Incubo

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Fra un po' devo incontrare Dana, quella che credevo una ragazza carina e ingenua. Non so cosa pensare, non so a cosa andrò incontro, non so che fine farò: mi morderà o si saprà "trattenere"? Come farò a dirle che ho scoperto che razza di persona, meglio creatura, sia? Devo trovare le parole giusto per dirle che ho smascherato il suo oscuro segreto, anche se sono spaventato e mi vengono i brividi solo a pensarci. 

Prendo carta e penna e inizio a sperimentare il modo migliore per parlarle!

Primo foglio: "Ciao Dana, ho scoperto una cosa..." appallottolo la carta e la lancio dalla scrivania al cestino facendo canestro.

Secondo foglio: "Ascoltami, so chi sei, so cosa fai, ho scoperto tutto... sei un mostro!" nemmeno questa opzione mi piace, troppo aggressiva e diretta.

Terzo foglio (ultimo tentativo): "Tu sei un vampiro... è così? Perché non me lo hai detto? Tu ti puoi fidare di me."

Mi alzo di scatto e scaravento con le mani tutto quello che si trova sopra la scrivania. Vorrei piangere, ma poi penso che devo essere forte, che devo accettare la realtà per quello che è, ma la realtà sembra che si sia trasformata in pura fantascienza, è ASSURDO! 

Mi preparo a uscire, ma mia mamma mi blocca sulla soglia di casa.

- Hey Drogo, dove vai? E' quasi ora di cena... - 

- Mamma... - che palle! Sono già in ansia e ora ci mancava solo lei per complicare le cose. - Io esco, non so se torno per cena. - Più precisamente non so nemmeno se tornerò, ma questi sono solo dettagli.

- Oh, esci con chi? - 

- Con Dana! - esclama Natasha che sta scendendo le scale correndo. Non ci posso credere... arriva sempre al momento giusto, sembra che lo faccia apposta per farmi infastidire!

- Dana? - chiede sorpresa mia madre.

- Sì mammina cara, Drogo non te ne ha mai parlato? - domanda con tono falsamente sorpreso.

- Ok, ora basta! - intervengo, sta diventando veramente troppo fastidiosa; saranno gli ormoni.

 - Drogo sono contenta per te. Quando ce la farai conoscere? - mamma sembra aver reagito bene, ma se dicessi a entrambe quello che ho appena scoperto succederebbe il caos: mia sorella avrebbe la soddisfazione di aver ragione, mentre mia madre sarebbe svenuta dopo aver urlato in modo isterico.

- Non credo sia il caso. - rispondo secco a mia madre. - Ora me ne vado, sono già in ritardo, e non ho voglia di parlarne con voi due! - aggiungo per poi sbattere la porta e lasciarmi alle spalle la mia dimora sicura.

Ci siamo dati appuntamento in un quartiere un po' isolato da New York, e già questo mi fa subito pensar male, ma ho preferito non ribattere per non destare sospetti. Fermo il primo taxi che passa per la via e ci salgo dentro dando all'autista il foglietto con l'indirizzo scritto. 

"South Bronx - E160 Th St" 

- Ragazzo mio... ma sei proprio sicuro di andare qui? - chiede preoccupato squadrandomi da testa a piedi.

- Sì perché? - rispondo convinto.

- Così... lo sai che è un quartiere molto pericoloso vero? - 

- Sì ma non m'importa! - ci mancano solo le raccomandazioni del taxista ora!

Dopo mezz'ora di strada arrivo a destinazione. Durante il viaggio ho ripensato a ciò che vado incontro, ma non me ne pento. Voglio provare a fidarmi di Dana anche se so che è molto rischioso e che posso rimetterci la pelle!

- Grazie e arrivederci! - esclamo porgendo i soldi all'uomo.

- Prego e stai attento! - chiudo la porta dell'auto e inizio a incamminarmi.

Mi guardo attorno, leggermente spaventato dall'ambiente che mi circonda. L'aria è umida e  l'illuminazione artificiale delle strade è nascosta dalla fitta nebbia che sovrasta l'intero quartiere. Ho quasi voglia di tornare indietro quando, appena svolto l'angolo, rimango scioccato. Il mio corpo non è più in grado di muoversi, i brividi e l'ansia iniziano a prendere il controllo di tutta la situazione. Sono completamente paralizzato, vorrei fuggire, coprirmi gli occhi con le mani, ma niente! 

Dana tiene fra le sue braccia una povera persona ormai priva di vita. I suoi denti aguzzi sono conficcati nella pelle dell'uomo, che senza dimostrare alcuna pietà, continuano a nutrirsi di sangue... 

Quando, finalmente, l'orrendo spettacolo è finito si volta verso di me e in un millesimo di secondo mi raggiunge. La sue labbra sono sporche di sangue e i suoi occhi, solitamente gialli\oro (quel colore che mi ha sempre colpito e che mi piace moltissimo), sono rossi come il desiderio di sete di sangue che ora la pervade. 

Rimango immobile e dopo pochissimi secondi sento un dolore lancinante e vedo il vuoto...



L'inizio della fine [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora