...Quanto t'amo, stai a vedere.

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Canzone: Sogni - Claver Gold Feat. Anansi
(Parole: 1491)

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Atti d'amore e senso di sicurezza
Buone parole e frasi di gentilezza
Di tutto questo stamane cosa resta?

Ed eccolo lì, con gli occhi sbarrati, fissi nel vuoto.
La sera prima non era andata come aveva previsto, anzi si era rivelata un vero fiasco.

Si sa come funziona, un bicchiere, poi un altro, e continui fino a che non ti ritrovi ubriaco fradicio su un divano di una casa non tua, circondato da gente che non conosci.

O meglio, l'unica persona a lui familiare era proprio quella che non si sarebbe mai aspettato di trovare.

La conosceva, oh si che la conosceva, ma non erano amici, anzi... Il suo hobby preferito fino a circa tre anni prima, era prendersi gioco di lei e della sua cotta nei suoi confronti.

Lui, da bravo manipolatore quale era usava la cosa a proprio vantaggio, ottenendo compiti e favori, in cambio di cosa?

Niente.

Quando la vide, pensò che fosse un'allucinazione, lei non era un tipo da feste.
Ma non aveva motivo di immaginarla, l'aveva sempre ritenuta una nullità.

Il ragazzo si ritrovò in un bagno a rigettare ogni minima cosa avesse nello stomaco.
Sì, aveva decisamente esagerato.

Aveva la gola in fiamme e nemmeno l'acqua fredda, con cui si era appena sciacquato la bocca, era riuscita ad alleviare il dolore.

Si sedette sul pavimento freddo, appoggiando la testa al muro, cercando di riprendersi.

Era così concentrato sul suo corpo e sul tentare di darsi un tono, che non si accorse che qualcuno stava bussando alla porta.

Era lei, l'unico volto noto in mezzo a quel mare di persone.
Stava di fronte a lui e lo fissava, immobile.

La ragazza, dopo un breve momento di sconcerto, si era decisa a chiedergli il motivo per cui non avesse risposto. Quando stava per aprir bocca, però, si rese conto delle pessime condizioni dell'altro.
Gli si avvicinò, non sapendo precisamente cosa fare.
Non si accorse di lei fino a che quest'ultima non gli poggiò delicatamente una mano sulla spalla, facendogli aprire gli occhi di scatto.

"Stai bene?"
Chiese in un sussurro, momentaneamente scossa dall'improvviso contatto visivo.

Annuì, non aggiungendo niente.

La ragazza avvicinò titubante una mano alla sua fronte completamente imperlata di sudore e, delicatamente, scostò i capelli ad essa incollati.

"Che stai facendo?"
Si lamentò infastidito, odiava che gli si toccassero i capelli.

Fu dannatamente testarda, ignorò ogni sua singola obiezione e lo trascinò in una delle tante camere vuote.

Non appena il suo corpo ebbe toccato il morbido materasso, il ragazzo piombò nell'oblio.

Quando riaprì gli occhi, mugugnò qualcosa di incomprensibile e poi la vide nuovamente, ancora lei.

"Che ore sono?"
Domandò assetato, con la bocca impastata dal sonno.

La ragazza si voltò di scatto, non aspettandosi che si riprendesse in così poco tempo.

"Le due circa."
Rispose sommessamente.

"Hai sete?"
Chiese lei avendo notato la sua voce rauca.

Sembrava che l'avesse letto nel pensiero e, dopo aver risposto affermativamente, la osservò mentre era impegnata a versargli dell'acqua.

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