Fin dalla nascita, la vita di Catherine Howard è sempre stata programmata sotto ogni aspetto, anche il più piccolo ed insignificante: quello che doveva esserle servito a colazione, la quale non doveva mai superare le due portare e doveva essere sempre servita alle otto in punto, i libri che avrebbe dovuto leggere, principalmente testi di natura accademica (l'unica cosa che apprezzava sinceramente della sua famiglia era che tenesse alla sua istruzione tanto quanto quella del fratello minore Charles), il momento della giornata più adatto per passare del tempo all'aria aperta, in modo che la sua pelle non soffrisse troppo a causa degli sbalzi dell'imprevedibile temperatura inglese, e perfino come era più consono che si sistemasse per andare a dormire.
Non è mai stata veramente libera di prendere delle decisioni per sé stessa.Per questo quando un venerdì mattina durante il pranzo, la madre annunciò entusiasta che aveva intenzione di organizzare un ballo per la domenica a venire, Catherine non poteva fare a meno di credere che fosse spinta unicamente del desiderio di trovarle un partito e vederla sposata.
«Ormai hai ventidue Catherine devi trovare al più presto un marito, qualcuno che possa provvedere al tuo benessere» -e soprattutto a quello della famiglia- aggiungeva sempre mentalmente Catherine ogni qualvolta la madre iniziava con il suo solito discorso che ormai sembrava aver imparato a memoria. «Non vorrai forse rimanere zitella per tutta la vita vero? Hai idea del dispiacere che arrecheresti alla famiglia? Povera me, solo il pensiero mi opprime» e concludeva il suo solito discorso agitando teatralmente una mano alludendo al farsi aria per evitare di non svenire.«Ma non ne abbiamo organizzato uno circa due settimane fa mia cara?» domandò Mr. Howard mentre affettava delicatamente un pezzo di carne con le posate d'argento ben lucidate.
«Stamattina» iniziò Mrs. Howard con aria altezzosa evitando accuratamente la domanda del marito e richiamando l'attenzione di un cameriere affinché le servisse altro vino «mentre passeggiavo con la signora Smith, si è lasciata sfuggire che giusto domani giungerà ospite da loro da Londra il marito della sua defunta sorella. Ha un figlio dell'età di Catherine» concluse portando il bicchiere alla bocca con aria soddisfatta.
La ragazza sapeva dove sua madre voleva arrivare con quell' annuncio.
Istintivamente cercò il padre con lo sguardo e, in tono supplichevole, scosse leggermente la testa pregandolo di non assecondare la decisione della moglie e dare per una volta alla figlia il suo appoggio incondizionato.
Catherine voleva bene a suo padre.
Non erano particolarmente legati come ci si aspetterebbe, ma era un uomo buono che cercava sempre di soddisfare il benessere della famiglia anche se spesso questo suo desiderio lo portava a prendere decisioni discutibili, talvolta imbarazzanti e grottesche, ma era certa di sapere che non lo facesse con mal intenzione.
E questa era una di quelle volte poiché, come suo solito, pur di non recare un dispiacere alla sua consorte l'assecondò quasi passivamente.«Mi trovi perfettamente d'accordo con te cara.»
Mrs. Howard alzò fiera un sopracciglio, orgogliosa di averla spuntata come suo solito anche questa volta.
Iniziò quindi un monologo su quali sarebbero dovuti essere i preparativi necessari per dare una buona impressione ai nuovi ospiti e tra questi figurava anche l'abito che avrebbe dovuto indossare la figlia, monologo al quale quasi nessuno del resto della famiglia prestò veramente attenzione.
Arrivò perfino a stilare un elenco di tutti i negozi d'abiti nei quali si sarebbe dovuta recare personalmente al fine di trovare quello più adatto alla carnagione della figlia.
Catherine si può dire che fosse una bellezza convenzionale.
L'incarnato infatti non era particolarmente chiaro ma piuttosto olivastro, le forme erano prosperose senza essere tuttavia volgari, col tempo aveva imparato ad apprezzare di più le curve che fasciavano sempre i suoi abiti. Preferiva di gran lunga tenere i suoi fini capelli castano chiaro raccolti in acconciature sempre diverse e i suoi avidi occhi color nocciola incorniciati da folte sopracciglia, non smettevano mai di imparare cose nuove. Poteva infatti vantare una prodigiosa memoria fotografica che le permetteva di ricordare perfettamente quasi tutto quello che osservava, anche dopo averlo visto una sola volta.
Si potrebbe quindi dire che nulla di lei risultasse particolarmente interessante.
O almeno questo è quello che Catherine aveva sempre pensato.

STAI LEGGENDO
Just say you won't let go
Fanfiction1798. Catherine Howard è la figlia maggiore di una delle più ricche famiglie dell'Hampshire destinata ad un futuro segnato da ciò che il suo titolo nobiliare comporta, un matrimonio vantaggioso con un gentiluomo del suo stesso rango. La sua vita per...