The boy wore Black ~Harry Styles~ Italian Translation

The boy wore black- Chapter 2

The boy wore black chapter 2

"Hai incontrato tutti loro?"

Scossi la testa e guardai fuori dal finestrino , mentre gli edifici mi passavano di fronte. Jules mi prese con sé, guidandomi alla Write Fashion House dove mi avevano accolta come stagista nel mentre avrei risieduto a New York. Di solito sarebbe stato un lavoro da James, ma ci avrei scommesso la pelle che lo avrebbe fatto volontariamente in memoria di quanto fosse andato male il pomeriggio appena passato.

"Non sei dell'umore giusto per goderti una chiaccherata, quindi?" Scossi la testa e sospirai pesantemente. "E' stato davvero così cattivo come tutti lo descrivono? Cioè, ho sentito dire cose davvero pessime sulla sua reputazione, sulle ragazze che avuto e non, ma non deve essere poi così terribile"
Realizzai che fosse dell'impressione che era proprio a causa di Harry che il mio umore era così amaro. Pensai che lui fosse diventato fastidioso di per se ai miei occhi, ma non era assolutamente la sola e unica causa.  

"E' stato arrogante, molto" risposi onestamente, "ma probabilmente ha reagito così perché l'ho istigato dicendogli apertamente quando poco centrassero le sue scarpe con l'outfit completo. Non posso dire di non biasimarlo, mi avrebbe dato molto fastidio anche a me, ma sembrava stare meglio all'evento rispetto a come sarebbe stato se gli avessi permesso di vestire con il primo outfit." 

"Aspetta un attimo." Jules mi trucidò con un'occhiata, la sua espressione cambiò e mi fece intendere quanto fosse perplessa. "Gli hai cambiato l'outfit?" Mi ignorò presumibilmente, per essersi persa quella parte del mio discorso. "Non ha indossato le sue converse?"

"Non penso."

"Merda." Sospirò e si portò una mano tra la folta capigliatura bionda. "Ciò  che non mi quadra è il perché non li ha indossati. Quelle sono per la linea primaverile. Mamma aveva lasciato precise istruzioni per tutto il team affinché lui indossasse quell'outfit, senza alcune modifiche. Avrebbe dovuto pubblicizzare quel prodotto!" E nel mentre lei continuava a farfugliare parole, per me assolutamente senza senso, io iniziai ad impallidire, affondando quanto più possibile nella mia postazione. 

Di nuovo, questa era probabilmente un'altra motivazione del mio lavoro dietro lo schermo di un computer piuttosto che faccia a faccia con la gente.

"Okay, okay, pensa Jules, pensa." Disse la ragazza, pizzicandosi il naso mentre ancora guidava, l'azione mi spaventò leggermente quando improvvisamente cambiò corsia. "Come possiamo sistemare questa cosa?"

La domanda rimase sospesa in aria per un minuto, e alla fine comprendemmo che ero solo io la ragione per cui lui non aveva indossato la sera prima quelle scarpe, misi in fila le mie idee e giunsi ad un'unica immaginabile soluzione. "Magari potrebbe indossarle fuori dall'evento, disse che si trattava di un comunicato stampa. A cosa serviva?"

"Molte cose," rispose " nuove registrazioni, nuovo film, ect. Basta citarne uno e probabilmente lo avrà fatto. So per certo che alla fine ci saranno tre interviste televisive programmate per oggi. Si supponeva indossasse un solo outfit, senza mai cambiarsi. Come una lampadina accesa nel bel mezzo di una foschia oscura, Jules schioccò le dita. "Ce l'ho! Lo intercettiamo tra le varie interviste scambiandogli le scarpe in un nano secondo."

"E come pensi di intercettarlo?" chiesi di rimando. "I personaggi famosi di solito non hanno a tonnellate di guardie di sicurezza?" Pensai al magazine dove li avevo visti, gli immensi articoli su internet che attestavano la loro popolarità, e la mancanza di sicurezza non attraversò mai la mia mente. I ragazzi erano circondati da loro. 

"Il mio cognome è  a portata di mano" fu la risposta secca di Jules, che concluse il discorso. Il commento sarebbe dovuto risultare arrogante, ma diede una svolta decisiva alla situazione, così lo presi come utile.