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È ora di cena è sono sola da un po' ormai,i pensieri cominciano ad accavallarsi l'uno sull'altro ,piano piano sento il mio buon umore spegnersi. So che Dylan dice che devo ricordarlo sorridendo,ma non sono ancora pronta per sorride quando il suo volto si presenta tra i miei pensieri


Provo a chiamare cameron senza avere alcuna risposta. Svogliata raggiungo casa Dallas,sbuffo un paio di volte prima di suonare il campanello. l'aria gelida  attraversa i minuscoli fori del mio cardigan di lana ,strofino le mie mani fredde sulle braccia per riscaldarmi

La porta si apre lentamente col sorriso splendente della signora Dallas quando mi vede mi contagia « tesoro ,vieni entra . Ti posso aiutare?» mi invita dolcemente ad entrare posandomi una mano sulla schiena


«cercavo Cameron,mi aveva detto che sarebbe venuto a cenare da me» sospira

« è rinchiuso da un po' dentro il garage.puoi disturbarlo ,anzi mi faresti un favore» mi indica la strada verso il garage ,mi avvicino lentamente ,busso due volte ,incerta ,ma non risponde nessuno« ha le cuffiette» dice di sfuggita Sierra passando dal corridoio


Apro lentamente la porta ,lui sta dando una serie infinita di pugni al sacco da boxe ,senza maglietta con tutti i muscoli della schiena contratti ,la pelle abbronzata imperlata di sudore,chiudo pianissimo la porta ,per non disturbarlo ,mi siedo su uno sgabello ,vicino alla moto ,continuo ad ammirare le sue spalle ben definite




Non sarà il ragazzo più gentile del mondo,ne il più affettuoso o simpatico,ma fisicamente anche se mi costa ammetterlo non è affatto male



Da un ultimo pugno fortissimo al sacco ,emettendo un lamento di frustrazione che suona tanto come un urlo soffocato . Il socco sbatte contro il tetto bianco poi torna indietro prima che cameron lo blocchi


Quando mi nota ,corruga la fronte ,si toglie i guantoni e li getta a terra,si toglie malamente le cuffie ,con una specie di sorriso confuso ansiamante

« che ci fai tu?» ridacchia,mi viene spontaneo coprirmi il volto con una mano ,non so perché « ti cercavo»


Lo sento ridacchiare « non c'è bisogno che tieni le mani li,mi hai già visto senza maglietta »

« lo,so» ride ancora « l'ho messa» sospira,tolgo le mani dal viso,la maglietta bianca aderisce perfettamente sul suo corpo sudato,lasciando così che si vedano i suoi muscoli scolpiti

« avevi bisogno di qualcosa?» raccoglie le sue cose e le mette ordinatamente negli scaffali « avevi detto che per cena saresti venuto da me»

«Pensavo ci fosse Dylan con te» si volta a guardarmi solo un secondo « e quindi?» lo guardo confusa

Riprende a sistemare le cose «non volevo togliere del tempo a voi due» scoppio a ridere« tu sai che lui è il mio migliore amico»

Si volta verso di me ,mi squadra dalla testa ai piedi e annuisce ,poi sistema i guanti ,ed usciamo dal garage « comunque se non ti va di venire...» aumento il passo

«sono stato a romperti i coglioni tutta la settimana e tu non mi hai calcolato,una volta che mi rivolgi un po' di attenzioni secondo te non colgo l'occasione ?»mi fa cenno di salire con lui in stanza


Mi fa sedere sul letto,che con mia non sorpresa è disfatto,apre le finestre e mi sorride imbarazzato ,certo qui dentro non ci sarà proprio profumo di rosa,ma non è così terribile

«mi faccio la doccia e andiamo»annuisco« non era una domanda» alzo gli occhi al cielo e gli faccio il terzo dito

Mi perdo in una foto messa su uno scaffale davanti ad alcuni libri scolastici,mi avvicino :c'è un bambino piccolissimo ,in braccio ad un uomo robusto ,capelli scuri,pelle abbronzata,mi ricorda vagamente Cameron


Bad Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora