(P.I.P.I) Storia di una Tina alla riscossa

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(P.I.P.I) Storia di una Tina alla riscossa

Era un giorno qualunque al Mckinley.

Gli uccellini cinguettavano andando a ritmo col fracasso di corpi sbattuti contro il freddo metallo degli armadietti da uno dei primi bestioni marchiati dalla scritta Titans che passava per quei corridoi chilometrici, le cheerleader flirtavano con qualunque ragazzo avesse almeno un polmone dove l'aria potesse nascondersi alla vista di quei fianchi ondeggianti, e i classici 'nerd'  appena arrivati – o che si trovavano in quella scuola da piu di chiunque altro, chi lo sapeva- le cui lenti spesse quanto un tappo da sughero ne seguivano devotamente i movimenti da destra e a sinistra, quasi ne dipendesse la loro vita che- sostanzialmente- consisteva in quelle poche ore scolastiche e che poi sembrava mettersi in pausa per tutto il resto della giornata sino alle lezioni di quella seguente in cui si ritrovavano magicamente nelle medesime condizioni: stesse facce da pescilessi, camice a quadri e montature assolutamente improponibili che avrebbero fatto imbarazzare persino un clown del circo il cui numero più interessante era caratterizzato dallo strizzarsi la pallina rossa sul naso.

Almeno, però, qualche volta cambiavano il verso della riga tra i capelli.

Ah e per ultimo, ma non per importanza chiaramente, Tina Cohen Chang ( anche detta 'quella dagli occhi storti') ci provava spudoratamente con colui che- ormai l'avevano capito anche i muri di cartapesta scolorita che ci mancava poco rovinassero sulle loro teste- era più gay di un casco di banane in una bananiera in pieno fermento.

E il suddetto, con i suoi occhioni dorati da cucciolo adorabilmente smarrito, la ignorava bellamente, limitandosi ad annuire e ad accarezzarle il braccio di tanto in tanto( facendola fremere da capo a piedi senza nemmeno accorgersene) ogni qual volta l'orientale trovava una buona scusa per mettere il broncio e farsi coccolare da mister 'il cemento armato che mi cola sugli occhi ogni mattina quando me lo sbatto sul mio personale nido di passeri costruito in ciocche isteriche evidentemente mi impedisce di notare che l'única scopo della mia amica  è quello di arrivare ad un altro tipo di volatili"

Già.

Tutto normale in pratica.

Be', almeno fino alla lezione del glee.



                                                            *

Dring dring

Una massa di studenti eterogenei che più eterogenei non si può entrò in classe, parlando e spettegolando sul tradimento amoroso del momento, oppure criticando  un compagno alle spalle  per poi farci un duetto amichevole e abbracciarlo come se non si fosse desiderato altro mentre si elaboravano i modi più fantasiosi per offenderlo a partire dal suo numero di scarpe.

E Tina  era spiaccicata  come un polpo gigante succhia sangue e gel al braccio di Blaine.

"Allora B, mi accompagni oggi al centro commerciale? So che c'è una svendita di mocassini e scarpe col tacco che sarà sicuramente fa.vo.lo.sa. e che contribuirà a rendere il nostro look ancor più ineguaiabile di quanto non sia già quindi non ti puoi rifiutare. Senza contare poi che mi serve il tuo aiuto, sai che non sono molto brava a reggermi da sola su quei trampoli vertiginosi; ricordi che l'altra volta sarei sicuramente rotolatata a terra se  tu e le tue forti braccia da supereroe non mi aveste preso?" disse sbattendo le folte ciglia, in maniera civettuola e fintamente- poco credibile più che altro- innocente, addicendo a quella volta che benché stesse indossando solo un tacco cinque, si fosse gettata sul moro dando adido a quello che doveva essere un perfetto casque romantico e plateale ma che in realtà si era rivelato più che fallimentare quando Blaine, non riuscendo a reggere il suo peso, aveva barcollato all'indietro sino a scontrarsi contro una pila abnorme di stivali sbrillucicosi, facendoli cadere tutti al suolo.

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