Capitolo secondo ... Questione di prospettiva

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E in fin dei conti poco importa ... Del resto chi noterà mai la ragazza che soffre in silenzio? Come se già non sapessi che non è che non mi notino, semplicemente trovano più sicuro e indolore farsi trascinare via dalla corrente, senza opporsi e ... come dare loro torto? Lo farei anch'io se potessi. Mi guardo allo specchio e ciò che vedo è un bel guscio, ma niente all'interno. Anzi è più appropriato chiamarla armatura, è bella ma oggi è semplice avere una bella armatura ... Ma sotto? Cosa c'è sotto? Nel mio caso domande senza risposta che vengono inesorabilmente assorbite dalla voragine che porto dentro ... non avere risposte vuol dire non riuscire ad arrivare alla soluzione di quesiti auto inflitti, che hanno entità emozionale differente in base alla tematica ... Insomma non venendo a capo della situazione elimino tutto, come quando sul computer si seleziona elimina ... il punto è che le cose non si eliminano così facilmente, si ritrovano nel cestino le cartelle, i ricordi ...Ma ora basta, sto iniziando la giornata col piede sbagliato ... letteralmente, ho mancato il tappeto e perdo l'equilibrio, ma non cado fortunatamente. Qualcuno la su mi vuole bene ... Mi dirigo al mio armadio scostando svogliatamente le grucce e ciò che reggono ... alla fine opto per una maglione enorme e nero e lo abbiano a delle super star bianche e nere ... viva l'originalità, metto anche un tam che cade lungo sul retro nero ... poggio tutto sul letto e mi dirigo in bagno
...dopo dieci minuti ... salto fuori dalla doccia e nuovamente mi guardo allo specchio, stavolta in viso ... niente, quella che ho difronte è una sconosciuta, una come tante, di passaggio, nessuna sensazione di appartenenza ... solo una persona, un volto e un corpo fra mille. Come sempre Cleo apre la finestra del bagno la notte per entrare ed essa rimane aperta finché, l'indomani, io in uno stato di dormi veglia non la richiudo perché non ci tengo a lavarmi i denti "baciata dal sole" ma, anche dopo averla chiusa quell'orribile raggioforaretina rimane lì, impassibile ... Mi arrendo e la apro, qualcosa attira la mia attenzione . La finestra della casa di fronte è aperta , intravedo una schiena maschile, scolpita e due fossette, quasi identiche alle mie poco sopra un gran bel culo ... Mi mordo il labbro inferiore ... Dio basta fare la pervertita. Naturalmente lui è di spalle e non nota niente, difatti entra nella doccia e ... oddio è tardissimo, torno in camera mia e indosso l'intimo ... poi prendo il cellulare e mi perdo fra le notifiche dei social, appoggiandomi sull' armadio con la schiena , fin quando ... :« Daf dobbiamo... Oh cazzo, perché non mi hai chiamato? Ti avrei intrattenuta volentieri😉 » ......😞 ... seriamente ? Mi metto a tirargli tutto ciò che mi viene a tiro cerco di indurlo ad uscire ... fallendo miseramente :«merda Jac esci... non si bussa? » Lui naturalmente schiva tutti in cuscini e ne afferra uno facendomi un sorrisetto :« non l'ho mai fatto è non inizierò per te principessa » naturalmente mentre lui parla osservando il mio corpo seminudo io indosso il maglione e alla fine gli chiedo :«hai finito o vuoi una foto? » Lui posa il cuscino sul mio letto e il suo sorrisetto torna all'attacco :« beh potrebbe tornarmi utile » ... ook, no... prendo l'ennesimo cuscino e glielo tiro in testa. Finalmente il colpo arriva a segno dato che avevo colto il mio "nemico " impreparato,colpendolo alla nuca. Si gira e dice :« non ho tempo per giocare Daf ... ti aspetto di sotto » io mi siedo sul letto mentre lo osservo andarsene senza replicare ... Lui è Jacob e ... non è mio fratello. È strano da spiegare ma riassumerò la storia di come siamo finiti nella stessa casa in poche righe. Mia madre conobbe Maria al liceo una cosa tira l'altra e diventarono migliori amiche, ma non di quelle false che oggi ci sono e, forse domani no, erano il sostegno l'una dell'altra, un rapporto talmente forte che tutt'oggi le diventano gli occhi lucidi quando parla di Maria. Torniamo all'argomento principale però ... Mamma e Maria naturalmente crebbero e diventarono delle giovani donne belle e decise, due caratteri forti che si sostenevano e si tenevano testa ... però il destino fu crudele e dopo una vita insieme esso giocò loro un brutto tiro mancino ... Era la notte del funerale di mia nonna e tutti ci eravamo riuniti in chiesa ... lei adorava la notte, ecco perché questo momento inusuale della giornata, io avevo quattro anni e non capivo cosa stesse succedendo, ricordo solo che mi avevano fatto indossare un vestito nero e mi avevano detto che la nonna sarebbe stata fra gli angeli ... io, anima pia allora chiesi a mia madre :« e come faccio a stare con lei? » lei mi prese le manine nelle sue e mi disse :«Non puoi amore mio »due lacrime le rigavano il volto e mi sorrideva, abbassata, in modo da potermi guardare negli occhi ... mi misi a piangere «ma ora è sola, non lascio la nonnina sola » ... mia madre non sapendo cosa dire cercò di spiegarmi che era meglio così, anche se sentivo, che lei stessa per prima non lo credeva ... Io decisi di crederle, anche se piccola capivo che era troppo per lei portare il peso della mia e della sua sofferenza ... Ma quella sera non arrivò mai la persona di cui mia madre aveva più bisogno, non mio padre, non suo padre ma Maria ... Non credo ci voglia un genio per dedurre che lei non venne non perché fosse una sua scelta ... Il motivo era molto più grave di quello che si può immaginare, perché Maria non aveva la vita perfetta che mamma credeva che avesse ... tutt'altro. Quella sera mentre i due coniugi si preparavano per recarsi al funerale ci fu l'ennesimo litigio che durò per per circa mezz'ora ... Non ci vuole un genio neanche per capire che, lasciare un bambino incustodito, vicino ai fornelli è un cazzata. Lui voleva giocare, aveva visto un mago giocare con le fiamme e ... Lui scappò e riportò solo delle piccole ustioni ma i coniugi morirono soffocati all'interno della casa. Quella notte cercammo il bimbo per tutta la città, setacciammo ogni ospedale. Infine lo trovammo che dormiva sul letto dell'ospedale con la signora Gregori (una vicina anziana, dal sorriso gioviale, i capelli fatti di nuvole e un sorriso splendido) di fianco a lui che gli teneva la mano ... dormiva il piccolo orfanello e, mentre gli adulti parlavano mi avvicinai a lui, avvicinando la sedia al suo letto e arrampicandomici sopra, mi sedetti sul letto accanto a lui e lo guardai, sembrava un angioletto mentre dormiva. Era troppo il desiderio, mi prudevano le manine dalla voglia di spostargli quella ciocca lontana dal viso,e, di colpo, aprì gli occhi ....

Spazio per Me
Ciaoooo raga, Dio ho finito ora il secondo capitolo ... è un poema ma dettagli Ahahah, spero vi piaccia e credo che posterò tutti i giorni se mi sarà possibile ... lo so che sono un po' cattiva a lasciarlo in sospeso ma pfff (abituatevi) ... Riciaooo😙

Erika

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