Mi stropiccio gli occhi, mi guardo intorno e per la prima volta in questi ultimi due anni mi sveglio in una stanza che non è la mia. Fa strano sapete?
Salto fuori dal letto, mi liscio il pigiama sui fianchi e mi dirigo al piano terra
"Buongiorno" mi fa sussultare una voce profonda
"Cattivogiorno" sbotto
Mi siedo a tavola con una tazza di thè in mano
"Che caratterino" commenta Cameron posizionando una confezione di biscotti tra me e lui
"Dove sono papà e Gina?" Gli chiedo
"Penso siano a lavoro, sai com'è, i soldi non scendono dal cielo in questa casa soprattutto ora con voi due tra i piedi" risponde con noncuranza
"Vabbè se a loro va bene così non ci posso fare nulla" faccio spallucce addentando un biscotto
"Senti. A te non piace stare qua e a me non sta tanto simpatico tuo padre" continua fissandomi, so dove vuole andare a parare, ma io non sono una persona egoista anche se vorrei con tutta me stessa andarmene via da qui.
"Senti tu mio caro Cameron, se pensi che io vada a rovinare la vita di mio padre per un mio piccolo capriccio ti sbagli di grosso" mi porto alle labbra la tazza
"So che non sei così egoista pensavo solo che potessimo fare uno sforzo per andare d'accordo magari il tuo soggiorno qui risulterà tutt'altro che terribile e io imparerò a convivere con te e tuo padre" spiega a testa bassa. Ha ragione, non possiamo vivere in una atmosfera tesa, infondo lui non mi ha fatto nulla di grave e io non so perché mi comporto così. Ma senza muovergli parola mi alzo lasciando la tazza sul tavolo, prima di uscire dalla cucina mi volto verso Cameron, sto per chiedergli scusa per il mio atteggiamento ma le scuse si rifiutano di uscire dalla mia bocca, lui mi guarda confuso
"Metti a posto tu?" Chiedo indicando il tavolo, annuisce e mi ritiro in camera mia.

È da due ore che cerco di concentrarmi sul libro che ho tra le mani, ma mi risulta difficile in quanto il mio fratellastro, è mio fratellastro vero? Boh comunque, quest'ultimo sta facendo un putiferio con i suoi amici e io non riesco a leggere un romanzo di Patrik Suskind, l'avevo comprato qualche settimana fa da Fiorella, una donna di mezza età italiana che si era trasferita nel Minnesota. Mi aveva consigliato lei.

"Bro hai visto l'ultima foto che ha postato Madison su Instagram?"
Sento una voce maliziosa che di certo non è quella di Cameron. E come se lo avessi evocato con il pensiero lo sento sbottare un "Non mi interessa"
Io invece, per quella che sarà la trecentoquarantesima volta sbatto con violenza il palmo della mia mano sul muro che ci separa per invitare il mio fratellastro e i suoi carissimi amici a provocare meno rumore
"Oh andiamo Sarah, stiamo solo conversando davanti a della sana birra, perché devi rompere i coglioni?" Si giustifica fiondandosi all'interno della mia stanza
"Senti razza di microcefalo, siete voi che rompete i coglioni a me e prima di entrare dovresti bussare" gli faccio notare che ha aperto la porta senza preavviso.
Cameron alza gli occhi al cielo e se ne va senza chiudere la porta
Mi alzo per chiudere la porta e incontro le facce insoddisfatte dei suoi amici, sono tutti di ottima presenza, ma data la situazione sembra abbiano una mancanza cerebrale.
Uno di loro addirittura mi sorride e io non posso evitare di ricambiare, sembra il più maturo del gruppo, è di una bellezza sconvolgente. I capelli castani, gli occhi nocciola che appena incontrano i miei mi provocano una serie brividi che mi percorrono la schiena. Vogliamo parlare del sorriso che mi rivolge? Ha la mascella ben squadrata e i denti perfetti. Continua a fissarmi e se non fosse per le guance che mi stanno andando a fuoco la situazione non mi dispiacerebbe. Uno dei suoi amici lo tira per il braccio, abbasso lo sguardo e appena il gregge sparisce dalla mia vista cerco di chiudere la porta della stanza, ma qualcosa me lo impedisce, o meglio, qualcuno.
"Che vuoi?" Chiedo al moretto
"Fare due chiacchiere. Ti va?"
Sbuffo sonoramente, ma lascio entrare il mio fratellastro, che cade a peso morto sul letto
"Vieni qua" mi fa spazio
"Dimmi che vuoi?" Chiedo impaziente
"Perché sei così stronza?"
"Sono fatta così, midispiace ma ti ci dovrai abituare" mi sistemo gli occhiali sopra il naso così da poter prestare più attenzione al libro che tengo ancora tra le mani, il mio sguardo ad un certo punto cade su Cameron, lo squadro dalla testa ai piedi e devo ammettere che anche lui non è niente male, peccato che abbia un quoziente intellettivo pari a zero.
"Secondo me hai solo bisogno di scopare un po'" un sorriso malizioso si fa spazio sul suo volto
"Dove vuoi arrivare scusa?" Lo guardo storto
"Andiamo.. sto solo scherzando, non so come fare con te davvero. Dovremo vivere insieme per un bel po' quindi dovremo anche andare d'accordo"
"Io non direi, magari gli alieni domani invaderanno la terra e ti rapiranno"
"Ti hanno già detto che hai una grande fantasia?" Sorride
"Ti hanno già detto che faresti meglio a sparire?" Gli rivolgo un sorriso falsissimo indicandogli la porta, alza gli occhi al cielo per l'ennesima volta e sparisce.
                          *HOURS LATER *
"Allora tesoro sei uscita oggi?" Mi chiede papà a tavola
"No, non saprei dove andare. Sai che il mio senso dell'orientamento è scarsissimo" armeggio con la forchetta in cerca di un rigatone, Gina cucina benissimo devo ammettere
"Complimenti Gina è tutto buonissimo" le sorrido alludendo al piatto davanti a me
"A dire la verità ha cucinato Cameron" indica il figlio, quest'ultimo mi rivolge un sorriso beffardo
"Magari Cameron può farti fare un giretto qua e la" Aggiunge mio padre gesticolando con la forchetta
"Certo, perché no?" Cameron continua a guardarmi divertito
"No, non importa, mi farò delle amiche e uscirò con loro" declino l'invito prima di alzarmi da tavola
"Scusate ma non mi sento proprio benissimo, potrei alzarmi?" aggiungo
"Si vai pure, sarai ancora stanca per il viaggio"  mi rivolge un sorriso la compagna di mio padre
"Buonanotte" stampo un bacio a papà sulla guancia, e con un gesto della mano auguro la buonanotte anche a Gina e suo figlio

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