.
"Lia.." dice serio e preoccupato.
"No,non è colpa sua. Per sbaglio." cerco di giustificarmi.
"Lia dimmi dov'è." ordina serio lui.
"Signore, non è colpa sua." urlo disperata.
"Lia lui è mio figlio ho il diritto di sapere dov'è." dice lui cercando di calmarmi e con lo sguardo serio.
"Non lo so." dico.
"Lia sto perdendo la pazienza." mi avverte Luciano.
"Non potete farmi niente." dico io indifferente.
"Lia ti rendi conto di fare la bambina?" dice Luciano.
"Ah si? Ma io ho 26 anni sapete?!" dico ironica. Non posso essere adulta a 14 anni.
"Mentalmente sei intelligente abbastanza..per capire la gravità di questo." dice lui indicando il pavimento. C'era una piccola macchia rossa che brillava alla fioca luce.
"Papà son tornato." urla una voce interrompendo tutto. Lo guardo col il cuore che va a mille.
"Ro' ?" chiede stupito lui.
Scappo senza dire una sola parola. Drake mi ferma parandosi davanti.
"Cosa succede?" chiede lui trattenendomi forte per il braccio e guardandomi negli occhi.
"Niente." dico la mia parola tipica.
Tenevo gli occhi chiusi per non guardare i suoi. Sottraggo il braccio e me ne vado.
Sono stufa. Non vedo l'ora che se ne vada così lo dimenticherò per un po.
Un dolore allucinante al piede mi fa cadere stremata per terra.
"Ro' che cazzo. Mi stai stufando. Se mi odi okay,se no continuiamo ad essere amici. Non c'è nulla di sbagliato." urla avvicinandosi col fiatone.
"Perché fai così? Non ti ho mai fatto nulla di negativo. Tu non riesci a vedere il mio punto di vista. Non è più come alla tua età. Non cambio ciò che provo rapidamente. Devi capirlo. Ora tu perché metti una barriera solo per l'età?" chiede lui dolcemente e con uno sguardo preoccupato per la situazione. "Ma ti rendi conto che sono 11 anni?!" dico stufa. Sinceramente non voglio vederlo più perché so che un giorno. Lo dimenticherò e dimenticherò con egli i miei sentimenti. Ma fino ad ora non posso sopportare di vederlo senza urlargli in faccia ogni secondo di quanto lo adoro e di quanto ho bisogno di lui.
"NON TI STO CHIEDENDO DI SPOSARMI. Amici. Ti chiedo solo questo."
"No,perché stando in contatto non dimenticherai questo." dico avvicinandomi al suo viso e facendo scontrare i nostri nasi.
"Non dimenticherò questo tuo dolce gesto che facevi anche da piccola." non si dimentica nulla sto tizio.
"E dimenticherai questo?" chiede lui prima di avvicinarsi sempre più e facendo scontrare le nostre labbra. Era la prima volta che baciavo un ragazzo,avendo solo 14 anni,quasi 15, pensavo fosse arrivato il momento giusto quando avevo almeno 17 anni. Eppure. Stranamente ricambio.
Lo sposto da me imbarazzata. "Ehm." dico cercando di alzarmi da terra,ma invano.
" non mi importa l'età. Io voglio solo una cosa: Io e te,insieme e non me ne frega che legame, basta che ti sto accanto. Ora questo è un gesto disperato e lo sai pure tu. Per vedere i tuoi occhi che sembrano quasi neri. I capelli castani che dolci ti cadono sulle spalle e sulla schiena. Il tuo sorriso che vedo solo raramente ma che mi illumina le giornate ogni qualvolta risplende sulle tue labbra. Ora non so nemmeno io come abbia fatto a farmi piacere proprio te. Probabilmente perché non c'è donna che può superare la perfezione. Voglio starti accanto, poi non me ne frega se da amica o altro." dice dolcemente e accarezzandomi dolcemente i capelli.
"Ogni 3 giorni parti per tre mesi. Starmi accanto come?" chiedo tristemente soffocando i singhiozzi.
"Forse abbandonerò definitivamente quel lavoro e continuerò,con mio padre, a far sopravvivere il negozio di mio padre." dice lui sorridendomi.
"Perché ti piace una merda come me? Perché abbandoni il tuo sogno per starmi vicino? Perché non mi lasci perdere come tutti? Spiegamelo." Urlo.
"Te l'ho spiegato,non si può superare la perfezione. Ora rispondi tu. Dimmi perché menti? Perché nei momenti più belli dobbiamo parlare?" chiede lui.
"Quali momenti?" chiedo confusa.
"Questo." sussurra prima di avvicinarsi lentamente e baciandomi una seconda volta.

" sussurra prima di avvicinarsi lentamente e baciandomi una seconda volta

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Ci stacchiamo attimi dopo.
"Quanto ti odio. Quanto mi odio. Quanto odio questi sentimenti. Quanto odio il mio cuore." dico piangendo sulla sua spalla. Oggi è una giornata come le altre quando arriva lui.
"Io invece ti amo. " sussurra lui al mio orecchio.
Lo guardo negli occhi per attimi interminabili. Brillavano come stelle,speranzosi.

"Rosy. Ora rispondimi con sincerità, ti prego. Davvero non mi vuoi nella tua vita?" chiede lui con gli occhi da cucciolo.
Mi avvicino a lui e le nostre labbra si scontrano incastrandosi a perfezione. Mi appoggio,stanca, sulla sua spalla e mi addormento stremata.

Continua.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 15, 2017 ⏰

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