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Sascha pov's
Entrammo in varie case del villaggio per controllare se c'era qualcosa di utile per la sopravvivenza come armi o munizioni.
Mentre Sal e Giuseppe controllavano le altre case io e Stefano ci stavamo riposando, uno abbracciato all'altro.
La voglia di baciarlo era tanta ma mi trattenni sapendo che lui non ricambiava.

Ste:"A che pensi?"
chiese con timidezza.
'A te' avrei voluto rispondere ma scrollai le spalle facendo uscire dalla mia bocca un piccolo e innocuo sbuffo.
Ste:"Tutto ok?"
alzò la testa dal mio petto.
Lui sapeva che mi piaceva un ragazzo, quindi sapeva che ero gay, ma non sapeva che quel ragazzo era lui.
Lui che ora stava attaccato a me, lui che avrei voluto baciare, lui che mi stava guardando aspettando una mia risposta.
Io:"Si si tutto ok, solo che oggi non mi sento in gran forma" dissi sperando che ci cascasse.
Se fosse stato ancora attaccato a me avrei perso il controllo.
Piano piano avvicinò il viso al mio collo e butto fuori un sospiro.
Ste:"Cosa mi combini?"
disse sospirando per l'ennesima volta.
Io:"Di che parli?"
chiesi non capendo l'argomento.
Ste:"Che mi combini nello stomanco? Quando sto con te ho gli elefanti che ballano la macarena nella mia pancia"
disse non guardandomi negli occhi.
Ridacchiai alla parte degli elefanti ma a lui non importava a quanto pare, visto che mi strinse di più verso di lui.
Io:"Ste?"
lo richiamai.
Alzò il capo e poco dopo ecco le mie labbra sulle sue.
Il dolce sapore di menta mi fece esaltare, così che feci mettere a cavalcioni Stefano su di me.
Mi fermai però prima di perdere totalmente il mio controllo. Si alzò e mi guardò per poi mettersi sdraiato come poco prima. L'unica differenze era il fatto che di tanto in tanto dava piccoli baci sotto il mio mento e sulla mascella.

Salvatore pov's

Mentre io e Giuseppe controllavamo le varie case riconobbi in una di quelle il faccino della ragazza che tenevamo in ostaggio.
Così la portai qui e le feci vedere la foto.
Io:"Dove sono i tuoi?"
le chiesi dolcemente
Mar:"Anni fa Lorenzo e i suoi 'seguaci' volevano prenderci così fuggimmo e ci rifuggiammo in città sperando che non ci trovassero ma non fu così a quanto pare.
Un mese fa mi trovarono su un'altalena mentre avevo gli auricolari con la musica messa molto forte.
Non sentivo nessun rumore. Sentivo solo la mia amata musica, mentre vedevo coppie di fidanzati baciarsi. Ad un tratto sentì un fazzoletto coprirmi la bocca e poi tutto buio.
Mi risvegliai in una stanza tutta buia con solo una finestra sul tetto che dava quella poca luce, ma bastava per far vedere che su un tavolino c'erano il mio telefono con gli auricolari, delle revolver del 95' se non mi sbaglio e alcune siringhe con del liquido dentro.
Accanto c'era un letto ben fatto devo dire.
Poi mi ricordo che avevo solo una canotta, precisamente quella di quando sono arrivata. Mordevo insistentemente il mio percing nel labbro inferiore mentre sentivo la mancanza degli altri 3 nel mio naso e qui -disse indicando la parte nella gengiva -
Dopo un viaggio di 10 giorni siamo arrivati da voi.
Poi sai tutto"
concluse facendo un sospiro.
Mi faceva male sapere che non vedeva la sua famiglia da un mese.
Un fottuto mese è troppo per una ragazza di 13 anni, si è grande ma di certo non come una ventenne, no?
Io:"In poche parole non vedi i tuoi da un mese o più, no?"
chiesi.
Mar:"Esatto..."
disse abbassando il capo, aveva voglia di piangere, si vedeva da come tremava.
La presi a mo' di sposa e la portai alla tenda dove le diedi del cibo, visto che era ora di pranzo.
La feci riposare mentre tornavo da Giuse per continuare la nostra ricerca.
Entrai nella casa che stava esaminando e lo trovai intento a cercare nei cassetti.
Io:"Trovato qualcosa?"
dissi avviandomi verso lui.
Giu:"Solo questa medaglia e un pezzo di carta con indirizzi" disse facendo spallucce.
Che bello! Niente munizioni, niente armi, niente cibo, niente di niente.
Andai a cercare nella casa accanto e trovai con mia grande sorpresa tutto quello di cui avevamo di bisogno.
Iniziai a urlare agli altri di venire e raccogliemmo tutto il possibile.
Ormai si era fatta sera e cucinammo quello che avevamo trovato nella casa.
C'erano ancora scorte, tante scorte.
La ragazza se ne stava sola in un angolo a non mangiare.
Stava zitta, aveva le ginocchia al petto e la testa in mezzo ad esse. Mi alzai e le porsi la mano che rifiutò indietreggiando.
La sfiorai appena con la mano e la sentì sbiascicare un 'non mi toccare' balbettato. Aveva paura di me?
Ok che sono un mafioso anche io ma non come Lorenzo.
Mi sedetti con lei e la guardai chiedendomi se mi avesse nascosto qualcosa.
Mar:"Non ti ho nascosto nulla..." disse.
Alla fin fine era un ostaggio non doveva interessarmi di lei. Anche se mi faceva pena vederla in quelle condizioni.
La presi, sensa il suo consenso ovvio, in braccio e la portai davanti al focolare con tutti noi. La feci sedere tra le mie gambe e le passai un po di carne che lei rifiurò.
Io:"Devi mangiare qualche cosa...hai mangiato un pezzo di pane a pranzo e poi basta. Almeno bevi qualcosa no?" le chiesi ma scosse solo la testa. Non la posso mica far morire di fame.
Ma se non vuole mangiare che possiamo farci noi? La alzai da terra, prendendola ancora una volta in braccio, e la portai nella tenda di Sascha e Stefano, sono stari loro a offrirsi per prendersi cura della ragazza.
La guardai e si vedeva che era affamata, visto che lo stomaco le brontolava, e assonnata.
Le andai a prendere delle caramelle, trovate in quella casa, e un po di coca cola. Almeno quelle le avrebbe mangiate, nessun ragazzo sa resistere a queste bontà divine.
Le diedi la buona notte e me ne tornai in tenda a dormire.

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