Proprio quando sento le forze abbandonarmi il corpo, lui si alza e mi lascia libera. Mi gira la testa e sento che sto per svenire. Mi sposto su un fianco e riesco a vedere che non si è alzato lui, di sua spontanea volontà, ma qualcuno lo ha trascinato a pochi passi da me.Li sento sbraitare, ma non riesco a comprendere quello che si dicono, come se fossi chiusa in una bolla. E' James che lo ha trascinato per la giacca e bloccato a terra. La sua figura sovrasta quella dell'inglese e alza più volte il braccio per colpirlo al viso.
Finalmente ritrovo un po' di forza e cerco di alzarmi, ma riesco a malapena a mettermi seduta. Cerco di chiamarlo.
< James!> mi esce un sussurro che lui ovviamente non sente perché continua ad inveire contro Reed. Lo chiamo di nuovo e questa volta mi sente e si gira subito.
James mi guarda impaurito, con un ciuffo che gli cade davanti gli occhi e la rabbia incisa nei tratti duri delle mascelle. Involontariamente lo distraggo troppo a lungo da incassare un pugno in faccia. Ora la situazione si è ribaltata e James è bloccato sotto Reed. Raccolgo le mie forze per alzarmi, ma ho lo stomaco ancora dolorante, che mi costringe a curvarmi leggermente.
Malgrado voglia spaccargli la faccia viscida e rompergli qualche costola, mi limito a prendere l'inglese dai capelli e buttarlo indietro. Purtroppo non faccio molto, ma do a James alcuni secondi per alzarsi da terra.
Poco dopo James è di nuovo su di lui, mentre gli rimprovera di essere un vigliacco senza palle, maiale schifoso e tante altre cose.< James, smettila>
James si ferma con un pugno a mezz'aria, ma stavolta non gli stacca gli occhi di dosso
< Tu sei un pazzo. Ti ha fottuto il cervello, ti ha fatto diventare pazzo! La tua carriera è finita Foxworth!> cerca di pulirsi il sangue che riversava dal labbro, dal sopracciglio destro, e dal naso
< Esci da qui> sussurra James ansimando.
Reed fa come gli ha detto. Inscena la parte della vittima uscendo dalla porta, borbottando qualcosa che sembrano tanto minacce. Gliela farei fare io la vera parte della vittima...
Appena varca la porta tutto il mio sistema muscolare si rilassa, tanto che le gambe cominciano a tremarmi. James se ne accorge e mi viene in contro per sostenermi. Non dice una parola e mi fa sdraiare sul divano.< Dove ti fa male?> chiede pacatamente
< Sull'addome. Mi ha.... dato...due calci>
< Devo controllare> indica la pancia
< No! Adesso passerà. Non è poi così grave>
< Si che lo è! Oh Carly, quanto mi dispiace> i suoi occhi iniziano ad acquistare una certa lucidità, e intorno la pelle diventa leggermente più rosea.
< Non è colpa tua, James!> anche se il mio rancore nei suoi confronti non è passato, gli sono grata per quello che ha fatto, ed è giusto fargli notare che non poteva evitarlo.
< Non avrei dovuto farlo irritare, non avrei dovuto dargli tutta quella confidenza, non avrei dovuto mai parlargli di te, non avrei dovuto lasciarlo ritornare da solo> mi accarezza i capelli, ma scanso la testa per non prolungare il contatto.
< Ognuno di noi decide la strada da prendere!>. Guarda a terra. Forse in cerca di parole che possano giustificare il suo senso di colpa che porta dietro come fardello invisibile < Mi andresti a prendere del ghiaccio, gentilmente?>
Scatta in piedi e ritorna poco dopo con un sacchetto pieno di cubetti. Si siede di nuovo vicino a me e me lo porge. Io, di rimando, prendo la mano che sorregge il sacchetto e l'accosto al suo viso. Ha una chiazza rossa con qualche graffio, che potrebbe diventare un livido, tutto lungo lo zigomo e una parte della guancia destra. Sapevo che se gli avessi chiesto di pensarci da solo non lo avrebbe fatto.
Non avevo mai visto James così provato. I suoi occhi...

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~ This is our paradise ~
FanfictionCarly Wilson è intrappolata in un limbo dove non riesce a dimenticare il passato che la perseguita tanto. Chiude il tradimento e le bugie di James Foxworth dentro una parte remota della sua mente. Non sa se per dimenticarle più in fretta o per non a...