Solo parole vuote. Tutto quello che mi hai detto. Tutto quello che mi hai promesso. Tutto quello che avevamo pianificato per il futuro, il nostro futuro. Solo stupidissime parole vuote, buttate al vento, dette tanto per dirle.
Spero che tu sia felice ora: hai ottenuto quello che volevi. Sei riuscito a farmi innamorare di te, per poi distruggermi poco a poco.
Io, al contrario di te, sto male.
Mi sveglio e penso a te, mi guardo e penso a te, vado a dormire e penso a te. Qualsiasi cosa faccia mi porta a pensare a te. Ma va a finire che quando ti penso sto male. Tu pensi mai a me? Non pensi neanche un secondo a me? A tutti i bei momenti che abbiamo passato? Al dolore che abbiamo condiviso? Al dolore che mi hai fatto provare?
Ancora me lo ricordo il giorno in cui ci siamo incontrati. Era il 23 novembre di due anni fa. Io ero sul tetto dell'edificio più alto della città, pronta a buttarmi. Troppo dolore per una sola persona, impossibile da sopportare. Se non ci fossi stato tu, io sarei morta.
«Non farlo.» irrompe una voce maschile alla mia destra. Mi volto. Un ragazzo alto, occhi verdi, di un verde chiaro, e capelli rossi, palesemente tinti, sta al mio fianco, porgendomi la mano.
«Perché no? Non ho nessuno che rimpiangerà la mia morte. A nessuno importa di me.» mi volto avanti, allargo le braccia e inspiro. Il vento che tira quassù mi fa rabbrividire, ma poco importa.
«Quanti anni hai?» chiede, tenendo sempre la mano allungata verso di me.
«Ventiquattro.» rispondo, la mia voce è piatta.
«Hai davanti a te tutta la vita. Potrai trovare qualcuno, c'è tempo. Ci sono tante persone al mondo disposte ad aiutarti. Ora, ti prego, scendi.» è preoccupato, riesco a percepirlo dal tono della voce.
«Fammi indovinare, una di quelle persone saresti tu?» rido amaramente.
«Potrei.» risponde.
«Come faccio a sapere che non mi abbandonerai appena scenderò da qui?»
«Lo scoprirai solo se scenderai da lì.» dice.
«Io mi dovrei fidare di un estraneo incontrato cinque minuti fa?» sospiro.
«Sì.» sono stanca di starlo a sentire, non riuscirà a farmi cambiare idea.
Allungo una gamba verso il vuoto.
«Ferma.»
Sposto il corpo in avanti.
«Se ti butti, mi butto anch'io.» una parte di me, una piccolissima parte di me vorrebbe credergli, vorrebbe rimanere con lui, in vita. Ma non posso, non posso credergli. Mi abbandonerà.
Prendo coraggio e mi butto.
Rimango sospesa nel vuoto.
«Non ti lascerò morire.» le sue mani mi tenevano per un braccio.
«Lasciami cadere, ti prego.» lo supplico, invano. Mi ha già tirata su.
Quella parte che non voleva fidarsi di questo ragazzo ora è diventata piccolissima.
«Dimmi il tuo nome.» dice con un tono molto tranquillo e dolce.
«Kaelee.» dico tremante.
«Ciao, Kaelee. Io sono Michael, Michael Clifford.» e il mio nome pronunciato da lui mi faceva andare in paradiso.
Ricordo ancora come mi guardavi, ti brillavano gli occhi. Ricordo anche quando ci siamo abbracciati subito dopo, mi sentivo così al sicuro che non volevo più staccarmi.
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Missing You // Michael Clifford One Shot
Teen FictionAvevi detto che non mi avresti lasciata sola. Avevi detto che non mi avresti fatta cadere. Avevi detto di amarmi. Avevi anche detto che tutto quello che mi dicevi era vero, ma non era così.