L'incontro

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Erano le sei di mattina l'orario che prendo solitamente l'autubus. Era ancora buio c'era una nebbia fitta e tenebrosa. Ero in una stradina che collega casa mia e un altra strada per andare alla fermata. Si vedeva ancora qualcosa finché non le luci del lampioni si spensero di colpo; accompagato da strane risate malefiche con pianti di bambini fino a quando ad un certo punto, vidi un ombra che si avvicinava con una falce da al posto della mano tutta insanguinata con un cappotto nero lungo pieno di macchie, galosce sporche di fango e pantaloni di jeans pieno di pezze larghi e con la faccia tutta, malformata e bruciata e con un occhio tutto nero con la pupilla rossa, senza capelli. Fece uno scatto felino mai io lo vidi e mi spostai appena in tempo, ma con la sua falce mi beccò il giubotto e me lo squarció. Avevo già capito che se non trovavo qualcuno al più presto io li ci rimavo secco. Iniziai a corre più veloce che potessi e in lontananza vidi un uomo, ma prima che lo raggiugessi quella persona, quel essere orripilante si teletrasporto sferrando un altro colpo con la mano in cui c'era la falce riuscí a ferirmi la mano. Ma il signore mi vise e tutta la nebbia dietro di me si dissolse in sieme al quel mostro raccontai tutto a quel uomo che mi accompagno dalla polizia. Alla polizia gli narrai l'incontro con quel mostro il poliziotto. Dopo qualche ora di attesa in caserma arrivo il carabiniere e disse che nella scena della aggressione  non trovó nulla oltre il mio sague, perso nel secondo attacco, che non c'era più nessuno in giro allora e che mi avrebbero scortato loro a casa mia e quando arrivai mia madre e mio padre mi accolsero con lacrime e abbracci, per un po' non successe più nulla fino a quando.....

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 24, 2017 ⏰

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